Col countdown di Barbara D’Urso si apre ufficialmente l’ultimo anno dell’era che il calendario inventato dai Maya chiama dell’oro, la cui conclusione cade, come ben sapete tutti, il 21 dicembre prossimo. Naturalmente, il solo fatto che il calendario finisca non prova che il mondo o la vita finiranno. Scrivere un post sui Maya mi alletta giusto un pelino di più che scriverlo su Fabio Volo. Volevo capirci qualcosa pure io su come erano fatte le agendine maya, quindi eccoci qua. Mente aperta e occhio vigile, tuffiamoci nel meraviglioso oceano del mistero, della magia, della scienza (delle puttanate. Ehm) e vediamo dove andremo a finire.
Intanto di previsioni catastrofiche sulla fine della nostra umanità ne sono state fatte millemila. S’è sbizzarrito pure Gesù Cristo che esclamò: “1000 e non più di 1000!”. Ricordate? Sono parole dell’Apocalisse, in cui a un certo punto si dice: “Dopo 1000 anni Satana sarà disciolto” che vuol dire liberato. Bene, siamo al 2012 eppure di Satana qua, eccezion fatta per il Berlu e la Vanna Marchi, ancora non se ne vedono all’orizzonte. Non che ne sentiamo la mancanza, per carità, però se ha toppato Gesù Cristo in persona, è presumibile che possano farlo a breve pure i Maya, posto che intendessero far corrispondere il termine del loro complicatissimo calendario con quello della permanenza dell’uomo sulla Terra. Capire se questa della fine del mondo è una teoria percorribile, oppure se si tratta della solita credenza amplificata dal vociare popolare e da chi ci vede danaro zampillare, come acqua da una sorgente miracolosa, non è cosa facile. Vi anticipo subito che non ci riusciremo. Quello che il post si prefigge è fornire qualche informazione in più per ragionare da soli, senza dover ricorrere al solito gioco del telefono senza fili.
Intanto ripassiamoci la definizione di calendario, che non è il conto alla rovescia fino alla fine del mondo, ma un sistema adottato dall’uomo per suddividere, calcolare e dare un nome ai vari periodi di tempo che sono appunto le date del calendario. Il calendario Maya, chiamato anche calendario Azteco, a livello di concetto non è molto diverso dal nostro detto Gregoriano, né da quello di qualunque popolazione che intenda misurare il tempo e dare un nome ai giorni. Il nostro arriva al 31 dicembre e poi ricomincia, quello Maya è basato su più cicli di durata diversa.
– Il ciclo Tzolkin aveva una durata di 260 giorni ed era un calendario religioso.
– Il ciclo Haab aveva una durata di 360 giorni, più i 5 giorni fuori dal tempo. Era un calendario civile legato alle stagioni che per durata corrisponde al nostro singolo anno, con la differenza che il loro era composto da 18 mesi di 20 giorni dai nomi fantasiosi. A questi si aggiungevano 5 giorni chiamati Uayeb, con i quali si raggiungeva la durata di 365 giorni. Questi 5 giorni erano considerati particolarmente sfortunati perché non appartenevano a nessuno dei mesi del calendario.
– Il Lungo computo indicava il numero di giorni dall’inizio dell’era Maya.
È proprio l’interpretazione di questo Lungo computo ad aver causato la nascita della sventurata previsione. I giorni sono numerati con uno strano sistema. Invece di scrivere i numeri come facciamo noi, con ciascun posto che rappresenta un multiplo di 10, i Maya avevano a disposizione solo 5 posizioni. La prima registrava un numero da 0 a 20. A sinistra, il secondo posto poteva avere un intervallo tra 0 e 17; il terzo da 0 a 19; il quarto da 0 a 19 e l’ultimo da 1 a 13. I numeri erano scritti da destra a sinistra, come nel nostro sistema, separati da un punto. Invece di multipli di 10, la prima posizione aveva multipli di 1 (come il nostro sistema); la seconda posizione aveva un multiplo di 20; la terza posizione un multiplo di 360; la quarta un multiplo di 7200 e la quinta un multiplo di 144000.
Quindi un numero del Lungo computo ad esempio poteva essere scritto come 4.12.5.9.0 e sarebbe stato calcolato come segue:
(4 x 144000) + (12 x 7200) + (5 x 360) + (9 x 20) + (0 + 1) che corrisponde a un lungo conto di 664391 giorni, cioè circa 1820 anni.
Non è difficile realizzare che il massimo numero che può essere registrato in questo modo sarebbe 13.19.19.17.20. Questo ammonta a un numero di lungo conto di 1.872.000 giorni o 5125.36 anni dei nostri moderni calcoli. Attraverso gli anni, gli archeologi hanno trovato monumenti scolpiti che registravano il lungo conto per date conosciute nella storia Maya. Una volta che una data veniva fissata nel tempo, era semplice determinare quale fosse il giorno 1, che risulta l’11 agosto 3114 a.C. Ed era anche semplice calcolare la data in cui il calendario sarebbe finito: il 21 dicembre 2012. Naturalmente il solo fatto che il calendario finisca non prova che quel tempo, o il mondo, o la vita pure finiranno.
Secondo i Maya, ciascun ciclo del Lungo computo corrisponde ad un’era del mondo; il passaggio da un’era all’altra è segnata dunque da un cambiamento positivo preceduto da eventi più o meno significativi. Ho detto prima che il numero più a sinistra va da 1 a 13: questo significa che, quando per effetto dei riporti precedenti questo numero supera il valore 1, deve fare wrap around e ritornare ad 1 invece di continuare con 14, 15, ecc. Detto questo, il giorno successivo al 12.19.19.17.19, se ho fatto bene le elementari, sarà semplicemente 1.0.0.0.0. Cosa facevano i Maya quando la cifra più a sinistra cambiava? Festeggiavano, dato che per loro era come una specie di Capodanno.
Il 21 dicembre insomma si resetterà un intero ciclo. Ebbene, vedete voi una connessione tra questo evento e la presunta fine del mondo? Io no, poi boh. Magari scoppia la Terra, che ne so.
Lascia un commento