A pranzo avevo una certa urgenza. Non di ritrovare in un istante la strada del cesso, quello di solito mi capita un po’ dopo il pranzo. Non avevo tempo di aspettare quei sette, dieci, dodici minuti che l’acqua impiega normalmente a bollire, e allora ho appoggiato la pentola sul davanzale, fuori dalla finestra. Ci credete che non ho fatto neanche in tempo a chiuderla, che l’acqua bolliva vulcanica?
Ma cos’è questo caldo? Tra qualche anno l’Italia sarà una specie di succursale dell’Africa, quei paesi che dici: “No, lì in vacanza ci vado a ottobre, ché a giugno, luglio, agosto non si può” come l’Egitto. Ora ho capito. Quando Obama al G8 chiedeva azioni concrete perché questa grande crisi mondiale non gravi ulteriormente su quei paesi in via di sviluppo, già martoriati a spese degli occidentali, parlava di noi. Qua in via di sviluppo c’è solo il caldo, signori miei. E qualcosa si dovrà pur fare altrimenti rischiamo di subire mutazioni come gli animali, che nei secoli si sono dovuti gradualmente adeguare ai cambiamenti climatici del Pianeta. Pensate a quello che ci raccontava la maestra (suora) alle elementari, dei pesci che quando si sono asciugati i fiumi gli son cresciute le zampe palmate e si sono messi a passeggiare sulla terraferma. La nostra schiena si trasformerà in un potentissimo pannello solare che accumulerà energia permettendoci di non dormire più. Avremo forze in abbondanza grazie al sole, infinite e gratuite. Il giorno in cui pioverà moriremo tutti, ovviamente, e questo accadrà il 21 dicembre 2012. Tutti che son lì a pronosticare catastrofi terrificanti, terremoti, eruzioni vulcaniche, glaciazioni, spostamenti dell’asse terrestre, la terra che si apre e ci inghiotte, meteore che impattano e innalzano una coltre di polveri eterne, e nessuno immagina che sarà un banale rannuvolamento di un paio di giorni a sterminarci.
Insomma pare proprio che sia in arrivo l’estate. È a momenti, no?
Scusate ma io fra cassa integrazione (non ancora ricevuta), ferie non godute o godute – dipende da come vengono considerate quelle che uno per puro caso, e chiaramente senza poter immaginare la tragedia, le ha fatte capitare nel periodo di panico post terremoto – chissà, ho perso il senso delle cose e delle vacanze che anche quest’estate vanno in vacanza senza di me.
In compenso in questo periodo sto leggendo molto, roba impegnata devo dire, sì. Dopo quel trash libretto di Anna Karénina, un opuscoletto di sette pagine che Tolstoj si sarebbe potuto tranquillamente risparmiare, da cui suggerirei agli autori di Beautiful di trarre spunto per un paio di puntate, di quelli che ti leggi durante la messa in piega dal parrucchiere (per chi ha un quantitativo di capelli tale per cui almeno ne puoi prendere una ciocca con la spazzola), avevo bisogno di tuffarmi nei grandi classici. Mi mancavano le sofisticate atmosfere di quei mattoni da quattordicimila pagine che impieghi tre anni a finirli e alla fine ti senti così stanco e stordito neanche tutte quelle peripezie le avessi vissute tu. Così ho letto in sequenza: Cercasi amore disperatamente, autrice Federica Bosco. Tempo di lettura diciamo un quattro ore. Consigliato a chi si sente uno sfigato (probabilmente lo sarà pure) alla continua ricerca della sua riscossa in tutti i campi. Perfetto anche per chi deve fare in treno Roma-Firenze e vuole far finta di appartenere alla schiera di intellettualoidi che si accomodano sul sedile e si danno le arie di quelli che son capaci di non badare al deragliamento del proprio treno tanto sono presi dalla lettura. Mi piaci da morire, idem come sopra, sempre della Fede Bosco, solo che questo è il primo di una trilogia in cui a Monica ne accadranno di tutti i colori. Il signore della nebbia di Zafon che, dopo l’ennesima schifezza, ha perso tutta la mia stima. Lo so che l’ha scritto prima e che è un libro più per ragazzi, però quell’uomo andava fermato dopo il meraviglioso L’ombra del vento. Tutto quello che aveva scritto prima andava bruciato idem ciò che ha scritto dopo. L’ombra del vento, fine. Non mi nominate più Zafon che vi tiro dietro Il gioco dell’angelo che son settecento pagine diventate magicamente trecento nell’edizione tascabile (la dimensione delle tasche, che non sono più quelle di una volta, non è un dettaglio di poco conto). I grandi misteri dell’editoria.
A proposito di tascabili, un pomeriggio fiorentino alla Martelli ho assistito a una scena che dà una spiegazione convincente al fatto che in Italia legga almeno un libro all’anno (qualunque esso sia) una persona su centotrenta milioni.
La commessa a una ragazza ben vestita: “Vuoi l’edizione del 2007 oppure quella tascabile?” “Guardi, mi dia quella con meno pagine che lo devo leggere per un esame!”
C’è gente che crede che l’edizione tascabile contenga meno parole. Una specie di riassunto o di bignami. La storia in pillole, e allora prende quella che costa anche meno (che culo! Due piccioni con una fava), così riduce la devastante fatica della lettura.

15 risposte a “La devastante fatica della lettura”

  1. Avatar matto81

    viola, continuiamo a combattere!

  2. Avatar Vyola

    che triste sentire certe voci in giro, io non so stare senza leggere, è un pò come respirare:)

  3. Avatar matto81

    morgana, un arricchimento.

    raldi, scusa puoi ripetere che non ho capito? 😛

  4. Avatar Raldi

    Zafon, Zafon, Zafon, Zafon, Zafon, Zafon, Zafon, Zafon, Zafon, Zafon, Zafon, Zafon, Zafon, Zafon, Zafon, Zafon, Zafon, Zafon, Zafon, Zafon, Zafon, Zafon, Zafon, Zafon, Zafon, Zafon, Zafon, Zafon, Zafon, Zafon!

  5. Avatar Morgana2

    che tristezza vedere persone costrette a leggere un libro quando dovrebbe essere una cosa naturale, divertente e interessante.

  6. Avatar matto81

    miki, per me la settimana non finisce mai. Vadooo! -.-“

  7. Avatar paleomiki

    Sono felice di vedere che sei sopravvissuto alla settimana!

    Purtroppo non riesco a partecipare alla conversazione sui libri italiani, ma ieri mi sono comprata uno dei grandi bestseller inglesi dell’estate(mò il titolo non me lo ricordo), ti farò sapere com’è.

  8. Avatar matto81

    mafalduzza, le ha detto:“No, no, no. Il contenuto è uguale è solo che è impaginato diversamente!” molto professional.

    gogan, Federica Bosco è brava eh! Fidati, fa crepare dal ridere. Quello che giustamente hai avuto il pudore di non nominare fa pena.

    dani, apri le pagine e viene fuori aria fresca a sbuffetti?

  9. Avatar ionontremo88

    Oppure, per combattere il caldo, di Fante potresti leggere l’ottimo “Aspetta primavera Bandini”

  10. Avatar Gogan

    Io in questo scenario Africano direi di fondare una tribù in cui tutti gireranno in mutande leopardate e praticheranno l’amore libero.

    più che fatica della lettura la tua è stata quasi un suicidio visto la qualità dei libri,i titoli della Bosco sembrano quasi quelli di un tale FDRC MCC (non riesco a nominarlo)

  11. Avatar Mafalduzza

    ehehe 🙂 bellissima la motivazione per l’edizione tascabile…ma la commessa non si è messa a ridere?

  12. Avatar Domodeva

    si, prova anche con gli altri romanzi…se ti è piaciuto Chiedi alla Polvere, ti piaceranno anche gli altri. “Sogni di Bunker Hill”, da cui si possono trarre dei quadri teatrali esilaranti, “La confraternita dell’uva” e gli altri….sarà gustoso!

  13. Avatar matto81

    domodeva, ad avercele le mattine di ozio! Io di Fante ho letto Chiedi alla polvere, e mi è piaciuto molto.

  14. Avatar Domodeva

    io sto leggendo un libro di John Fante, uno che, per puro caso non avevo mai letto, visto che Fante è senza dubbio il mio autore preferito. Te lo consiglio per le assolate mattine di ozio, in cui ti chiuderai a casa con il ventilatore acceso e il divano pronto ad abbracciarti.

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sono Matteo

Sono nato a L’Aquila nel 1981.
Adesso vivo a Firenze, insegno ai bambini della scuola primaria e scrivo romanzi definiti “per bambini e ragazzi”, ma io dico non vietati agli adulti…

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