Vorrei ringraziare la mia banca che, premurosa, mi ha inviato a casa il riepilogo dei movimenti dal primo aprile al trenta giugno, probabilmente per ricordarmi che il mio conto corrente non è una specie di fontana delle meraviglie che produce liquidi (danaro) indefinitamente.
Ci sarà un momento in cui i soldi finiranno, amico mio, e quel momento arriverà molto presto se continuerai a prelevare come se i bancomat sparsi per la città fossero una specie di cassa di plastica tipo novelle cucine che pigi tasti a caso, si apre il cassetto e giochi coi soldi finti. I soldi con cui giochi tu non sono finti, lo capisci vero?! Questo è il messaggio deducibile dai dati così scritti sulla lettera che ho ricevuto oggi.
Totale entrate: 917.95 – Totale uscite: 2419,66
Ok, siamo leggermente fuori dall’equilibrio che vorrebbe le entrate supereroi sempre capaci di tamponare e fermare le uscite, nemici che minacciano le serenità notturna della city, ma certo non possono prendersela con me se nei tre mesi di post-terremoto nessuno mi ha ancora versato un centesimo della cassa integrazione che mi spetta. Non è colpa mia se l’INPS si è trasformata in un’inafferrabile entità ectoplasmatica che appare e scompare con telefonate rassicuranti da numeri che, se li richiami un minuto dopo, risultano inesistenti.
Ma le uscite in grassetto… Che gesto di poca finezza, signori miei!
Stanno forse insinuando che continuando così fra meno di un mese arriveranno a confiscarmi persino lo spazzolino da denti frastagliato e frastagliante? Ha questa proprietà magica, con quelle sue setole così distanziate da dimenticare grosse fette di dentatura e allo stesso tempo capaci di scovare i rimasugli nei punti più impensati. La setola frastagliata è imprevedibile, tenetelo a mente. È anche per ricomprarmi uno spazzolino che spero di sbancare il Superenalotto. Se state pensando di fare una colletta per regalarmene tre al prezzo di uno e mezzo, in offerta alla Conad, no. Optate per qualcos’altro tipo un cellulare almeno di penultima generazione (il mio ha sei anni quindi diciamo appartenente a cinquantacinque generazioni fa) oppure un forno a microonde o tutta la prima edizione di Scusa ma ti voglio sposare, il nuovo libro di Federico Moccia, così la trasformo in un nuvolone di fumo nero nel tanto atteso e gigantesco falò giustiziero che il mondo della cultura reclama a gran voce.
Ieri ho passato l’impregnante su otto fioriere di legno grandi come bare senza coperchio. Alla settima ero completamente ubriaco. Quell’impregnante ha effetti meravigliosi. Vi saprò dire il nome. Oggi è stato l’ultimo giorno di lavori forzati. Il Mc Donald’s è ormai pronto prontissimo per l’inaugurazione di lunedì. Per coloro che ancora non lo sapessero (sono state inviate le nostre meravigliose fanciulle, e sottolineo meravigliose, a distribuire volantini pure dentro ai cessi pubblici) ci saranno patatine fritte gratis per tutti.
Al pubblico riapriremo alle venti. A centocinquanta metri c’è una delle tendopoli più grandi di L’Aquila e io farò – ma tu guarda un po’ – il turno delle venti. Non so perché ma non mi sento molto fortunato e temo che quella di lunedì sarà una serata barbarica come le invasioni, non quelle della Bignardi, ma quelle vere, dei barbari del ‘400 guidati da Alarico alla conquista del Mc Donald’s.
Intanto godiamoci il weekend con la penultima intervista della stagione di 4 chiacchiere (contate) con… che ad agosto va in vacanza per tornare a settembre con in petto la fascia di rubrica più abbronzata del mondo. Oggi abbiamo incontrato lo scrittore Andrea Malabaila, nonché editore della ormai quotatissima Las Vegas edizioni, che ci racconta tutte le sfaccettature del suo dondolare fra scrivere i propri libri e produrre quelli degli altri, e ci parla anche del suo nuovo romanzo L’amore ci farà a pezzi pubblicato da Azimut.
Lascia un commento