Lo so che ho scritto che il Trash week end di questa settimana sarebbe stato veramente trashissimo. E vi giuro che è vero. Sarebbe stato, se fosse esistito. Il fatto è che, vuoi per il caldo (è la scusa cult, va bene per tutto, prendete nota. Non vi va di stirare, di portare da mangiare alla vostra bisnonna in fin di vita, di andare a riprendere all’ospedale il vostro fratellino col piede ingessato? Dite semplicemente: "Fa caldo!" e sospirate straziati) vuoi perché io dopo un po’, che sia presto o tardi, mi stufo degli appuntamenti fissi (non riesco a seguire una serie televisiva neanche se m’incatenate davanti alla tv), sarà pure perché sinceramente a me non è che freghi poi molto di quello che fanno i VIP, e quindi se 1 o 3 o 70mila week end non mi va, non lo faccio, anche perché, sia chiaro, qua nessuno mi paga per scrivere (questo lo sapevate, no? Non è che qualcuno pensa che io percepisca uno stipendio da Splinder, per esempio per portare avanti la Stanza, i Trash week end e le varie più o meno puttanate mie? Anche se, devo dire, l’idea non mi dispiacerebbe mica eh!). Avevo pensato su consiglio di Niccolò di fare degli speciali sull’estate dei biggoni, ma, se non ho voglia, che vi devo dire?
Sarà pure per l’umore, sicuramente. Capite bene che se non sono al top, o comunque molto su, mi viene difficile trovare quella giusta ironia. Sarà anche per la scrivania che era piena di carte ammucchiate. Sarà per le urla di poco fa. Quelle sì che sfiancano. Come una quercia mi lascio colpire e, a ogni accettata, è più difficile restare in piedi. Rispondo alle prime provocazioni sentendomi invincibile e poi smetto aspettando di salvarmi, come al solito. Ho fatto un po’ d’ordine, ho riempito un bustone nero lasciando solo quello di cui ho bisogno. Ho cercato su internet materiale, sono riuscito a istallare e a trovare l’icona del risolutore di Excel dentro Excel, che detto così sembra una cazzata, ma, dovete credermi, per me è tutto difficilissimo, a partire dal sedermi e decidermi a non staccare gli occhi da quelle pagine. È stata una sorta di piccola reazione, quella di fare piazza pulita di tutto l’inutile in mezzo al quale nuotavo senza trovare nulla. Ci voleva un punto di partenza, presto vi saprò dire se e quanto camminerò. Certo è che quest’estate è la più dura della mia vita.
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