La storia di Amanda Hocking è eccezionale, unica nel suo genere e direi irripetibile. Amanda è una giovane autrice statunitense che scrive da quando ha 6 anni. 20 romanzi nel cassetto e mai un editore disposto a pubblicarla. Si era posta un obiettivo, trovarne uno prima dei 26 anni. Non ci è riuscita. Adesso di anni ne ha 27. Dopo aver ricevuto centinaia di rifiuti, 2 anni fa, nel corso di una fiera, si imbatte in alcuni autori che avevano sperimentato l’esperienza del self-publishing e stavano riscuotendo un buon successo, così decide di gettarsi nella mischia di Amazon. Nel luglio del 2010 carica il suo primo romanzo digitale. Vendeva una copia al giorno, non era molto, ma è più di quanto vende un autore che si pubblica da solo su Amazon. Nelle settimane e poi nei mesi successivi è un’ascesa continua, raggiungendo la cifra da capogiro di 9mila download al giorno per i suoi libri, pubblicati al ritmo di uno al mese.
Ha totalizzato più di 2 milioni di copie vendute ed è entrata nel Kindle Million Club con Stieg Larsson, James Patterson, Michael Connelly e Stephenie Meyer, diventando di fatto milionaria senza avere un editore.
Dopo questo straordinario riscontro di pubblico, naturalmente gli editori li ha trovati. In Italia ce l’ha portata Fazi che ha appena pubblicato Switched – il segreto del regno perduto, il primo titolo della trilogia fantasy Trylle, e che pare pubblicherà tutti i volumi della saga. Se siete curiosi di scoprire cos’è che sta entusiasmando milioni di lettori in tutto il mondo, Amazon vi dà la possibilità di assaggiare senza pagare, che di questi tempi non è poco. Trovate, in download gratuito, un corposo estratto contenente i primi 4 capitoli di Switched (qui). Fatemi sapere che ve ne pare. Io non mi ci avvicino neanche. Non per fare il sostenuto, ma le avventure delle diciassettenni che si chiamano Wendy, a cui la scuola non va e le giornate trascorrono senza sussulti, finché non si accorgono di avere il potere di condizionare col pensiero le altrui azioni, e sono pure un po’ tro… troll, (ecco spiegata la tinta verdognola della pelle) non fanno per me. C’ho pure quasi 31 anni, abbiate pazienza!
Amanda Hocking è la pioniera di 2 grandi rivoluzioni editoriali su cui nessuno avrebbe scommesso un solo centesimo. Da una parte quella digitale: è riuscita a vendere 2 milioni di copie da sola! Cifre che neppure un romanzo di carta, presente in tutte le librerie e supportato da una campagna promozionale martellante, toccherebbe. Esempio: La solitudine dei numeri primi, che ci ha frantumato i boccini, tanto ne abbiamo sentito parlare. Ce lo ritroviamo davanti nei momenti più impensabili, pure quando apriamo la confezione di compresse per la stitichezza. Eccola lì, l’immancabile immagine di copertina sul foglietto illustrativo con sotto scritto: Attenzione, prodotto purgante! Anche somministrato in piccole dosi può avere effetti lassativi estremamente fastidiosi. Beh, il bestseller di Paolo Giordano ha da poco superato il milione, pubblicato da Mondadori però, non so quanti anni fa ormai. Altro tabù bruciato dalla Hocking è quello del self-publishing che viene considerato di norma l’ultima spiaggia dei disperati senza talento schifati dagli editori, almeno in Italia. In America non è così. Secondo una ricerca pubblicata lo scorso anno sul blog letterario Novelr, tra i 25 autori di bestseller su Kindle, solo 6 hanno già pubblicato con case editrici. Nel 2010 il mercato degli ebook ha raggiunto quota 878 milioni negli Stati Uniti, quattro volte tanto rispetto al 2009.
Quella di Amanda Hocking è una bella favola, che offre speranza a chi sogna di arrivare alla gente attraverso la parola scritta, a chi non molla nonostante i rifiuti, a chi persevera perché pensa di avere le carte per sfondare il muro dell’indifferenza, che le case editrici erigono a protezione dagli aspiranti assaltatautori all’arrembaggio, però attenzione! Sarebbe sbagliato pensare che per lei si sia trattato di una specie di magia; che le sia bastato caricare un paio di libri su Amazon per ritrovarsi multi-milionaria. Amanda Hocking racconta di 10 anni di sofferenza, passati a lavorare e a dedicare il resto della giornata alla scrittura, anche fino a tarda notte, per svegliarsi la mattina dopo prestissimo e tornare al lavoro. Racconta di ore spese a risolvere problemi tecnici sul Kindle, disegnare le copertine, editare i suoi testi, scrivere sul suo blog (qui), che ha mantenuto sempre attivo, rispondere ai lettori che si facevano più numerosi. Il processo editoriale che va dall’idea al libro è molto lungo, e la frustrazione alle porte, soprattutto quando si è resa conto di essere una sola contro 100mila piccoli problemi che ne fanno uno gigante. Dice: Mi fa andare in bestia, perché davvero ho provato a far funzionare tutto, semplicemente non ci riesco. È troppo; è spossante ed è difficile. E comincia a pesarmi a livello emotivo. So che sembra strano e lamentoso, ma è vero.
Finché non ha deciso di consegnarsi al tradizionale mondo dei libri, che per anni l’aveva rifiutata. Per 2,1 milioni di dollari ha affidato la pubblicazione della prossima serie di romanzi a St Martin’s Press negli Stati Uniti e a Pan Macmillan nel Regno Unito. In attesa di scoprire se troverà su carta il medesimo successo che ha saputo costruirsi in digitale, potrà smettere di lavorare e rilassarsi un po’ in giro per il mondo a promuovere i suoi romanzi.
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