Si è aperto ieri il 25esimo Salone Internazionale del Libro di Torino.  Io vorrei tanto, ma non posso. Non ho giorni liberi e mi mancano i dindi sonanti, detti anche amichevolmente pippis. Rosico perché, oltre ai soliti noti, ci saranno anche Elisabeth Strout e Luis Sepùlveda, al quale vorrei dire quante carezze farei al suo gatto che insegnò a volare alla gabbianella. Non ci sarà neanche Beppe Grillo, ma non per problemi affini ai miei. Non ha gradito le parole di Ernesto Ferrero, il direttore artistico dell’evento, che lo ha invitato al Salone: A parlare di cose concrete, abbandonando l’insulto e l’invettiva. Il Re Grillo, che aveva concordato la sua presenza a Torino presso lo stand di Chiarelettere a patto che gli venisse concesso di esporre il suo programma politico, ribatte sul suo seguitissimo blog: Ne prendo atto e non andrò al Salone come ospite indesiderato, e un po’ ragione ce l’ha. Chiedere a Beppe Grillo di fare un intervento con più di 100 parole non contenenti insulti è come chiedere a Monti di varare una manovra che non preveda un macigno di tasse sui poveracci, o a Maria De Filippi di non scatarrare sulle scalette di Uomini e Donne. Proprio non ce la fanno, non è nella loro indole. Se inviti Beppe Grillo devi prendertelo con gli insulti e le invettive incorporate, perché lui è proprio quello lì. Ferrero ha sbagliato persona. Avrebbe potuto invitare Tata Francesca o Suor Paola. Pensandoci bene, pure lei dalla tribuna qualche maledizione alla Roma Calcio gliela manda.
Il tema di questa edizione è la primavera digitale. Non è un caso che fra i 1200 espositori c’è anche Amazon. Perché ho ripreso a mordicchiarmi il gomito? Non mancano le polemiche contro il colosso che oggi copre una microscopica fetta del mercato, ma è l’unica azienda editoriale che  cresce esponenzialmente mentre le altre crollano, e quindi fa paura. Non nasce sotto i migliori auspici la convivenza fra Amazon e gli editori tradizionali. Stefano Mauri, presidente e amministratore delegato del gruppo Gems, ha acceso la miccia: Vogliono un mondo libero. Sì, ma libero di usare il Kindle. Curiosa nozione di libertà! Io questa sua uscita non l’ho tanto capita. Se qualcuno conosce il signor Mauri può dirgli di chiamarmi per spiegarmi che nesso c’è fra la libertà di espressione e i Kindle che lo infastidiscono tanto (e poi, eventualmente, pubblicarmi)? Amazon è l’Attila dell’editoria. Fa terra bruciata ovunque passa. Prima ha travolto la distribuzione tradizionale, a partire da storiche catene librarie americane come Borders, che sono precipitate. Poi il mercato dei libri di carta con la crescita degli ebook (favorita dalla diffusione del Kindle), per non parlare della piattaforma di self publishing grazie alla quale gli scrittori possono pubblicarsi da soli. L’unico futuro garantito è per gli autori e per i lettori. Per tutti gli altri, chissà. Intanto quale migliore occasione per accaparrarsi un Kindle direttamente allo stand di Amazon, e pure scontato? Io, se non ce l’avessi già, sarei partito per Torino anche soltanto per questo. Non certo per i Modà che presenteranno il loro primo libro Modà. Come un pittore, scritto da Kekko Silvestre (sì, in copertina ci sono tutte queste k) e del  quale sono stato informato attraverso circa 600 eventi, messaggi ed email. Mi spiace, ma io non sarò a Torino quest’anno, rispondevo. E quelli, 5 minuti dopo, ricominciavano con le email: Non perderti l’evento della Fiera 2012! Eh la miseria, pensavo. Chissà cos’è, chissà chi è! Viene Stephen King a Torino? Apro e no, ancora con ‘sti Modà! Con un certo sollievo, in generale posso dire di essere stato risparmiato dal fastidioso bombardamento di inviti in serie da parte di editori, scrittori, addetti e non addetti via Facebook e posta elettronica. Forse avranno capito che, oltre a non servire a niente, rappresentano una tortura per l’occhio e il cuore dell’utente che vede comparire una notifica, s’illude che possa essere quell’email che aspetta da una vita, e invece è l’invito allo stand di CuccuruccuccùPaloma Edizioni che quest’anno porterà il suo ricco catalogo editoriale agli occhi del mondo intero. Il discorso non vale per tutti. Come al solito c’è modo e modo, anche se non tutti lo sanno. Con tutto il rispetto per CuccuruccuccùPaloma Edizioni che, qualora esistesse, mi sarebbe simpaticissima.

16 risposte a “A Torino (non) arriva Beppe Grillo (però Sepùlveda sì)”

  1. Avatar Signor Ponza

    Vorrei fare un applauso a questo post.

    1. Matteo
      Matteo

      Il post si inchina. 🙂

  2. Avatar mbj

    E dire che io sono per quelle case editoriali di nicchia che i saloni del libro manco col telescopio di Arecibo riuscirebbero a vedere.
    Ho un po’ l’epidermide delicata riguardo queste manifestazioni, non perché non mi piace leggere, anzi, sono un divoratore di libri, ma proprio perché quando cè tutto, alla fine ciò che manca è ciò che avresti voluto vedere.

    1. Matteo
      Matteo

      E’ bello quello che dici. A Torino, come in altre grandi fiere editoriali, trovi di tutto. Dai grandi colossi ai piccoli editori, che si danno da fare e riescono a partecipare con grandi sacrifici (uno stand a Torino costa da pazzi) pur di presentarsi a così tanta gente che visita la Fiera (e compra poco) in questi giorni. Io, per ricollegarmi al tuo discorso, non capisco perché la gente preferisce affollare gli stand di Mondadori, Feltrinelli e compagnia, per acquistare un libro che trova in tutte le librerie, piuttosto che andarsene in cerca di una pubblicazione che al di fuori è complicato trovare, conoscere un editore nuovo, spulciare per riportarsi a casa tante perline da leggere.

  3. Avatar Miss Fletcher

    Beppe Grillo è uno di quei genovesi che non le manda a dire, così lo si prende, hai ragione!
    Il salone del libro è una grande iniziativa, io seppur vicina non vado, purtroppo. Dai magari l’anno prossimo organizziamo un gruppetto e andiamo insieme, eh?
    Baci Matte!

    1. Matteo
      Matteo

      Non sarebbe mica male, cara Miss! 🙂

  4. Avatar Claudiappì

    Ecco, pure i Modà. Ma dico io, fate i musicisti e fate i musicisti! Basta! Tutto loro? Vogliono pure entrare in politica? Non lo so, eh.
    Comunque io quest’anno sarei voluta andarci, perché mi interessava molto l’argomento, poi perché volevo conoscere gli amici di Starbooks e poi insomma, avevo anch’io un libricino da presentare 🙂 però niente, ho la comunione di mio cugino in Puglia a cui non posso mancare, ché i miei parenti ci tengono assai a ‘ste cose e non avrebbero mica capito che avrei rinunciato ad un pranzo di pesce per i libri, tzè 😉

    1. Matteo
      Matteo

      Io stasera ho rinunciato a una cena di pesce per To Rome whith Love e, col senno di poi… Dov’è la mia cena, dov’è?!

  5. Avatar Laura
    Laura

    “Chiedere a Beppe Grillo di fare un intervento con più di 100 parole non contenenti insulti è come chiedere a Monti di varare una manovra che non preveda un macigno di tasse sui poveracci o a Maria De Filippi di non scatarrare sulle scalette di Uomini e Donne” Fantastico 😀 Comunque, proprio adesso che mi stavo in parte rassegnando al fatto che Moccia e Volo scrivano libri, ci si mette pure Kekko dei Modà…così è troppo, non ce la posso fare…

    1. Matteo
      Matteo

      Va be’, quelli ora li spremono per benino come possono. Finché, a un certo punto, il sukko finisce. Ahah

  6. Avatar paleomichi

    pensa che io non ci sono mai andata… sigh!

    1. Matteo
      Matteo

      Prima o poi capiterà. 🙂

  7. Avatar Rumigal

    Quanto avrei voluto parteciparci anche io!…almeno inizialmente. Quando il mio libro non è stato selezionato ho rosicato da bestia, poi ho saputo che c’erano Fabio Volo e Flavia Vento ho pensato che non era un peccato cosi grande 😀

    Comunque sia Amazon ha intravisto la strada giusta, chiunque soccomba al suo incedere non lo fa perché Amazon è il male, ma solamente perché sanno sfruttare meglio la tecnologia che c’è. Con buona pace dell’editoria tradizionale

    1. Matteo
      Matteo

      Credo che finché continueranno a chiudersi a riccio nei confronti di Amazon faranno solamente il suo gioco. Dai, sarà per il prossimo libro! 🙂

      1. Avatar Rumigal

        No ma infatti ci tenevo relativamente per il mio libro, sarebbe stata più una cosa di cui vantarmi con chiunque. Penso che se fosse stato selezionato avrei iniziato a presentarmi con “Ciao sai il mio libro è al salone di torino mentre te non vali niente gne gne gne”. Però non fa niente, ecco, vivo comunque.

        1. Matteo
          Matteo

          Ma sì, che poi ti garantisco che il fatto che un libro sia presente a Torino non è che cambi molto l’esistenza. Anzi, per niente proprio. Continua a lavorarci su, fai in modo che sia esattamente ciò che desideri, e magari riprovaci. Ma soprattutto fallo per te e per il tuo libro, non per la pubblicazione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

sono Matteo

Sono nato a L’Aquila nel 1981.
Adesso vivo a Firenze, insegno ai bambini della scuola primaria e scrivo romanzi definiti “per bambini e ragazzi”, ma io dico non vietati agli adulti…

Restiamo in contatto?