Va bene. Per dirvi che il blog, per un po’ di tempo, seguirà l’andazzo di questo mese: qualche apparizione di tanto in tanto e molto silenzio. Le motivazioni sono diverse, ma tutte racchiudibili nell’insieme Decisione. Devo mettere un punto grande come una casa. Grande come una casa è una di quelle espressioni che ho amato, e amo sempre più. Per riuscire in quella che, in questo momento – momento è inteso come grande pezzo della mia vita, i miei primi 31 anni, diciamo – è senza dubbio la cosa che più conta per me, devo spazzar via tutto il resto. Dicono che posso fare l’uno e l’altro e l’altro ancora, e pure lavorare. Forse è vero, ma non per me. Tanti riescono a nutrire la propria forza di volontà fino a vederla camminare e correre, e spallare montagne fino alla meta. La mia è debole e fa spallucce assieme alla pigrizia. Si drizza e urla soltanto per abbracciare le missioni che la stuzzicano, che hanno a che fare con romanzi letti e scritti. Quando si tratta di torture psicologiche pur di uscirne, preferisce marcire nella melma. E’ fatta così. Io c’ho provato a tenere le redini di 1000 cose contemporaneamente. Il risultato è stato un megalitico fallimento su tutti i fronti. Perciò ricomincio da capo, prendendo per le corna un toro alla volta.
Non puoi continuare a mettere la testa dentro allo struzzo! ha esclamato Madre rovinandomi la colazione.
Il fatto è che ha ragione, a parte che non ho capito da quale buco dello struzzo sarei entrato con la testa. Quindi mi do da fare fuori di qui. Sarò latitante anche dai vostri blog, che mi mancano, ma le decisioni sono decisioni. E, come sopra, non è detto che non mi vediate fare capolino nella notte, sempre perché conosco i miei polli, la mia forza, anzi, debolezza di volontà in particolare.
Detto questo, ho le verruche. Quelle che supponevo 2 insignificanti bollicine comuni, di quelle che spuntano così, tanto per, come i moscerini, e poi se ne vanno. Che non ti stai mica a preoccupare di capirne l’origine, di curarle, voglio dire. Sono diventate, nell’arco di un paio di settimane, 300mila sulla faccia e sul collo, principalmente concentrate nell’area attorno alla bocca. Hanno la forma di palline trasparenti e dure, e non c’è modo di schiacciarle, semmai di staccarle, come ho fatto io quando non sospettavo fossero contagiose. Quando ho provato a prendere un appuntamento con la dermatologia ospedaliera, mi hanno risposto che il primo giorno utile sarebbe stato il 16 ottobre, martedì. Il 16 ottobre avrò la faccia di Nightmare. Ricorda Nightmare, il mostro che ha terrorizzato i sogni di milioni di bambini degli anni 80? Sì, me lo ricordo. La voce della telefonista trema. Dopo un momento di pausa e paura, aggiunge: Forse è il caso di rivolgersi a un dermatologo privato. Così ho chiamato il mio medico, il dottor Santouomo che, dopo avermi rassicurato: Non ti preoccupare, se ne andranno con una cremina, mi ha dato il numero di una dottoressa. Buon giorno dottoressa Baby, la chiamo a nome del dottor Santouomo. Ho la faccia piena di bolle strane, che si moltiplicano e io non so più che fare. Lei tossisce un paio di volte: Guardi, io sono al nono mese di gravidanza. Ho ricevuto fino alla settimana scorsa, ma queste 2 settimane vorrei riposarmi. Se è una cosa urgente, la indirizzo dal dottor SfuXXXoiu, il mio sostituto. Altrimenti, io riprenderò a lavorare a settembre. Sì dottoressa, è piuttosto urgente, mi potrebbe dare il contatto del dottor… (com’è che ha detto che si chiama? Va be’, ci provo) del dottor… Sfulisoiucoff. Ci attacco un colpo di tosse per mascherare tutte le lettere del cognome che ho toppato. Chiami il centro Blabla a questo numero, e fissi un appuntamento.
Al centro Blabla mi danno appuntamento per il giorno dopo, alle 18.30. Quando si dice il potere dei soldi. Prelevo 150 euro e arrivo alle 18. Il dottore mi riceve con mezz’ora d’anticipo. SfuXXoiu è un giovane uomo sui 35/38 che, dal momento in cui mi presento all’istante in cui mi saluta, quando vado via, non smette un attimo di indirizzare sulla mia persona uno sguardo di commiserazione. Mi guarda come se avesse davanti un esemplare di marcio patologico da tenere alla larga, e contemporaneamente sentisse vibrare l’emozione di una nuova avvincente avventura fantascientifica. Mi studia con una lente luminosa. La sua diagnosi è devastante: Sono centinaia di verruche. Bisogna bombardarle immediatamente! Io mi drizzo dal lettino, dando pure una mezza craniata contro la porcellana del lavandino, ed esclamo: Alt! Bombardare cosa? Lui mi fa cenno con la mano, tipo Scialla! (stai sereno amico!): Bombardare non nel senso letterale, chiaramente. Dottore mi scusi, come hanno fatto a diventare così… così… centinaia? Con la lametta. Ti sei fatto la barba incurante e le hai sparse su tutto il viso e il collo. Questo vuol dire che non potrai più farti la barba fino a data da destinarsi. Intanto dobbiamo rinforzare le difese immunitarie della pelle con Immunoskin, 2 bustine al giorno per 3 mesi. Ah, una cosa veloce insomma! Lui tossisce, come se l’avessi interrotto quando non dovevo, e non mi permetterò più. Prosegue: Ti passi Verunec su tutta la faccia, la sera. Tieni la maschera fino al mattino. E 2 volte al giorno la Tintura Madre di Thuya… Quando dice Madre mi scappa una risata. Unita alla certezza che, con quel nome, non può che essere il giusto rimedio. Lui riprende a illustrarmi gli effetti: Che non è altro che uno stimolante di difese immunitarie superficiali. E poi vorrei fare una biopsia della verruca. Questa ve la racconto la prossima volta, fra non si sa quanti mesi, magari pure domani. Intanto segue un breve specchietto riassuntivo delle spese mediche sostenute in 10 giorni di cura.
Partiamo con gli acquisti del giorno:
– Secondo tubetto di Verunec, 11,10 euro.
– Unguento Altargo, antibiotico per lenire le lacerazioni provocate dal Verunec, maledetto a lui, 18,90 euro.
– Secondo tubetto di Tintura Madre di Thuya, 12,90 euro.
– Pennellino per applicare le lozioni acide sul viso, perché quello incluso mi si è spezzato in mano, 3,49 euro.
TOTALE (ancora) PROVVISORIO: 217,35 + 46.39 = 263,74 euro.
Riepilogo spese precedenti:
– Visita dermatologica, 80 euro.
– Totale medicinali acquistati, sufficienti per 10 giorni dei 3 mesi di cura, euro 57.
– Costo complessivo delle 2 impegnative necessarie per la biopsia di una verruca, esame che il dermatologo sente di dover fare, pur avendo la certezza che siano verruche: 42,35 euro, ai quali vanno sommati i 10 euro per ogni impegnativa. Totale ticket: 62 euro e 35 centesimi.
– Aloe Vera in gel, onde evitare che le abrasioni causate dagli acidi mi trasformino in una patata da spellare, confezione famiglia da 500 ml, euro 18. (Una mano santa)
TOTALE PROVVISORIO: 217,35 euro.
Se io non li avessi avuti, quei soldi. Se fosse stato qualcosa di più delicato. Se capiterà, un giorno, e non avrò la possibilità di curarmi. Insomma, la leggenda della sanità americana non mi sembra poi così lontana.
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