All’improvviso riprende a soffiare il vento. Ma quale vento… Qua è un uragano, una detonazione atomica, un’indescrivibile e pazzesca sensazione di beatitudine. È una specie di squarcio dimensionale che si apre di fronte a me. Devo fare un passo ed entrare a contatto con una realtà che, pur distante anni luce, sembra così vicina. Un passo soltanto. È surreale quello che si prova, per quanto continui ad apparirmi come un pessimo scherzo. Io il destino lo temo perché con me si è sempre divertito, e il disincanto poi è spietato sui sensi. Quindi stavolta faccio finta che è già Carnevale e mi ritravesto da scrivente, col mio portatile di terza mano che s’impalla appena mi azzardo ad aprire due finestre contemporaneamente. Intanto manca un mesetto all’uscita di Supermarket24, ma lasciamo perdere i conti alla rovescia che l’ultima volta hanno portato una sfiga colossale. Quello che avevo impostato con scadenza metà marzo si è rivelato il conto alla rovescia all’inizio del periodo più brutto della mia vita. Chi mi segue da un po’ sa a cosa mi riferisco. La casa editrice che doveva pubblicare Supermarket24 ha chiuso i battenti immediatamente prima della pubblicazione del mio libro. Poi il terremoto e via dicendo. È proprio vero che bisogna aver pazienza. Pazienza in amore. Pazienza nelle passioni. Pazienza con chi riesce a tirar fuori il peggio di noi. Pazienza col tempo che sembra non passare mai. L’orologio segna la stessa ora da ore. Eppure la lancetta si muove, ma l’immobilità del resto fa sì che quel procedere risulti vano. Pazienza con le nostre insoddisfazioni e con l’ennesimo obiettivo mancato. Pazienza coi sogni. Io non lo so che succederà, ma un gigantesco gancio meccanico, di quelli che svuotano ogni due o tre giorni il cassone di spazzatura del Mc Donald’s, mi ha afferrato e tirato fuori da lì. Volo a bordo di un palloncino che si allontana dalla terra, dalle case, e dalle voci della gente. È solo un palloncino, potrebbe scoppiare da un momento all’altro, eppure le saette del temporale che imperversa fuori dalle pareti gommose e colorate di rosso e di blu e di verde acido, non mi fanno paura. Volo e basta. A bordo di un palloncino ora sto e qui si sta bene. A bordo del palloncino un po’ di spazio c’è. È così che mi sento ora: in alto.
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