Il frigo è vuoto. Io ho fame. Ora che ho un lavoro posso finalmente fare la spesa. Arrivo in cassa con un carrello pieno. La cassiera bionda, che chiameremo Nemica n.1, mi guarda con l’aria indispettita di chi ritrova dopo tanto un ex vecchio amico, che non l’ha più salutata perché ha vinto al Superenalotto e ora fa parte di un altro ceto sociale.
– Pago tutto in contanti! – esclamo tirando fuori il mio portafogli di un certo marchio che non dirò per non influenzare il mercato italiano dei portafogli.
Lei annuisce.
– Vorrei anche fare la carta Fidaty – aggiungo animato da un entusiasmo nuovo. – Sa, ho visto che ci sono molti sconti riservati solo a…
– Sì certo, vada pure che gliela fanno.
– Ah grazie! Dove devo andare?
– Là! – esclama lei senza fare un solo cenno rappresentativo di una direzione.
Va be’. Vado al box informazioni e ci trovo Nemica n.2. Ho l’impressione che mi abbia riconosciuto.
– Salve, dovrei fare la Fidaty – dico appoggiando con una incauta naturalezza, lo ammetto, una delle buste sul bancone. Fuoriesce un pomodoro che rotola, sbatte sulla penna che le scappa di mano tracciando una riga blu su una specie di bolla che stava compilando. Sbuffa. Gli esce qualcosa dalle narici.
– Le parti gialle sono obbligatorie – dice senza staccare gli occhi dal suo compitino. Vedo un foglio decollare, alimentato dalla spinta propulsiva del suo lancio, e planare sotto ai carrelli. Mi accuccio e recupero il modulo della Fidaty. Lo compilo. Questo silenzio fra me e lei mi fa dispiacere. Voglio confortarla, starle accanto anche con le parole, esserle di compagnia.
– Sembra molto conveniente questa carta. È davvero un’ottima trovata – dico per attaccare bottone.
– La fanno tutti i supermercati, cambia solo il nome.
– Sì, e Fidaty è un nome splendido. Rende molto l’idea di…
– Ha fatto?
– Sì, mi scusi.
Le allungo il modulo.
– Bene… – e fa un ghigno. Dall’iride si irradia una strana luce inquietante. La vedo molto distintamente perché, per la prima volta, mi fissa. Poi mi dice: – Peccato, le ho finite. Torni domani.
Sai che ti dico, cara addetta alla compilazione delle bolle barra consegna carte Fidaty dell’Esselunga? Che sei cattiva. E il giorno in cui avrai bisogno di una straordinaria avventura di Peppa Pig, da me non l’avrai.
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