Non è vero che i sogni notturni seguono dinamiche inspiegabili della mente. Le classiche 5 pagine lette, con la disattenzione del sonno che avanza e la stanchezza del giorno che muore, avrebbero infatti il potere di condizionare fortemente il nostro sonno. O almeno questo dice un’inchiesta realizzata in Inghilterra da un’equipe di psicologi dell’Università del Galles. Dream Lab (traduzione simultanea: Laboratorio dei sogni) è lo studio condotto su un campione di 10000 persone in tutte le biblioteche della Gran Bretagna. Dai questionari è emerso che gli abituali frequentatori di luoghi culturali, circondati quotidianamente dai libri, tendono a ricordare meno i sogni e che le donne sarebbero più soggette agli incubi. Gli psicologi hanno cercato un legame fra letture e sogni.
Allora, sappiatelo. Le poesie fanno dimenticare i sogni e, nelle rare volte in cui al mattino il lettore di poesie ricorda il sogno, tende a tenerlo per sé. Al contrario di chi legge spesso storie d’amore che racconta i suoi sogni zuccherosi a chiunque incontri per strada. Sogni sdolcinati che pretendono di farsi raccontare e sogni poetici che non ci tengono per niente. Sogni socievoli e sogni asociali, intimi, solitari.
I racconti fantascientifici oppure i romanzi gialli portano immagini nitide, da una gran carica emotiva, non incubi però. Questo è curioso. Ci si aspetta che dopo la lettura dell’ultimo romanzo di Stephen King uno incontri nella notte vampiri, malvagie creature dei boschi e maniaci pronti ad afferrarlo e a fare di lui carne da macello. E invece no.
Svegliarsi col cuore che pare il primo rullo di tamburi lanciato dal capo tribù e tenere, per quanto possibile, gli occhi sbarrati per non rischiare di tornare fra le mani del malvagio demone. Ripercorrere l’inseguimento per tutta la città avvolta in una nebbia densa e silenziosa, l’agghiacciante momento in cui il demone ritrova la sua vittima fiutandola fra i vicoli. Possibile che non vi fosse una sola anima disposta ad aprirle le porte di casa, offrirle un rifugio sicuro?
“Per fortuna era solo un sogno!”
La colpa di chi è?
Dei fantasy che aumentano la frequenza di incubi notturni. Io non ricordo questi grandi incubi nelle settimane di lettura del ‘Signore degli Anelli’, ma se lo dice il dottor Mark Blagrove e il Chartered Institute of Library and Information Professionals…
Il fenomeno diventa rilevante se a leggere fantasy sono bambini o adolescenti. I fanciulli in tenera età sono più impressionabili dei grandi e questo fa sì che gli incubi aumentino di 3 volte rispetto alle notti degli adulti. Tipico dei bambini che leggono abitualmente fantasy è la lucidità nei sogni. Cioè loro, mentre sognano, sanno benissimo che stanno sognando e cercano il modo di uscirne, oppure di restarci, se l’avventura onirica li appassiona.
Quindi bisogna pensare anche a quale libro portarsi sotto le morbide coperte del letto perché, quelle poche pagine hanno il potere di rovinarci o rendere piacevoli (proviamo a guardare il bicchiere mezzo pieno) i nostri (bei ?) sogni, le nostre notti, diciamo quindi il 40 per 100 della nostra vita.
[Io sto leggendo ‘I love shopping in bianco’ e l’altra notte ho sognato che tornavo a casa dopo una lunga giornata di lavoro e sulla madre-poltrona, al posto di Madre, ci trovavo una pantera nera che mi dava il bentornato spalancando le fauci colanti bavetta sul pavimento. Considerando che Madre e la pantera in questione hanno non poche caratteristiche comuni, non so fino a che punto si sia trattato soltanto di un sogno.]
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