Giornata sì, giornata no, giornata sì, giornata no, giornata sì, giornata no. Ieri giornata sì, oggi già non lo so più. Mi sono mezzo ubriacato con un aperol spriz, che io spriz comunque non l’avevo detto, ma me l’hanno ordinato così; mi pareva un po’ più alcolico del solito innocuo aperol. Ho inviato il mio curriculum a tutte le case editrici fiorentine e l’ho consegnato pure alle librerie. Ne mancano un paio, domani completo la missione. L’altro ieri ho sbagliato direzione del bus e mi son ritrovato a Scandicci. “E ora?” con sguardo lacrimevole, inumidito, devastato verso il guidatore. “Ora si siede una quarantina di minuti e arriva a piazza Alberti”.
Arrivo alla libreria che si abbassa la saracinesca. “Mi dispiace stiamo chiudendo” “Devo consegnare una cosa, un attimo soltanto” mi fa entrare. “Mi dica” “Sì, ecco, devo consegnarvi… il mio curriculum!” e sfodero il mio stranoto sorriso finto a 32 denti bianchissimi. Qualcuno sta tornando a L’Aquila. Si parla di iniziare i lavori di visione delle abitazioni. Mia madre, che è un po’ negativa di suo (dopo il terremoto ha detto che era arrivata la fine del mondo), mi ha detto che casa nostra forse risulterà non agibile e non si sa bene il destino delle case non agibili e dei loro ex inquilini. Io per ora resto qua a cercare una strada, un lavoro. Firenze è meravigliosa, anche se vi giuro che è tutto difficilissimo. Non mi sento più padrone di niente, una specie di estraneo e nell’80 per cento delle situazioni non so come comportarmi, come muovermi, cosa fare e cosa no, cosa dire, se dire, come aiutare. Mi dispiace che il blog in questo periodo stia diventando monotematico, ma è quello che sono ora, monotematico. Trovare energie per inventare argomenti, spunti divertenti, quando non so neanche bene dove dormirò non è proprio pensabile. Cambieranno i toni, vedrete, come cambieranno i giorni.
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