Spesso accuso qualcuno di essere maleducato, o di essersi comportato in modo maleducato, che è meglio, di non aver detto una parola in più, di aver detto solo quelle sbagliate, o anche quelle sbagliate, che andrebbero taciute, altrimenti non penseremmo che fossero tali. Spesso critico un atteggiamento (che mi appare) menefreghista, una telefonata mancata, un invito di circostanza, un invito perché, se vengo io viene anche lui che si porta quell’altro, e stai a vedere che era solo l’altro quello desiderato. M’infastidiscono modi di fare preconfezionati, a cui, se non rispondi con tono altrettanto natalizio, passi per quello che vuole fare l’alternativo, quello che vuole fare il vero, quello che dice di non avere limiti e paletti perché lui è così: underground. Vaglielo a spiegare che invece sei solo uno che non respira più in mezzo a tanta finzione! Perché la finzione puzza di pesce andato a male, di uova marce, di cavoli, di stabbio (volevo usare merda, ma mi sembrava una parola poco carina). Solo che poi accade che, passeggiando per la città, incrocio il Re delle farse, e mi scopro a precederlo rovinandogli il tanto atteso inutile e ormai banale, diciamolo, suo saluto, suo invito, suo tempo (sprecato a priori e, anche se non lo fosse, dichiaro ufficialmente che non ne ho per lui), sue parole, suo sorriso (Dio (maiuscolo) credimi quando dico che gli tirerei un calcio in faccia!) suo tutto. Resta a bocca semiaperta con gli occhi calanti (sì, ce l’ha così) increduli, di fronte alle mie due o tre frasi di plastica, che lo salutano senza curarsi delle attenzioni che si aspetta. Trasformazione completata. Mi sono addirittura superato in tutto quello che ho sempre schifato. La differenza però è fondamentale: che io, così, lo sono solo se lo voglio, lo divento insomma, qualcun altro non saprà mai essere limpido, neanche se lo volesse con tutto se stesso.
Che qualche pia anima che ci tiene (se esiste, ed esiste purtroppo) trovi il modo di dirgli che non è bello andare in giro con quella puzza di cavoli addosso, e non è con una doccia, o con due, che se ne sbarazzerà.
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