Mi sono spuntate delle micropalle cicciose sotto il mento, trasparenti e piccole piccole. Sarà conseguenza della rasatura speedy di stamane. Ero in ritardo e non esiste andare al lavoro con la barba non fatta. Non esiste per chi mi paga, mica per me. Io la taglierei solo per estrema necessità, e basta. Quando sta per toccare terra, per non dover raccogliere, camminando, tutto quello che qualcun altro ha gettato; per non sembrare un accattone che preleva e nasconde, all’interno della propria lunga barba, cianfrusaglie e sporcizia di cui, arrivato a casa, farne un sol boccone. Non amo farmi la barba perché sono solidale con la pelle del mio viso. Al passaggio della lametta sanguina come la Madonnina di Civitavecchia. E adesso le micropalle cicciose. Forse arriverà Fox Mulder a mettermi in guardia perché: Quelle sono uova aliene, e tu diventerai presto un Alien alto 3 metri pieno di bolle pustolose! Dana Scully al seguito lo smonta: Dai Mulder, gli alieni non esistono! Proprio in quel momento la luminosità si attenua. Un’ombra cala sulle cose. Dana alza gli occhi al cielo e vede una navicella spaziale coprire il sole. Sì, è proprio un UFO. Non potrebbe essere altra cosa. E’ esattamente così come ce l’hanno descritto nei film, nelle fotografie e Paola Barale a Mistero. Un disco volante con tante lucine intermittenti che mi risucchia a bordo attraverso una luce fluorescente. L’ultima immagine che conservo è Dana che guarda Mulder incredula e poi, quando il disco volante si è ormai allontanato a velocità supersonica fino a sparire nel buio: Mulder, dov’è finito Matteo? Non vorrai mica farmi credere che è stato rapito dagli alieni!
Potremmo spiegare le micropalle come l’avvertimento che qualcosa sta per cambiare. Che gli alieni stanno arrivando, così come ha annunciato Pier Fortunato Zanfretta, guardia giurata di Genova rapito dagli alieni e ributtato sulla Terra più e più volte. Prepariamoci perché il finale del 2012 si annuncia strabiliante. Ma le micropalle potrebbero anche essere uno sfogo, una richiesta d’aiuto della pelle che non ci sta alla notizia del bagno di folla per Fabio Volo. In Fiera, a Torino, legge Dante e racconta le sue passioni letterarie. Intanto se Dante fosse ancora vivo, e malauguratamente avesse deciso di ascoltare Fabio Volo così, tanto per farsi un’idea, da scettico insomma – uno una possibilità gliela vuole pure dare (io no, ma in generale non condanno chi lo fa) – scommetto che si sarebbe suicidato non appena avesse sentito la sua voce pronunciare la parola Dante, cioè il suo nome, il sommo poeta, lo scrittore in lingua volgare. Durante di Alighiero degli Alighieri, mica Fabio Scolo! Visto che per fortuna Dante è morto già – prendete quel per fortuna con le pinze del buonsenso – di sicuro, durante le letture del Volo, si sarà messo a fare capriole e salti mortali carpiati, fino a rimanere incastrato nella bara in una disperata posizione di scomodità. Immagino il brontolio dei vicini di tomba esasperati da tutto quel baccano. Anche perché Dante mica li faceva orrori del genere. Twitter palesa al mondo ciò che gli editor hanno fatto tanto per celare in anni e anni di duro mestiere, dai meriti quasi mai riconosciuti pubblicamente. Chissà perché Fabio Volo non si fa editare pure i tweet. Alcuni arguti naviganti di buona volontà hanno ritrovato molte delle sue frasi celebri e più condivise, nel pensiero di antichi filosofi, che Fabio Scolo si è limitato a trascrivere in un Italiano un po’ più ganzo. L’idea che lui viva ricco e famoso con le frasi degli altri, morti di fame, mi fa raccapricciare i testicoli ed, evidentemente, spuntare micropalle cicciose sotto il mento. Comunque pure quest’anno la Santa Fiera è finita. Il bilancio è negativo, ma non troppo. Infatti, se è vero che le vendite rispetto all’anno precedente sono crollate di un abbondante 11 %, l’affluenza è aumentata. Saranno contenti gli organizzatori e i gestori dei bar del circondario, un po’ meno gli editori. Per presentare il proprio catalogo nell’occasione editoriale più importante dell’anno pagano fior fior di quattrini di stand. Se poi neanche vendono, tornano a casa galvanizzati da centinaia di contatti nuovi e belle parole, promesse di collaborazioni che non ci saranno e le valigie piene dei libri degli altri che non leggeranno, ma con le tasche sempre più vuote o, come dice il buon Jovanotti: piene di sassi, e gli scatoloni pieni dei propri libri non venduti e un po’ più sgualciti dall’ennesimo viaggio della speranza.
Piccolo aggiornamento lampo: Solo per oggi trovate 1Q84 di Murakami Haruki a 1.99 sul Kindle-Store di Amazon. Ve lo dico perché io, che l’ho pagato 20 euro e lo sto leggendo in queste settimane, sto rosicando a morte. Fra poco arriverò al 70 % del gomito divorato. Voi approfittatene!
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