Me l’ha detto oggi mia madre, e non poteva essere vero. Vi giuro, me l’ero completamente dimenticato e, considerati i miei molteplici e innumerevoli (inenumerabili pure) impegni, ho appurato che, ahimè (molto addolorato), non potrò seguire le quindici ore di diretta per tutti e cinque i giorni della manifestazione e così, dall’alto della mia onorabile posizione, ho minacciato Pippo Baudo in persona, intimandogli di far inserire (perché lui non è capace), sul sito ufficiale, i video delle esibizioni e dei momenti clou, altrimenti avrei fatto crollare gli ascolti. Pippo, atterrito, ha immediatamente eseguito, peccato (meno male!) che gli ascolti siano crollati lo stesso. Ricordate quando in tempi non sospetti dichiarai che l’ultima mummificata trasmissione di Celentano in cui, con la scusa di fare promozione al nuovo album, sputtanava impietosamente la sorella e i suoi problemi, avrebbe fatto più del Festival? Ecco, c’avevo beccato in pieno! Poi va be’, ieri la notizia del ritrovamento dei corpi dei fratellini di Gravina nel pozzo del paesino, grazie all’incidente accaduto ad un altro ragazzino caduto nello stesso pozzo e che, fortunatamente, a parte qualche frattura sta bene, ha fatto decollare Chi l’ha visto e la Sciarelli, che gongolava in collegamento perenne con Gravina. Mi piacerebbe molto che almeno una di queste storie di bimbi scomparsi trovasse un lieto fine. Comunque (cosa buona e giusta) grazie a Pippo abbiamo la possibilità di sentire le canzoni, o parti di esse direttamente dal sito del Festival (tanto c’è sempre YouTube che frega tutti!): una sorta di bignami Aristoniano che permetterà al Matto di commentare, salvandolo dall’atroce martirio della maratona di stecche melense.
Datemi il tempo di ingranare perché sono ancora nella fase: Com’è che si chiama quel cantante che cantava quella roba che faceva tipo quell’altra che aveva portato due anni fa in coppia con quell’altro di cui non ricordo il nome, che aveva fatto quel video tutto colorato? (è il nome della fase). Quindi per ora solo flash. Intanto diciamo che non credevo esistesse qualcuno più stonato di Francesco Facchinetti e invece ecco che ti spunta Daniele Battaglia vestito come se dovesse andare al suo funerale (la canzone era anche appropriata, direi!), e stona per l’intera durata dell’esibizione; è riuscito sostanzialmente in qualcosa di matematicamente impossibile. (Dai, una nota su mille la becco pure io (uno su mille ce la faaa!), invece lui no!) E guarda un po’ il caso, Daniele Battaglia è il figlio di Dodi Battaglia dei Pooh. Non voglio più sentir parlare della teoria che vedrebbe il talento trasferirsi geneticamente di generazione in generazione, grazie! Ad un certo punto ho intravisto dei tredicenni sul palco che pensavo fossero i Finley, ma non erano i Finley, ma sono uguali ai Finley. E va be’, se non sono i Finley non sono i Finley. Però ora, scusate, ma non vi sembra troppo chiedermi come si chiamano? Comunque state tranquilli e non lasciate all’ansia divorarvi da dentro perché, appena lo scoprirò, vi aggiornerò, promesso! Carina la canzone di Vasco Rossi. L’ho trovato bene, devo dire. Ringiovanito, smagrito, bel carattere. Bravo Vasco! Come, Vasco Rossi non c’era?! E chi era quello allora? Fabrizio Moro, chi?! E va bene, metto subito le mani avanti prima che mi bombardiate di insulti. Sì, ero proprio io quello che l’anno scorso aveva tifato per lui e per la sua Pensa. Ok, però non è che perché uno vince un anno poi deve persistere con la stessa tipologia di canzone ed esibizione per tutti gli anni a venire, finché morte non ce ne liberi! Dai Fabbrì, abbiamo capito che sai rappare, ora prova a cantare! Conosci il significato della parola melodia? Allora applicati ché le potenzialità ce l’hai! Poi ho sentito che Tricarico (per ricordarmi chi fosse c’ho impiegato due ore e mezza e, non riuscendovi, l’ho cercato su Google che ha manifestato anch’esso non poche difficoltà!) se ne voleva andare perché s’era fatto parecchio tardi e s’è dovuto esibire all’una di notte, quando sintonizzata su RAI 1, ormai, c’era rimasta solo sua nonna, sprofondata in un sonno profondo all’ingresso di Meneguzzi (di cui non voglio parlare!) e mai più ridestatasi. Io non lo so certa gente, invece di ringraziare Dio che qualcuno ancora li caga va predicando. Comunque Tricà condoglianze e… accendi due trecento ceri alla Madonna, piuttosto! Dando un’occhiata veloce alla scaletta di stasera, o di domani, boh, insomma della seconda serata, (quando è, è!) ho notato che toccherà chiudere la puntata alla nostra beniamina Berté. Lory, ti prego non ti arrabbiare, ché Pippo è uomo di cuore debole; punta la sveglia verso mezzanotte e mezza, fatti una camomillina prima di salire sul palco, e facce ride, che sei la mejo!
Per ora da Sanremo è tutto. Alla prossima!
M.
No che non ho dimenticato la regina dell’inutilità della musica italiana, la nostra pluribloggata Anna Taty (alla quale, come sapete, la Stanza è legata da un eterno rapporto di odio/sesso), che ha venti e qualcosa anni e ha partecipato a Sanremo trentaquattro volte. Sarete d’accordo con me che a lei e alla sua ennesima canzone capolavoro (ma come fa a peggiorarsi sempre?) va dedicato uno spazio speciale, un commento attento, dettagliato a questa nuova perla gigggidalessiana. E non si lamentasse se l’amico gay a cui ha dedicato la canzone, non appena la vedrà comparire per strada, si avvicinerà minaccioso, prima di giungere a distanza adeguata a bombardarla di confezioni di mascarpone al botulino in faccia, ed esser certo di fare centro!
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