Mi dispiace deludere chi in questi giorni dovesse averlo sperato, ma io, cari signori miei, non sono morto. Il matto in campeggio per un Ferragosto alternativo. Tre giorni al lago di Campotosto. Inizialmente doveva essere solo il quindici. Poi ho pensato che almeno una notte potevo farla, ma tanto che fai una notte ne fai pure due, e allora sono stato fino all’ultimo. Mi ci voleva una vacanzetta, seppur piccola piccola divertentissima.
Unico particolare, insignificante pagliuzza. Assenza di bagni e acqua. Io non è che pretendessi l’azzurrino di casa mia con tanto di plafoniera sfumata che riprende il colore delle piastrelle; solo un buco a forma di cesso, e un lavandino da cui uscisse acqua o qualcosa di simile, e dieci minuti di pace. E invece no. Lì esiste solo il bar Serena con la padrona, per deduzione Serena, che ti guarda male col rimmel calante ogni volta che vai al bagno, che se ci rimani più di diciannove secondi si fa una fila che arriva giù al lago. Immaginate il quindici mattina buone trecento persone una dietro l’altra tutte per il Serena’s bathroom. Nun se po fa’!
Il problema non era tanto un luogo dove espellere quanto in corpo maturato, (ho trovato un incantevole spaccato di natura boscosa in cui sentirmi al sicuro tra le fronde), ma l’assenza di un sacro paradiso acquatico dove insaponarsi per rimuovere resti materiali e aciduli odori di sudore stantio. (Non miei naturalmente. Come sapete la pelle del Matto profuma a prescindere.) Abbiamo provato con la fontanella a duecento metri dalle tende. Niente male se non fosse per l’ominide che, evidentemente dotato di un sistema radar all’avanguardia, avvertiva la nostra presenza e usciva fuori dalla sua casetta rivendicando il possesso della fontana.
“Qua non vi potete lavare. (Why?) La fontana è mia. (Come se io mi piazzassi di fronte all’Angelo Muto di Piazza Palazzo e dicessi a tutti che non possono bere perché l’acqua è mia.) Ci vengono a bere le bestie. (?) Si sporca. (?) E poi non avete visto il cartello della forestale?”
Allora, il presunto cartello della forestale ve l’avrei fatto vedere. Una lastra arrugginita con una scritta in corsivo nera uniposca ripassata e ri-ripassata che suona più o meno così:
È severamente vietato lavare biancheria, stoviglie… piedi ecc.
Voi ditemi se la forestale può arrivare a scrivere una cosa del genere. (Stoviglie puntini puntini piedi? Ecc?) Questo è abuso di potere (quale potere?), lo sai maledetto ominide?
Al lago era giustamente vietato trastullarsi nell’acqua tra le bolle di sapone, e allora ci siamo dovuti arrangiare con pacchi interi di salviettine imbevute alla disperata. Per il resto, a parte qualche normale tensione da convivenza forzata, sono stato benissimo.
Una perla.
Dopo la prima notte praticamente insonne, mentre abbandonato su una sedia a cuocermi al sole attendevo rivelazioni mistiche sbadigliando qua e là, si ferma un extracomunitario di quelli che vendono tappeti, magliette, calzini, mutande, ombrelli, tutto, che m’invita a prendere (e pagare) una cosa a caso dal suo borsone. Molto gentilmente lo saluto augurandogli un buon Ferragosto. Dopo qualche minuto se ne ferma un altro. Molto gentilmente lo scaccio. OK, è Ferragosto; è normale che passino in continuazione con tutta la gente che c’è qua. Il terzo lo scaccio e basta.
Al bar (Serena) io e un mio amico a fare colazione. Mi sento toccare la spalla. Mi giro. Ancora! Mi va il sangue al cervello, vi giuro. Perdo completamente il controllo di me e comincio ad urlare: “Basta! Non ne posso più! Sei il quarto da stamattina! La dovete smettere! Non voglio niente. Non me ne frega niente! Vattene! Sparisci! Ciao!”. Mi rendo conto che ho esagerato, però capitemi, la stanchezza, la nausea da cacca trattenuta, il quarto, eccheccazzo. Il mio amico, sconvolto dall’incontrollabile furia che mi avvolge colorandomi di grigio-rosso fumante, m’invita a respirare, e tenta di mostrare gentilezza verso quel poveruomo viandante, che continua ad insistere.
“Soldi, pochi soldi!”
“Se avessi i soldi te li darei!” (Sì, guarda, lascia pure i tuoi dati bancari che appena torniamo ti facciamo un bel bonifico!)
“Ah non hai soldi?”
“No!”
“Però soldi per cappuccino e cornetto sì eh!”
[Furore, furore, furore na-na-na-NA!]
Un saluto alla mitica modella Vampy, per gli amici Vampina, col suo ferreo decalogo d’oro per una perfetta alimentazione. Spero che le nostre strade s’incrocino ancora e presto.
M.
Passavano continuamente canadair a prelevare l’acqua del lago per spegnere l’incendio che ha ripreso ad ardere a San Giuliano. (Che poi era sempre lo stesso; il canadair e l’incendio.) Ho provato a fare gesti da terra perché rilasciassero una decina di migliaia di litri d’acqua sul mio visetto ustionato. Neanche due giorni di sole ed è indescrivibile il colore che ha acquisito la pelle. Sembra una maschera di cera dipinta di uno sbrilluccicante e glitterato fucsia acceso. Molto fashion. E invece, purtroppo, è soltanto la mia faccia.
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