Le immagini di Roma devastata dagli incappucciati mi hanno fatto pensare. Pensieri superficiali, poco informati. Pensieri a sensazione. Ho visto gente tentare di dire senza far male, manifestare dissenso, voglia di cambiamento in modo civile. Quella gente dovremmo essere noi che, come dice Madre, non avremo neanche una pensione. Ho visto pochi barbari rovinare tutto, come al solito.
Mi ha riportato alla mente la protesta organizzata dagli aquilani a Roma, soltanto per dire che no, non ce la facciamo a restituire le tasse con le modalità previste dal governo. Mica siamo andati lì a lanciare bombe. Per quanto mi risulta nemmeno armati, sempre che voci, striscioni e megafoni non debbano essere considerati pericolosi ordigni da disinnescare. Eppure all’improvviso 4 poliziotti deficienti hanno preso a tirar mazzate con quei loro manganelli del piffero che io gli infilerei su per una parte anatomica con un buco elastico adatto allo scopo. Quelli che chiamano manifestanti che pare tanto simile a hooligans, erano e sono soltanto ragazzi per la maggior parte neanche trentenni, in qualche caso appena maggiorenni, che amano la loro città martoriata, la difendono dall’indifferenza e dall’ingiustizia, vogliono dare una speranza ai loro concittadini che non ci credono più che ci rialzeremo da questa botta, perché non ci aiutano, né da lontano né da vicino, intendiamoci. La nostra amministrazione sta diventando una barzelletta internazionale, ma questo è un altro discorso. Eppure nessuno ne ha parlato di quei 4 deficienti in divisa blu. O meglio, ne hanno scritto, fotografato le facce insanguinate degli aquilani bastonati, ma come per dire: Li abbiamo messi a tacere. Che credevano di fare ‘sti poveri terremotati sfigati a Roma?
Niente, in effetti. Volevamo solo dire che no, non ce la facciamo a restituire i soldi che non ci hanno regalato, come molti pensano, ma solo prestato e che adesso ci richiedono pretendendoli tutti assieme o quasi, sommati a quelli che abbiamo ripreso a pagare come tutti. Quindi diventa normale che arrivino bollette di 1000 e passa euro, capite? Comunque pericolosità della nostra manifestazione direi vicina allo zero.
Di oltre 500 black bloc “in tenuta da guerriglia a scatenare la violenza a colpi di spranghe” non se n’era accorto nessuno finché non si sono messi a sfasciare le vetrine e a gettare molotov nelle abitazioni. I poliziotti non sono riusciti a fare molto se non a evitare il morto, facciamogli un applauso! I giornali e le tv gridano allo scandalo (giustamente!), all’inciviltà (giustamente!), all’indignazione (giustamente!), alla mancata libertà di espressione e pensiero pacifico (giustamente eh!). Sì, molto molto giustamente. Però. Perché, se a bastonare la folla è la polizia con la stessa tenuta da guerriglia, al massimo dalle fattezze un po’ più eleganti, allora i violenti sono gli altri, per esempio gli aquilani, 2 dei quali, fra l’altro, sono stati persino denunciati?
Certo che la violenza la condanno sempre e comunque, ma voglio andare oltre, se no è un discorso troppo facile. Voglio riflettere sulla differenza di valore e interpretazione della stessa violenza che, come ho scritto 3 righe più su, dovrebbe essere tutta ugualmente condannata. Così come dovremmo essere tutti uguali davanti alla legge, ma qualcuno è sempre un po’ più uguale degli altri, allo stesso modo persino la violenza, che arriva agli occhi con una chiarezza abbagliante, riusciamo a vederla diversamente da quel che è, stravolgere le cose al punto di (far finta di) confondere protagonisti e gregari, vittime e carnefici.
Mi spiace che ancora una volta sia stata tappata la bocca a un pensiero che meritava la voce e che si proponeva semplicemente di dire. Per farlo, naturalmente, ci son volute le mazzate. È complicato se non impossibile bloccare una voce di giustizia con un’altra voce e basta. Non esiste una voce che possa avere la meglio su una voce di giustizia. Sarebbe una guerra ad armi pari persa in partenza. A noi essi umani le guerre ad armi pari non sono mai piaciute, quel che importa è avere la meglio, costi quel che costi. Un tempo erano i barbari, adesso si chiamano black bloc, polizia, manifestanti… Per quanto ci illudiamo è cambiato poco.
I Romani chiamavano barbari tutti quei popoli che vivevano al di fuori dei loro confini, questi popoli venivano considerati incivili e rozzi. Oltre il Reno c’erano i Vandali, i Franchi e i Burgundi. Oltre il Danubio c’erano i Visigoti, gli Unni e gli Ostrogoti. In Abruzzo gli Aquilani. Ai Romani però sfugge un piccolo dettaglio, che loro i black bloc ce l’hanno in casa propria, perché questi non è che siano venuti da chissà dove, no. Erano tutti romani, molto più che incivili e rozzi. Disumani, vergognosi, schifosi, indegni con fra le fila il signor Travaglio che li giustifica in nome di un ridicolo diritto all’odio.
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