Uno dice che a Roma farà il terremoto del secolo, che butterà giù pure il Colosseo, e tutti ci credono. Fanno coincidere le ferie con l’11 maggio. Si organizzano per improvvise, ma necessarie gite fuoriporta. Mandano il certificato medico al lavoro e poi li beccano alle Maldive a prendere il sole o a fare shopping per il Corso di una cittadina qualunque, purché lontanissima dall’epicentro della fine del mondo. Nel giorno di domani 11 maggio si registrerà a Roma il più alto numero di assenze dal lavoro, che neanche ad agosto. Il signor Bendandi, che io stimo soprattutto perché si dichiara un autodidatta – uso il presente pure se è nato a fine 800 – e i terremoti non li prevedono gli scienziati, li prevede un autodidatta dell’800, va be’, comunque magari aveva pure le sue ragioni, ma in questo caso c’entra poco, anzi proprio niente. È stato tirato in ballo, quasi riesumato direi, come quelli che per merito o per un gran culo ottengono che il loro nome venga appiccicato a qualche abilità sensoriale, o pseudo-scientifica per aver compiuto con successo prodezze o previsioni. Vengono sistematicamente nominati per suffragare follie che con quelle prodezze c’entrano solo tematicamente, ma che, nello specifico, non hanno avuto origine dalla loro bocca. Per farla breve Bendandi non ha mai detto che Roma verrà rasa al suolo da un terremoto. Non che se l’avesse detto la cosa cambierebbe di molto, ma non l’ha detto quindi pace.
Non voglio mettere in dubbio le competenze di Bendandi, né di chi afferma di poter “prevedere” con la dovuta elasticità di 3000 chilometri quadrati di spazio e settimane di tempo, i terremoti. Non mi compete farlo, però noto che questi signori si commentano da soli. Mi è capitato fra le mani un articolo uscito proprio oggi sul Quotidiano d’Abruzzo in cui l’ormai celebre – ahinoi aquilani– e ormai ex ricercatore studioso di terremoti Giampaolo Giuliani, attuale scrittore, opinionista e tuttologo televisivo, rassicura tutti così: “Bendandi non ha mai parlato né scritto di un terremoto a Roma, è solo una voce messa in giro da qualcuno che ci sta anche lucrando”, ne consegue che non ci sarà nessun terremoto. Oppure ci sarà, ma non perché qualcuno l’abbia previsto. Bene. Qualcosa non mi quadra. Penso e ripenso, penso e ripenso – non è frequente che io pensi e ripensi tanto a lungo – e mi domando: io ‘sta faccenda del terremoto di Roma e di Bendandi da chi l’ho sentita? Ma certo, sempre da Giampaolo Giuliani che nemmeno 3 mesi fa su un altro sito, per la precisione Abruzzo24ore.tv, dopo aver studiato i documenti lasciati dal veggente, si associava all’allarme ritenendo affidabili le teorie e la capacità previsionale di Bendandi, tanto che l’articolo titola proprio: ‘Possibile sisma nel Lazio’. Cos’è accaduto in questi 3 mesi? Bendandi è resuscitato, ha cambiato idea e ne ha informato Giuliani?
È questo quello che intendo quando dico che si commentano da soli.
Io piuttosto mi interrogherei sulla capacità di leggere, elaborare, capire e farsi un’idea possibilmente indipendente, che sta in piedi con le proprie gambe e non con quelle delle balle della piazza. È una qualità sempre meno evidente nell’essere umano e non perché qualcuno si preoccupa di nasconderla. Sta diventando un po’ troppo semplice radunare un folto numero di anime con gli occhi “bendandi” da larghe fette di prosciutto crudo San Daniele, attorno alle paure, alle idee politiche, alle religioni, alle convenienze soltanto apparenti. Per non perdere pure il proprio piccolo giardino. Nessuno si chiede, nessuno si ferma a pensare, a rileggere il concetto con uno spirito critico personale. Nessuno che si volti dall’altra parte e prorompa in un sacrosanto: ma cosa cazzo dicono tutti quanti?!
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