Come piagnucola la mia amica Papi, nessuna/o al mondo. Il suo piagnucolare è continuo e sostenuto da un tono di voce che ti penetra nelle orecchie come un trapano, fino al punto nevralgico della sopportazione. Il punto nevralgico della sopportazione si trova in una capsula piccolissima ficcata per bene nel cervelletto, quasi introvabile. Il suo piagnucolare la scova, e spinge fino a sfondarla. Non c’è stato un sol giorno passato con lei in cui non abbia dovuto chiederle in ginocchio di smetterla. Io i soldi per comprarle un iPhone 4S 16 giga bianco non li posseggo. Mi pare più che comprensibile pensarci un attimo prima di sborsare 630 euro carta su carta, quando ne guadagni mensilmente poco più, con una lista di spese fisse che si avvicina al prezzo dell’oggetto del momento. Assodato che l’iPhone da me non l’avrà, la Papi ha attivato il ripetitore piagnucolare riversando i suoi desideri e le sue pene sul mondo circostante. Qualche segnale è giunto a confortarla. Nessuno che si offrisse di regalarglielo, sia chiaro, nemmeno per il vicino compleanno, nemmeno sotto tortura, nemmeno se minacciato di morte dalla ‘ndrangheta, però un paio di utili suggerimenti, per noi servi della gleba, su come aggirare il problemino della cifra proibitiva, quelli sì. Ad accendere la miccia ci hanno pensato non una, ma 2 colleghe che si sono presentate al lavoro, a distanza di pochi giorni l’una dall’altra, con un iPhone bianco fiammante fra le mani, nell’atto di rispondere a una telefonata proprio davanti a lei. Scusa, è tuo quello? Sì, l’ho preso con l’offerta della 3. Top 400. Ti danno 100 minuti… Che mi frega dei minuti! Ti danno pure 100 messaggi al… Ma io voglio l’iPhone! E ti danno pure l’iPhone! Non l’ha nemmeno fatta finire di parlare che me la sono ritrovata fuori Villa Madre. Mi accompagni alla 3? Devo comprarmi l’iPhone! Dammi il tempo di mettere su qualcosa di decente. No, vieni così! Ti assicuro che non sei vestito tanto peggio di come ti vesti di solito per uscire. Mi ha preso per un braccio, mi ha costretto con sovrumana forza all’interno della sua sfavillante Ka blu elettrico e, in un battibaleno, ci siamo ritrovati davanti al bancone del punto 3, dentro il centro commerciale Globo, con tutta la Ka (dopo avergli sfondato 3 vetrine). Parla tu, mi ordina mentre aspettiamo il nostro turno. Scusa, il telefono è tuo, come se non bastasse sto in tuta, pure strappata sul ginocchio, e dovrei fare la parte di quello che vuole un iPhone? Questa mi dice di andarmi a comprare un paio di pantaloni prima, e non avrebbe tutti i torti! Buonasera! ci accoglie la ragazza dagli occhi accoppati e con l’orecchino di perla di plastica. Papi in quel preciso istante mi scaraventa la zeppa del suo piedino di fata taglia 44 sull’alluce, invogliando una lacrimuccia a tuffarsi dall’occhio destro dritta giù per terra, assieme a poche parola dalla bocca: Buonasera! Noi vorremmo qualche piccola informazione sull’abbonamento per avere un iPhone. Io voglio l’iPhone, lo vogliooo! Sì, la signorina ha capito. Ora stai un attimo zitta eh?! Poi mi rivolgo di nuovo all’addetta: La scusi, ma lo desidera così tanto. La capisco, in questi giorni siamo inondati di richieste. Quanto spendi mensilmente di telefono, se posso chiedertelo? Papi cambia colore, si guarda intorno fingendo di pensare alla risposta. In realtà sta elaborando il modo per sviare la domanda. Mah, guarda… sì e no sui 30 euro al mese. Per esagerare eh! Il dato, alla luce delle sue continue ricariche, non mi convince, così chiedo alla signorina di controllare sul sito. Da qui mi risulta che hai speso in ricariche circa 180 euro nell’ultimo trimestre, praticamente il doppio! Ed ecco comparire la ragazza sciarpata di verde, la Becky Bloomwood della telefonia: Ah sì, in questo trimestre ho dovuto telefonare molto di più però, per lavoro… Me la immagino alla prima seduta di gruppo, che si presenta: Ciao a tutti, mi chiamo Papi e sono una telefonatrice compulsiva. La signorina taglia corto: Allora, vi spiego un attimo quali sono le condizioni della promozione. Con 30 euro avrai top 400. Lo voglio, lo voglioooo! Papi, fai la cuccia! esclamo prorompente. A quel punto Papi guaisce, risucchia i depositi di bavetta emettendo il suo riconoscibilissimo verso per nulla gradevole all’udito, e si mette calma e buona in un angolo a far finta di consultare un volantino. La signorina continua: Sono 400 minuti al mese, 100 sms al mese e 2 giga di internet. E in 30 mesi ti sarai pagata l’iPhone, che diventa tuo da subito. Fantastico, sì lo voglio! Tu, l’iPhone che hai in mano, l’hai preso così? Gli occhi superbi della signorina s’illuminano: Me l’hanno regalato, io alla 3 ci lavoro. Che domandona, Papi!
Dov’è la magagna? è l’interrogativo che bisogna sempre porsi quando vi trovate faccia a faccia con qualcuno che vuol vendervi un prodotto, o farvi un’offerta. Prendetevi del tempo prima di firmare. Non fate come Papi, pronta a fornire iban, documento, pin e la sua borsa acquistata a IperCina e piena di scontrini, fazzoletti usati e qualche moneta da 2 centesimi. Siamo usciti col foglietto riassuntivo per analizzarlo nei minimi dettagli, scovare i cavilli che nessuno ti dice mai. Piccole magagne individuate:
– Ai 30 euro vanno aggiunti 5 euro e 16 centesimi al mese che corrispondono alla tassa di concessione governativa.
– Dire che si potrà parlare per 400 minuti al mese non è corretto, perché in verità i minuti sono 100 a settimana. Questo significa che, se in una settimana chiacchieri per 120 minuti, i 20 minuti che hai sforato li paghi, cari e salati, fra l’altro.
– Stesso discorso per gli sms che non sono 100 al mese, ma 25 a settimana.
– La tariffa che entra in azione nel momento in cui superi il tetto dei 100 minuti, o dei 25 sms è piuttosto alta. Sono 15 centesimi di scatto alla risposta, 15 centesimi al minuto di chiamate e 15 centesimi per ogni messaggio oltre i 25 settimanali, che Papi, per una sua strana logica, ha riassunto così: Praticamente sono 30 centesimi al minuto!
– Se non c’è campo, e con 3 da qualche parte capita, il telefono si appoggia a Tim. Se non te ne accorgi e navighi, stai pur certo che te ne accorgerai al momento della bolletta. C’è di buono che per le chiamate il discorso non vale. Anche le chiamate fatte appoggiandosi alla rete di Tim rientrano nei minuti della promozione.
Consapevole di tutto questo la Papi ha scelto di accettare la proposta. Ritiene di essere in grado di gestirsi quei 100 minuti senza superarli mai. Ce la farà? Siamo tornati in negozio. Papi ha dovuto subire un breve interrogatorio al quale alla fine ho risposto io, perché lei non era a conoscenza di alcuni suoi dati personali, né di informazioni relative alla sua posizione lavorativa. Finalmente è arrivato il momento di stringere fra le mani il tanto agognato iPhone. Manco per niente! Per il telefono passa domani mattina! Non me lo puoi proprio dare stasera? Scherzi? Sono quasi le 8! (Embè?!) Domani. Va bene, allora passo in mattinata. Lo voglio bianco! Ah, come lo vuoi bianco? Sì, lo voglio bianco. Cavolo, mi è rimasto soltanto nero. E, a dirti la verità, è quello esposto in vetrina. Che tu, stronzona, volevi impacchettare per benino senza farti accorgere che si trattava del modello esposto, ecco perché domani mattina. A quel punto intervengo io: Beh, se è quello in vetrina ti conviene aspettare che arrivi il bianco. Guarda che non è stato mai acceso! mi incalza la signorina. Non le ho risposto se non scuotendo il capo, altrimenti avrei dovuto allegarci un vaffanculo. Ma dico io, mi compro un iPhone e tu mi dai la rimanenza della vetrina? E’ un telefono che costa 630 euro, come minimo me lo devi consegnare sigillato. Se vuoi il bianco devi aspettare una decina di giorni. Mentre diceva la parola decina non so perché, ma era come se dicesse ventina, altro che domani mattina. E ora Papi chi la regge?
Lascia un commento