La notizia della morte di Valentina Giovagnini mi ha scioccato. Ricordo quel Sanremo giovani e ricordo benissimo quando al momento in cui fu decretata vincitrice Anna Tatangelo pensai: “Non è possibile!” perché era così evidente che in mezzo a tanto orrore (Tatangelo inclusa) Il passo silenzioso della neve illuminava e stravolgeva l’aria soporifera dell’Ariston. Claudio Cecchetto disse: "Non ho parole ma un voto: 10". Victoria Cabello: "9". Daniele Bossari: "Pelle d’oca: 10". Chiara Tortorella: "La rivedrò sicuramente… 9". Enrico Vanzina: "Quella signorina è un’artista: 10". I giornali ebbero parole entusiasmanti nei suoi confronti. Il Corriere della Sera: "Valentina è la novità… ha stregato perfino un opinionista velenoso come Giampiero Mughini con un brano in equilibrio tra melodia e sperimentazione e con una presenza scenica alquanto intrigante…". La Repubblica: "A portare un soffio di speranza c’è Valentina Giovagnini". Il sito del Festival: "Abbiamo trovato qualcosa che vale la pena di seguire nel grigiore generale".
La imparai a memoria a forza di ascoltarla. Valentina è stata molto sfortunata, prima nella musica, perché se avesse vinto intanto avrebbe fatto un altro Sanremo e forse sarebbe stato tutto diverso, e poi nella vita che le ha abbinato un destino orribile facendola uscire di strada a una curva in un pomeriggio di merda. Cose così mi fanno tremare di paura e allora, codardo, riprendo a pregare per le mie piccole gioie. Voglio lasciarvi col video del Passo silenzioso della neve che, alla luce di quello che è successo, acquista tutto un altro significato.
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