Stamattina i tipi del comitato organizzatore della festa sono passati per la quarta o quinta volta a chiedere un contributo volontario. (Volontario… Ti guardano con certe facce che se non gli dai quei 20 euro ti segnalano a Stefania Nobile, e poi chi se la spiccica più di dosso quella?!) Li ho accolti io, e molto gentilmente (e molto finto) ho domandato come mai, se la festa era già in atto, quindi si presuppone già organizzata e i preparativi pagati, ebbene, come mai andavano ancora chiedendo contributi alle case della gente.
Alla risposta: “Possono sempre servire!” ho chiuso la porta e l’ho lasciati intrappolati nel giardino per un bel po’ di minuti, prima di far scattare il cancelletto pedonale e liberarli. Intanto Iker latrava sputandogli anche una discreta quantità di bava addosso.
Domenica sera, come ogni anno, andrà in scena il reading di poesie. Il mio barbiere checca, membro del comitato, più o meno questi giorni dell’anno scorso, mentre mi tagliava i capelli (13 euro per 4.5 minuti di macchinetta (il punto vuol dire virgola; sì, va be’, potevo mettere la virgola, ma si usa il punto. Ma no! Non si usa la virgola per dire punto!), m’ha proposto di partecipare con qualche mia poesia. È il clou della festa. Momento di altissimo spessore, definito dal biondo ancheggiante addirittura culturale. Troppo facile fargli notare che visto il resto non è che ci volesse poi molto.
Ci stavo cascando. OK sono stato ingenuo, e nel subdolo mondo della letteratura l’ingenuità è inammissibile, se vuoi ritrovarti addosso almeno le mutande. Fortuna che tra Oggi, Gente, Novella2000/3000/5000… , c’era il programma dettagliato, stampato formato volantino, b/n, ed evidentemente fotocopiato (e male), viste le righe orrende che coprivano anche dettagli importanti tipo le ore dei vari eventi. E quindi è uscito il discorso.
“Come funziona per il reading?” (Ancora pensavo fosse tale, o quanto meno che gl’assomigliasse.)
“A turno ognuno legge tutte le poesie che vuole!”
“Ah…” (Pausa sconcerto)
“Quand’è il mio turno?”
“Allora, ti possiamo infilare tra Maria e Gennaro il ferraio.”
“E chi sono Maria e Gennaro il ferraio?”
“Maria è la padrona del minimarket, e Gennaro è il ferraio!” (Giustamente!)
[…] Pensieri irriproducibili, ma non belli.
“No, non mi va più di partecipare!”
“Perché?”
“Eh… (oddio mi serve una scusa, subito!) … Mi vergogno!”
“Ma come ti vergogni, che hai fatto un sacco di presentazioni!”
Vaglielo a spiegare che non è stata la timidezza, alla quale sono quasi immune, a farmi decidere di dare forfait!
M.
Due doverose rettifiche, viste le numerose e-mail e telefonate di protesta pervenute direttamente dalla sede del potente comitato organizzatore dopo il post sulle attrattive della festa.
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La musica colonna sonora dei Calci in Culo non è house, ma sono gli Zeroassoluto.
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La luminaria-rosone è intermittente.
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