In quel di Sanremo proprio non riuscivano a farsi una ragione dell’eliminazione di quei 4 gran capolavori della canzone italiana. Così Gianni ne ha rinfilati dentro 2 con un televoto aperto da Marzullo all’una di notte. In quel momento, davanti alla tivvù, erano rimasti solamente i parenti dei cantanti, a russare in sincronia con Madre sulla sua madre-poltrona, che aggiungeva al tipico verso un altro frammisto di soffio catarroso e sbuffo brontolone. Intanto all’interno del teatro, già ormai oltre la quindicesima serata, si consumava la prima edizione della Sagra dello Sbadiglio a Bocca Larga, con gli occhi degli spettatori imploranti: Famme torna’ a casa Gianni, che so 5 ore che sto seduto qua dentro. Me manca l’aria e m’è venuto il culo a forma de poltroncina. Non è un caso che siano rientrate in gara proprio le due coppie Carone-Dalla e D’Alessio-Bertè, ribattezzata da Madre: La Non Vedente, per via di quei brutti occhiali neri che non toglie mai, tranne quando si parla della sorella e, ci auguriamo tutti, quando guida di notte. Ce li vedo i 4 artisti eliminati nei camerini ad auto-inviarsi gli SMS. In 2 raddoppia il credito, raddoppiano i messaggi e raddoppia la possibilità.
Mi piacerebbe avere la forza interiore di stendere un velo pietoso sull’esibizione del duo accompagnato da quella silhouette di Macy Gray, ma proprio non ci riesco. Gigi D’Alessio che canta Almeno Tu nell’Universo è una pericolosa induzione al suicidio violento, quasi come Rocco Papaleo che fa: Ritorna a casa foca, se no poi non si gioca. Macy Gray sudava litri di Grappa e Amaro Alpestre. Aggrappata alla stecca del microfono, ondeggiava alla ricerca di un equilibrio che le permettesse di non franare sul palco e ritrovarsi al centro della Terra, finché non è potuta uscire per dirigersi verso la più vicina sede degli Alcolisti Anonimi. L’hanno definita l’erede di Whitney Houston, appunto. Mi ha fatto troppo ridere il racconto delirante di Gigi D’Alessio su Macy Gray che avrebbe tanto insistito per incidere in Inglese un suo pezzo. Non oso immaginare quanti litri di superalcolici le avrà fatto ingerire prima di farle ascoltare la demo della canzone.
Per la gioia non soltanto di Madre, l’eliminata e non ripescata Irene Fornaciari si dimostrerà l’eccezione alla regola che vede trionfare nelle vendite gli ultimi posti di Sanremo. Come tale sparirà, inghiottita dall’oscurità, meritatissima dai figli di mammà raccomandati pure da papà. Escono i Marlene Kuntz, quelli che il rock è tornato sul palco dell’Ariston, come dice Gianni. Sì, però poi è tornato a casa, mano nella mano con Patti Smith. Because The Night ha mandato in confusione Madre, che ascoltava la voce graffiante della sacerdotessa del rock e vedeva un uomo: Ma è un maschio o una femmina ‘sto Patti? Quando è entrato José Feliciano, si è sentita un po’ in colpa scusandosi per poco prima: Se avrei saputo (ogni tanto toppa qualche congiuntivo) che ci stava un non-vedente vero, non avrei mai dato della non-vedente a Loredana Bertè, e io ho pensato allo scandalo dei falsi invalidi. Poi ha aggiunto: Per far sedere José Feliciano a momenti non chiamavano la Protezione Civile. Arisia (ha detto proprio Arisia con la i) lo tirava a destra e a sinistra finché non è riuscita a piazzarlo su quello sgabello. Il senso di colpa di Madre evidentemente non disincentiva il suo perseverare nel commento diabolico. E non era finita qua; aveva qualcosa da dire pure sulla Ugly Betty de noantri: Ma questa uno stilista non ce l’aveva, che s’è presentata a Sanremo con la scamiciata estiva delle massaie che vanno alla spiaggia?
A Nina Zilli bisogna dire che Mina è ancora viva, prima di esorcizzarla comunque per sicurezza. Si è convinta di essere la sua reincarnazione. Peccato che non si renda conto da sola che lei e Mina hanno in comune tanto quanto un Lindor e un tocco di cacca, a malapena il colore. Di fronte all’eleganza di Skye dei Morcheeba, mi ha ricordato quelle scalmanate da balera che saltellano sul posto con un boccale di 0.5 doppio malto in mano e poi cascano sul parquet, sbattono la testa e dicono: Ahia! Vorrei raccontarvi la rabbia assassina provata da Madre all’ingresso di Noemi, nel cui volto io continuo a vedere Chucky, il bambolotto assassino, che s’è scelta come accompagnatrice la figlia di IT, il clown assassino di Stephen King. Madre non la perdonerà mai per:
– Aver interpretato Amarsi un po’ di Lucio Battisti neanche fosse il tormentone dell’estate, di quelli che si ballano in discoteca alle 5 del pomeriggio. Amarsi un po’… tunz tunz tunz. Madre non sopporta che vengano interpretate le canzoni di Lucio Battisti a prescindere, se non da Maurizio Vandelli, che l’ha stregata alla Festa dell’Arrosticino di Arischia. Interpretarle in tal brutto modo poi è farle del male e farla arrabbiare sul serio.
– Averla sfidata. Dopo l’uscita di scena dell’altra sera, col risvolto fucsia che mal si sposava col rosso fuoco dei capelli, ieri ha avuto il coraggio di presentarsi con una giacca da pinguino circense verde smeraldo, tutta tempestata di brillantini. Madre non c’ha più visto: Ma questa è normale? Sembra una Big Babol al gusto cocomero! Io le ho risposto: Noemi è prima su iTunes! Lei ha chiuso il discorso perentoria: Pure Gianni Morandi ha venduto miliardi di copie, eppure mica si veste come… come… la Matia Bazar!
Sono andato a dormire auto-canticchiandomi la mia personalissima nanììì… nanììì… nananna. Buonanotte!
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