Difficilmente il Natale poteva andar peggio della Vigilia e quindi è andato meglio. Molto del merito va riconosciuto alla capacità tipica di certi esseri umani di imparare dal passato per non commettere gli stessi errori in futuro. Incredibile ma vero, in casa Grimaldi in ciò siamo bravissimi. Anzi sono (loro), ché io, quando ho qualche dubbio, mi taccio e quindi grossi guai non ne combino. Eccezion fatta per quel paio di momenti in cui stava per saltare di nuovo tutto in aria. Basta un commento sulla sfoglia troppo dura del timballo a spingere la pallina di neve. Durante la discesa, cresce di diametro e diventa una valanga, arriva a valle e non risparmia nessuno. Siamo riusciti a selezionare gli argomenti di discussione opportuni in un tacito accordo genetico; ognuno dentro di sé sa quello che deve e soprattutto non deve dire. Intanto mai nulla che abbia a che fare con la vita, più precisamente coi propri piccoli o giganteschi fallimenti, quotidiani o di sempre. Sono quelle le cose che fanno imbestialire: l’essere giudicati, il sentirsi paragonati, uscire sconfitti dall’uno e dall’altro. Meglio parlare della manovra che è peggio di un’inversione in autostrada di notte senza fari, oppure di Berlusconi che rivedremo fra non molto. Abituatevi all’idea. Giusto il tempo per l’Italia di tornare al baratto di pere e patate, e assisteremo alla sua irruzione sulla scena con una frase a effetto del tipo: “Avete visto che io non c’entravo niente?” o ancor peggio: “Prima delle mie dimissioni le cose andavano meglio” il che merita quantomeno il beneficio del dubbio.
Quando hai in casa anche solo un parente, tutto quello a cui devi badare è tenergli chiusa la bocca su certi punti delicati, che poi sono gli stessi che tutto l’anno tenti di zompettare nei discorsi coi tuoi, che riduci ai minimi termini proprio in virtù del terrore che approdino al porto proibito. Uno fa tanta fatica per 363 giorni e al 364esimo arriva la nonna, neanche si siede che non-lo-dire, non-lo-dire, non-lo-dire!… SDENG! (L’ha detto!) E da lì si propaga nei meandri delle colpe radicate.
“Sei tu che hai rovinato tutto…”
“Non ti è mai importato niente di niente e di nessuno. La casa… i figli… il nostro f-u-t-u-r-o!”
E via discorrendo. Ci siamo capiti benissimo.
Ieri, a differenza della Vigilia, mia nonna è stata più attenta alle parole che mai; certe persino le sussurrava nella mia direzione, quasi a domandarmi il permesso di pronunciarle con un tono di voce più squillante. Devo comunicare che è improvvisamente venuto a mancare il suo consueto regalo a cui tanto mi ero abituato (100 pippi sonanti in busta aperta). Imperdonabile! Non nego che mi ha scombussolato i piani, a partire dal Capodanno che in assenza di money mi sono imposto frugale e riflessivo, più la prima che la seconda. In sostituzione, ha depositato sul tavolo del salotto un set di (2) creme, ma mica creme qualunque, gel!
– Il gel detergente anti-impurità. La scheda (clicca qui) dice: purifica la pelle delicatamente e in profondità, svolgendo una visibile azione opacizzante. Mi fa pensare che mia nonna voglia combattere la traslucidità del mio faccione, sulla cui esistenza non sono per niente d’accordo, e lo stia facendo con la discrezione di chi offre un chewing-gum a uno dall’alito pestilenziale. A occhio disattento parrebbe un gesto di disinteressata generosità d’animo, invece lo sta facendo solo perché vuole sopravvivere. Sempre dalla scheda del gel: funziona perché l’estratto di Spiraea Ulmaria riduce la secrezione di sebo. Capito? Se nel corso di uno dei vostri percorsi di natura, doveste imbattervi in un cespuglio di ‘sta pianta qui, strappatene un rametto e passatevelo sulla faccia con violenta decisione. Questa cosa del sebo è orrenda e io non la voglio commentare, se non dicendo che non è vero: la mia pelle non sa di cosa stia parlando tal creatore della crema viso, figuriamoci se può secernere sebo. Procediamo col secondo e ultimo prodotto del set.
– Il gel addominali scolpiti. Non servirebbero altre parole, diamo comunque un’occhiata alla scheda (clicca qui): gel di facile assorbimento, agisce efficacemente sulle zone adipose favorendone la riduzione e il rassodamento. Ora, cerchiamo di capirci. Anche chi non li ha visti sarà d’accordo sul fatto che i miei addominali non assomigliano per niente a quelli stampati sulla scatola. Individuo che, per quanto mi riguarda, al posto della faccia potrebbe avere pure il culo di un maiale, visto che tutto ciò che di lui ci è dato sapere è che si è trapiantato il busto del David di Michelangelo e l’ha rivestito di pelle umana. Questo non vuol dire che io debba applicare sulle ondulate masse del mio petto selvaggio una roba sicuramente gelatinosa, sul miracolosa nutro qualche dubbio, mica per sentirmi parte di una società di figheiri, no. Per piacere a mia nonna!
Natale salvato in extremis. Il Santissimo Stefano se ne va e chiude il baraccone, mentre respiro con in corpo l’affanno e una stecca e mezza di nocciolato Lindt davanti alla Sirenetta che continua a batterli tutti.
Quaggiù e in giro leggo uno spirito del Natale sempre più inconsistente, intangibile, spirito appunto. È un caso che nei commenti non sia intervenuto nessuno a tessere le lodi del Natale? Qualcuno che sta facendo già il conto alla rovescia per festeggiare il prossimo?
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