Di nuovo Dan Brown. Per la serie: A volte (ahinoi) ritornano. Il suo ultimo romanzo si chiama Il simbolo perduto. Premetto che io di uno che di cognome fa Marrone non leggerei neanche una riga. Con tutto il rispetto ho sempre avuto un’inspiegabile antipatia a pelle per quelli che hanno il cognome monocolor come i quaderni. Per non parlare del triste signor Rossi protagonista di tutte le vignette dei libri delle vacanze fin dalla prima elementare. Quasi più del tal Pinco Pallino. Va detto quindi che, qualunque esternazione in merito al suddetto autore, trova giustificazione nel superficiale e dichiaratissimo pregiudizio radicato in me dal lontano Codice Da Vinci del quale ho potuto ammirare la venerabile trasposizione cinematografica che ha generato in me un riso tale che neanche l’intera serie dei Fantozzi aveva saputo fare.
Quello su cui volevo riflettere non è tanto il valore della sua ultima opera, prima in classifica che, dai commenti su IBS, pare fare orrore in ogni senso. Da non sottovalutare che i primi commenti sono sempre quelli degli estimatori (ne avrà qualcuno anch’egli) che per primi acquistano il libro, quindi delle gran lodi, solitamente. Pensate a cosa scriveranno fra qualche mese. Quello su cui volevo soffermarmi è il prezzo: ventiquattro euro.
Ricordo quando si diceva che il prezzo dei CD era salito alle stelle, che la discografia in Italia andava a merda perché la gente non poteva permettersi di spendere venticinque euro per un CD. Ricordo le battaglie, le discussioni, le campagne per abbassare il prezzo dei CD, per combattere la pirateria che io invece approvo – uno cosa dovrebbe fare se con venticinque euro, di CD qualitativamente identici agli originali ce ne compra 5, 6 o 7 e magari regala pure un candido sorriso a un vucumprà?! – e ricordo benissimo il paragone coi libri. Era quella l’argomentazione più convincente: “Una prima edizione costa dieci/quindici euro e un CD venticinque”.
E ora? Nessuno fiata sul prezzo dell’ultimo libro di Dan Marrone? Passino sedici, passino diciotto, ma, signori, ventiquattro euro!
Alla luce di quanto detto e dei miei anni di lettura, che non saranno né più né meno di quelli di tantissimi di voi, vorrei permettermi di dare qualche consiglio a chi si appresta ad acquistare Il simbolo perduto. Vediamo un semplice esempio di come spendere un tantino meglio i nostri soldi. Il budget è ventiquattro euro, abbiamo detto. Benissimo! Io comincerei con l’acquistare Novecento di Baricco, euro cinque. Poi certamente Il piccolo principe, euro sette e cinquanta che, sommati ai cinque di Novecento fanno dodici euro e cinquanta. Poi L’amico ritrovato di Hullman, euro cinque e cinquanta. Siamo a diciotto euro, ci restano sei euro e allora metteteci cinquanta centesimi in più e portatevi a casa Presagio triste di Banana Yoshimoto. Poi, se li prendete tutti su IBS, tra sconti e promozioni di sicuro ve ne accattate un altro. Ebbene, ecco come acquistare quattro/cinque libri meravigliosi al prezzo di una gigantesca cagata.
Facile no?!
Lascia un commento