Puoi essere il padre, il figlio, il fratello, oppure il più fidato amico che lei abbia mai incontrato; comunque non ti darà ascolto. Non perché sia sorda, o non capisca quello che le vuoi dire. Le parole hanno un significato ben preciso, e tu le utilizzi in modo appropriato. Sa perfettamente come sei fatto, qual è la tua logica, a differenza tua che non entrerai mai nella sua. Ti ha capito, ma decide di sbagliare ancora, perché lei preferisce una vita, sbagliata per te, forse pure per lei, questo non lo so. Potrei chiederle cosa pensa della sua vita, ma non lo faccio perché ho l’impressione che mentirebbe. Mi spiace vederti in questa brutta condizione. Mi spiace tanto pure che lei non si preoccupi per te. Non riesci a trovare serenità, nonostante tu abbia toccato, bandierina dopo bandierina, tutte le tappe, finché si è trattato di una vita sola: la tua. Quando è arrivata lei, è arrivato pure il bene per lei. Affamato, ti consuma. Non ti fa dormire saperla chissà dove, di notte, mentre lei dorme di giorno e non si domanda di te. Non ti fa dormire la paura che possa combinare un guaio grosso, e che tu, stavolta, non possa far niente per porvi riparo. Hai sempre fatto tutto quello che potevi per aiutarla, nel modo che hai tu di aiutare chi senti legato a te. Per te il legame di sangue conta. Guardandoti, potrei dire che non ci sono altri legami più forti. Questo tuo modo di dare priorità ai rapporti è un’altra di quelle cose che non condivido, ma è il tuo, perciò stringo le labbra e ti apprezzo di più. Mi fai tenerezza quando la distrazione ti coglie, in un attimo in cui il pensiero non lavora, e sorridi per una scemenza detta da me, oppure vista e sentita in tivvù. Un attimo è troppo poco rispetto agli altri infiniti atomi di tempo che hai trascorso e trascorrerai chiedendoti di lei. Ho creduto anch’io che le cose sarebbero potute cambiare, che tu facessi bene a tentare con la dolcezza, la rabbia, l’accondiscendenza, la freddezza, l’irremovibilità, le grida, la pazienza, la disponibilità a viziarla, a correrle incontro e ad aprirle la porta, a chiudergliela indefinitamente. Niente è servito a niente.
C’è un punto fisico al quale, prima o poi, si arriva, che apre la vista su un luogo sconfinato che si chiama rassegnazione. Nel tuo caso, potrebbe significare riposo. Staresti meglio se decidessi di lasciarla in pace. Quella che ai tuoi occhi è la direzione della rovina, magari non la condurrà così in basso, nel disastro. Forse sta tentando di sentirsi padrona, dimostrando agli occhi di tutti di non saper badare a se stessa. Forse un giorno si vedrà come la vedi tu, e non si piacerà. Nell’attesa di un cambiamento, ti prego di fermarti a leggere, e pensare. Di fermare le tue intenzioni con lei. E non aver paura che potrebbe essere troppo tardi, quando riacquisterà il senno perduto, perché non sarà così. Non ti rimprovererà per averla lasciata sola fra le polveri della battaglia persa. Ti ringrazierà, io almeno penso che farei così. Fa parte dello spirito umano e delle sue strane logiche, che la fanno assomigliare a te per una cosa: la resa non esiste, c’è sempre tempo per ricostruire, pezzetto dopo pezzetto, quello che si può. E queste sono almeno due cose.
Lascia un commento