OK, la penna rossa con l’inchiostro schizzato non era male, solo che ogni tre blog che aprivo due avevano la penna rossa con l’inchiostro schizzato, e allora sempre più il pensiero che fosse male ha iniziato a tarantolarmi il cervello. (Non so cosa possa voler dire questa espressione, né se voglia dire qualcosa. Qua ci starebbe bene un commento del caro amico Anonimo che mi prega di imparare l’Italiano.)
Ricerco su Google: template Splinder, con tutte le varianti possibili: template per Splinder, template for Splinder (non si sa mai ne esca qualcuno oltreoceano), Splinder template (cazzo! Allora è vero che cambiando l’ordine degli addendi…), un template per il mio blog su Splinder vi prego! Ne avrò visti oltre 500 (cinquecento), niente (di niente).
No, troppo complicato.
No, troppo anonimo.
No, troppo glitterato.
(Ma noi siamo grafiche, ci piacciono gli sbrilluccichini!)
Eh, a me no.
No, troppo fashion.
No, troppo poco fashion.
No, troppo bambino.
No, troppo idiota.
No, troppo serio.
No, non mi piace.
(Ma perché?)
Eh, non mi piace, va be’?!
No, non mi rappresenta.
(Ma rappresenta noi!)
Sì, lo so, ma ci devo scrivere io, mica voi!
No, troppo… e basta.
No.
No.No.
No.No.No.
Finché capito sul sito di Aria1984. Sono le tre di notte, gl’occhi bruciano e si chiudono da soli; sì, ma non posso e non devo ancora andare a dormire. Cliccare è diventato un gesto meccanico, senza speranza. Ne scorro cinque o sei, ed ecco la folgorazione. Non era La stanza del matto, ma si capiva che doveva diventarlo. Sembrava parlasse, insomma lo capite tutti perché. È chiaro a tutti il motivo per cui quell’immagine non poteva che rappresentare la nuova Stanza. È come quando ti rispondi che non poteva che essere così. È stata disegnata e realizzata da altri che non conosco, ma è come se l’avessero pensata per me. Ho scritto ad Aria, e lei è stata gentilissima. E questo è un piccolo modo per ringraziarla. Visitate il suo sito, e vedete se c’è quello che fa al caso vostro; sempre se avete intenzione di cambiare aria al blog.
Ma c’era ancora qualcosa che non andava. L’avatar. Una lotta senza tregua, da un avatar all’altro che un istante dopo già mi fa schifo.
Poi arriva Fabry e: “Ti posso mandare un avatar che secondo me sta bene con la nuova grafica?”.
“Sì, anche se l’arcobaleno che ride mi piace!” (Mentre lo dico già non mi piace più.)
Visto e aggiudicato.
M.
Ora sì che mi sento a casa!
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