Le Europee sono andate. Il Pdl frena anche rispetto alle Politiche. Cala pure il Pd. Cresce la Lega che toccherà il 100 per cento non appena Bossi passerà a miglior (?) vita. In Abruzzo il Pdl, che alle scorse Politiche aveva ottenuto il 41.6 %, ha guadagnato 5 punti superando il 46 %, questo evidentemente per la settimana di vacanza che il Premier si è concesso nelle tendopoli, stando molto attento a non sporcarsi il tait nero. Altri 5 punti e si approprierà della corona di Re degli Abruzzi, che poi è quella di Miss Italia riciclata per l’occasione. La raccolta differenziata è fondamentale, soprattutto in un momento in cui mezza Italia affoga nella spazzatura. In Sicilia e in Sardegna la gente ha preferito passare il week end in spiaggia a prendere il sole piuttosto che scolare litri di sudore in fila per mettere una X con una matitina che se te la freghi e ti beccano paghi 300 euro di multa. Qualcuno ha avvertito le nostre care isole che era tempo di voto? Forse col mare a dividere le terre non è arrivata la notizia. Certo che le cabine elettorali potevate istallargliele sul bagnasciuga, oppure indire il gioco aperitivo e, in cambio di un voto, offrire Aperol a volontà. Bisogna pur attrezzarsi per riportare la gente alle urne. Quello che emerge è che Berlusca piace, e comincio a credere che sia anche per tutte le sue note scelleratezze. Immaginate quella grossa fetta di pervertiti e pedofili che si domandano e si rispondono: “E mo’ chi voto? Che sbadato, Berlusconi ovviamente!”.
Poi.
Per la tanto chiacchierata Noemi è stata la prima volta che ricorderà per sempre. La prima volta al voto, che avete capito maliziosoni che non siete altro? Quell’altra prima volta ancora deve arrivare (EEEEEEEEEEEHHHH!), è indecisa se farlo col principe azzurro che è ricco sì, ma non così avvenente, col suo metro e 61 dichiarato e i capelli trapiantati, oppure col bianco cavallo dalle doti fisiche ben più prestanti. Intanto è andata a votare (chissà per chi!). È arrivata al seggio 62 di Portici a bordo di una Mercedes e poi, scortata, ha raggiunto la cabina. Infrangendo la procedura, il presidente del seggio chiude la porta per farla votare da sola e il padre l’accompagna fino all’urna. Protestano i cittadini contro i vigili urbani che scortano Noemi alla macchina: “Vergognatevi! Scortate un semplice cittadino. È una privilegiata”. Una privilegiata Noemi? E perché mai?!
Poi.
Euna Lee and Laura Ling sono due giornaliste americane che mentre tentavano di fare un reportage sui rifugiati nordcoreani in Cina per la serie Vanguard, in onda anche in Italia sul canale 130 di Sky, sono state fermate il 17 marzo al confine tra la Cina e la Corea del Nord e condannate a 12 anni di lavori forzati per ingresso illegale nel paese. L’accusa precisa è quella di essere entrate nel Paese con intenti ostili. Il tribunale centrale nordcoreano ha confermato il loro non meglio specificato grave crimine contro la nazione e l’aver attraversato illegalmente la frontiera condannando entrambe le giornaliste a 12 anni di correzione attraverso il lavoro. Il governo americano si è detto molto preoccupato. Allora, caro Barack, che fra un mesetto sarai mio ospite a cena, perché non li bombardate e li sterminate tutti questi asiatici che hanno arrestato il loro percorso di civilizzazione ai tempi della giustizia barbarica? Almeno avranno un reale motivo per definire gli intenti degli americani ostili.
Poi.
Daria è una ragazza ucraina che sta per diplomarsi. Parla 6 lingue e a scuola è bravissima in tutte le materie e, nel suo paese, ha già il suo titolo di studio che in Italia non è valido, per questo ha dovuto rifare il liceo. Ma ora, giunta all’ultimo anno, l’ennesimo ostacolo. Daria è clandestina, non ha documenti e tantomeno il codice fiscale. Senza quel tesserino di plastica non può fare l’esame di Stato. Il ministero dell’Istruzione, per compilare l’anagrafe dello studente, deve rilevare i dati relativi a ogni singolo candidato, compreso il codice fiscale. Un’operazione che deve essere fatta entro dopo domani. Siccome la circolare del 22 maggio 2009 del ministro Maria Stella Gelmini (we love you!) vuole che senza codice fiscale non si possa sostenere l’esame, per lei il sogno di diplomarsi rischia di infrangersi per sempre. Daria a Napoli vive insieme ai genitori: la madre fa le pulizie ad ore, il padre il saldatore. A scuola, intanto, è scattata una vera e propria gara di solidarietà per aiutarla mentre i suoi compagni pensano di inoltrare una petizione. Con la massa di pecoroni che ogni anno passa l’esame di Stato, se non la fanno diplomare, giuro che vado a vivere in Corea Del Nord.
Poi.
Un docente dell’università di Pavia esce di casa come tutte le mattine alle 8. Sua moglie resta a letto perché, anche lei professoressa, quel giorno non ha lezioni da tenere. L’uomo, dopo qualche centinaia di metri, si accorge di aver dimenticato in casa le chiavi del suo ufficio. Non è neppure passata mezz’ora e, convinto che la moglie stia ancora dormendo, rientra silenziosamente. Nel buio vede un’ombra furtiva nel corridoio. La sagoma cerca una via di fuga, ma l’accesso verso la porta di casa è sbarrato dal docente. Allora si infila in una stanza e si chiude a chiave. Con il cellulare in mano digitando il 113, il professore corre preoccupato in camera da letto, ma la moglie sembra tranquillamente addormentata. Nel frattempo arriva la volante. I poliziotti salgono in casa, intimano all’intruso di uscire dalla stanza in cui si è rifugiato. Ed ecco la sorpresa: il ladro è l’assistente universitario della moglie (seminudo) che il docente conosce benissimo. “Vi prego di scusarmi”, ha detto il docente ai poliziotti. Spero che l’uomo abbia apprezzato la dedizione alla professione dimostrata dal ragazzo che, per 2 lire – si guadagna di più a fare il dog sitter che l’assistente universitario – assiste la sua docente in ogni bisogno e necessità anche fuori dall’università.
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“Un ladro in casa!” “No, è l’amante di tua moglie!”
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I due corpi nell’oceano non sono morti, fanno finta
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Scrivi un commento →: I due corpi nell’oceano non sono morti, fanno fintaHanno ritrovato 2 corpi, una valigetta e un sedile blu con un numero di serie compatibile con l’Airbus sparito, uno zaino con dentro una scheda di vaccinazioni e un biglietto Air France, che ballonzolavano nell’oceano. Ora ci diranno che no, non è come pensiamo. Quei 2 non erano sul volo fatale, ma l’hanno provato a inseguire remando a bordo di un sedile, che avevano staccato precedentemente dall’aereo per via della rabbia provata nel sentirsi dire che non potevano imbarcarsi, perché troppo brutti e col loro truce aspetto avrebbero potuto spaventare gli altri passeggeri. Allora hanno nascosto il sedile nello zainetto sotto a due panini con la frittata di zucchine, avvolti nella carta stagnola, al biglietto dell’aereo e al libretto delle vaccinazioni del gatto brasiliano che, dall’oblò, li salutava con la zampetta pelosa – lui l’hanno fatto salire perché di razza pura – e hanno deciso di fare il viaggio in sedile. L’ipotesi che apparirebbe la più verosimile è che abbiano perso la vita per via delle perturbazioni e delle onde, degli squali e del fatto che l’oceano è un po’ più impervio di un laghetto con le paperelle, ma non è così che sono andate le cose. Quei 2 sono ancora vivi e stanno fingendo da oltre 6 ore (facendo il morto a galla) per non dover ammettere il furto del sedile e quindi dover pagare una multa più salata dell’acqua del mare con cui si sono dissetati per più di una settimana. Le autorità a bordo di canotti stanno provando a convincerli con le buone, ad ammettere di essere vivi, ma loro non mollano. Un agente ha anche sparato un paio di colpi all’uomo galleggiante che, grazie al gran talento recitativo in suo possesso, è riuscito a trattenere il dolore senza lasciarsi andare al benché minimo movimento. Nel frattempo attendiamo notizie dalla dimensione Z in cui pare che l’aereo sia finito, perché, se non lo sapete, i forti temporali con fulmini ravvicinati aprono squarci dimensionali ad alta quota, sostiene una signora di bell’aspetto mentre annaffia le gardenie nella serra dell’ospedale psichiatrico dove sta benissimo – dice lei – e guai a chiamarla reclusione, ex pilota della Marina Militare che, in tempo di guerra, si è ritrovata, in una notte tempestosa, al cospetto di un buco nel cielo che la tirava a sé e lei, con una manovra che non riesce ancora oggi a spiegarsi, l’ha evitato salvandosi la vita. Signora, porti i miei saluti alle sue amiche gardenie.
Poi.
Ieri mi sono messo a elencare tutti i percorsi possibili della mia vita, dipendenti da variabili non del tutto casuali, ma quasi, distinguibili e vicinissime, che orienteranno il mio futuro, non dico in modo definitivo, ma determinante quello sì, e tutto questo nei prossimi diciamo 14 giorni ad esser generosi. È venuto fuori un grafo orientato con tanti pallini e archi con la freccetta ad entrambi gli estremi, in cui ogni nodo ha almeno 4 strade possibili. Chissà a quale dei 120mila nodi foglia approderò. Quindi aspettatevi imminenti rivoluzioni.
Poi.
A proposito di imminenti rivoluzioni, ho parlato con una signora, probabilmente amica della suddetta pilota, ma più anzianotta, che dice di avere contatti soprannaturali con la nonna morta che le appare in sogno con l’avvicinarsi di grosse e pericolose sciagure. Le sarebbe apparsa prima che lei scoprisse di avere un cancro da cui poi ne è uscita alla grande, e le è apparsa 10 giorni prima del terremoto. (Pensate che felicità appena la vede in sogno!) Nell’ultima occasione pare che le abbia detto qualcosa del tipo: “Nipotina mia, a breve ci sarà una catastrofe con tanti morti, ma tu non preoccuparti che ti salverai. Però stai attenta e il primo dicembre resta fuori da casa!”. Io, con tutto il rispetto per la nonna, non ci credo, ma ho deciso che il primo dicembre me ne vado a fare una bella scampagnata in Guatemala. Voi, però, non denunciatemi per procurato allarme.
Poi.
Mancano 50 pagine alla fine di Anna Karénina che dopo giorni di psicosi e sdoppiamenti di personalità, turbe ossessive su ipotetici tradimenti del conte Vronsky, suo compagno, la quasi sicurezza che il suo ex marito non le concederà il divorzio e che suo figlio Seriogia la sta dimenticando inesorabilmente, raggiunge la stazione e si avvicina a un binario. Pensa agli sguardi penosi della gente che la fissa, ora che la voce della sua vita abbandonata ha fatto il giro della città, su quello che ha da perdere che è molto poco rispetto alla vendetta ai danni di Vronsky che la sua morte significherebbe, che si lascerebbe logorare dal senso di colpa per non averla compresa e amata abbastanza, così decide che vale la pena buttarsi sotto a un treno.
Buona domenica, allegriaaa!
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Perché amo L’Aquila?
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Scrivi un commento →: Perché amo L’Aquila?Non abbiamo fatto in tempo a dirlo che Niccolò Ghedini, avvocato di Berlusconi, ha denunciato El Pais per la pubblicazione delle foto. E in serata è Berlusconi che annuncia un’azione legale anche contro La Repubblica che “ha utilizzato il trucchetto di pubblicare le foto” del giornale spagnolo (quello che sostanzialmente ho fatto io nella Stanza). “Ma vadano tutti a quel pais: sono davvero molto scocciato”, ha detto il Presidente del Consiglio durante la registrazione di Matrix che non perde mai la sua strabiliante e travolgente ironia (alzi la mano chi ha riso alla battuta del Premier! Ehi, c’è nessuno? Ecco, lo sapevo. Ok, mi sento meglio).
Poi.
A Città del Messico un incendio in un asilo ha provocato la morte di 29 bambini di età compresa tra i pochi mesi e i 3 anni. Il presidente messicano Calderon ha ordinato l’apertura di un’inchiesta. I bambini stavano facendo il sonnellino pomeridiano e molti non si sono più svegliati, asfissiati dal fumo che si è propagato nella struttura, che solitamente ospita più di 200 bambini, per via di un incendio scoppiato in un garage attiguo e alimentato dai molteplici depositi di combustibile e materiali infiammabili presenti. I vigili del fuoco hanno lottato un’ora e mezza per domare le fiamme, alla presenza dei genitori disperati che non avevano la possibilità di raggiungere i piccoli. L’asilo ABC, che ospitava figli di madri lavoratrici o con scarsi mezzi, non aveva uscite d’emergenza. Inoltre porte e finestre erano chiuse dall’interno e i soccorritori hanno dovuto sfondare le pareti con camion e auto. Capisco la sicurezza e capisco che si debba impedire ad estranei l’ingresso, però uscire si deve poterlo in fretta in casi di emergenza. Signore maestre, tanto che c’eravate potevate farlo rivestire di uno strato di 40 cm di piombo il vostro asilo. Neanche fosse il caveau di una banca.
Poi.
Oggi è sabato e questa settimana ho intervistato un altro scrittore di successo per le nostre 4 chiacchiere contate. Gianluca Morozzi, 14 romanzi pubblicati dal suo esordio Despero uscito nel 2001 per Fernandel fino all’ultimissimo Colui che gli dei vogliono distruggere uscito all’inizio di quest’anno per Guanda, passando per il grandissimo successo del 2004 di Blackout tradotto per il mercato inglese e americano, di cui è stato anche girato un film per la regia di Rigoberto Castaneda. Buona intervista!
Poi.
Francesco Paolucci, il giovane giornalista aquilano che illo tempore mi ha intervistato per una radio, come direbbe la mia ex professoressa di latino del biennio – chissà se campa ancora quella vecchia strega che mi adorava e definiva tutti i miei 4 ai compiti in classe degli inspiegabili incidenti di percorso – sta portando avanti un progetto insieme ad alcuni bambini e ragazzi che vivono da 2 mesi nelle tendopoli, dal titolo Riprendiamoci. Vi lascio il video della seconda puntata, loro sono fantastici. L’Aquila in molti la temono, loro la amano. Guardatelo fino alla fine ché c’è la divertentissima chicca dei bagni chimici Sebach.
Grazie a Francesco per le emozioni. La prima puntata la trovate qua.
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“L’informazione che fai te fa ridere!”
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Scrivi un commento →: “L’informazione che fai te fa ridere!”Si è suicidato David Carradine, la star di Kill Bill, alla veneranda età di 73 anni, con il cordone della tenda di un hotel extralusso di Bangkok. Sono stati alcuni membri della troupe a scoprire quanto accaduto quando sono andati a cercare l’attore nella sua stanza dopo che non si era presentato a cena. Io non sono mai stato un grande estimatore di Kill Bill che mi ha segnato, in un infinito pomeriggio a sorbirmi Black Mamba la pazza, che si risveglia dal coma e decide di vendicarsi della strage che questi ceffi guidati da Bill avevano fatto 4 anni prima al suo matrimonio, sterminando parenti, amici e pure il marito. Non dev’essere stato un bel momento per una novella sposa. So che sembrerò impopolare, ma 6 ore di film e 2 palle così. Tornando a noi mi domando che senso possa avere suicidarsi a 73 anni. Leggo in giro che ha avuto coraggio, che ha fatto un gesto eroico, che ha dimostrato di essere un grande uomo… un grande attore forse, che chiude il film della vita col colpo di scena finale, ma perché un grande uomo?
Non credevo che il suicidio fosse meritevole di lodi.
Poi.
I resti recuperati nell’oceano non sono dell’Airbus A330 di Air France (e di quale altro aereo sono?), quindi mettiamoci l’anima in pace, è sparito, non nel senso che non si ritrova, ma nel senso di proprio sparito nel nulla. Paffete, puffete (glu glu glu)! Chissà se a chiamare Molder e Scully questi signori delle ricerche ci hanno già pensato. Magari lo ritrovano in un’altra dimensione, o è stato rapito dagli alieni che l’avranno scambiato per un gigantesco piccione viaggiatore atrofizzato. Fatto sta che un aereo parte con 228 persone a bordo, non arriva, e a distanza di una settimana quasi nessuno sa dare risposta alla domanda: Che minchia è accaduto? L’ultima che ho sentito è che si sarebbe disintegrato in volo a causa della velocità superiore a quella dovuta (perché giustamente progettano e costruiscono un aereo (non uno di quelli telecomandati che si trovano al reparto giocattoli della Standa) che, se acceleri troppo, si disintegra nel cielo, wow e strawow!) e a tutta una serie di altre non ben note catastrofiche concatenazioni che probabilmente non conosceremo mai. Stanno lavorando per recuperare le scatole nere custodi della verità (ignorano la posizione dell’aereo, chissà come pensano di ritrovare le scatole nere). Intanto, dopo il disastro, Airbus ha lanciato un appello agli equipaggi delle compagnie aeree affinché si attengano alle procedure standard, se sospettano che gli indicatori di velocità siano in avaria, suggerendo che un guasto tecnico potrebbe aver avuto un ruolo cruciale nel disastro.
Io una cosa la so, che se a Preturo (a 40 metri da casa mia) dopo l’adeguamento della pista per permettere agli 8 capi di stato di calpestare il suolo aquilano per il G8, ci faranno un aeroporto di linea, come si dice in giro e a cui non voglio credere, ho chiesto ad Air France se mi prestano un Airbus che gli avanza che ce lo vorrei far precipitare sopra. Mi han detto che non ci sono problemi, appena ne avranno riempito uno me lo manderanno.
Poi.
Il giornale spagnolo El Pais pubblica le foto di una festa in Sardegna a cui il nostro Premier ha partecipato e lui a Radio Anch’io (anch’io voglio rilasciare una dichiarazione a Radio Anch’io!) le commenta dicendo che è la solita violazione della sua privacy e che quelle sono foto assolutamente innocenti. Se sono innocenti immagini di superfighe nude e uomini coi pesci all’aria tutti intorno al Premier, mi dispiace, ma aveva ragione il mortazza Prodi col culo sulla sella ad aprire i cancelli delle carceri. Il legale di Silvio annuncia anche un’azione in sede civile per chiunque ripubblichi in Italia le fotografie apparse su El Pais. Quindi, se non leggerete più aggiornamenti, significherà che mi avranno fatto sparire. Voi cercatemi nell’oceano.
Poi.
Gianna Nannini, ospite da Emilio Fede gli dice, in faccia, che il suo modo di fare informazione almeno fa ridere. Lui produce un ghigno che evidenzia l’imminente esplosione del fegato, ma si contiene e prosegue con le domande.
GiannaBest.
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Ricordiamo il massacro che la Cina vuole insabbiare
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Scrivi un commento →: Ricordiamo il massacro che la Cina vuole insabbiareUn uomo in seguito a un tumore al cervello piomba in uno stato di coma irreversibile. Sua moglie, una donna originaria dei paesi dell’Est Europa, vuole a tutti i costi un figlio da lui e chiede di poter ricorrere alla fecondazione assistita. I tribunali glielo impediscono perché non appare possibile ricostruire le sue volontà prima del coma, che la donna e il padre dell’uomo dichiarano di conoscere bene. “Anche lui voleva un figlio”, dice la moglie, ma questo figlio per ora non vedrà la luce. Gli avvocati della famiglia sono pronti a ricorrere in appello impugnando il provvedimento dei giudici civili. Chissà se al fatto che quel bambino sarà costretto a crescere senza padre, c’hanno pensato, non dico l’avvocato, ma la moglie e la famiglia di lui. Ognuno lascia a chi resta innumerevoli ricordi di sé. Fotografie, giornate intere, lacrime, istanti d’ebbrezza. Non c’è bisogno di crearne di nuovi in carne ed ossa, bambini ricordini giocattolo, che impediscano l’oblio.
Poi.
I Ros hanno arrestato 5 maghrebini che architettavano attentati a Milano e a Bologna. Costoro, facenti parte di un’organizzazione terroristica che starebbe pianificando attentati anche in Spagna, Francia e Danimarca, avevano deciso di far esplodere bombe sotto la metropolitana. Ora, considerato il risaputo problema delle carceri piene, che aveva portato il mortazza Prodi a liberare tutti con l’indulto, provvedimento che ha moltiplicato i crimini nei mesi immediatamente successivi – lo capisce pure il mio attaccapanni in camera, col cappotto invernale ancora appeso, che se tu liberi 500 criminali 473 tornano a delinquere (YAAAHUUU!) – e riflettendo anche sul motivo spinta del gesto che è: Sono pronto a morire per Allah! mi chiedevo: perché quei 5 e tutti quelli che hanno finora catturato e che cattureranno non li facciamo esplodere in un punto qualsiasi del Sahara?
Poi.
Il terribile maestro Martelletta di Academy, il nuovo reality di danza dell’estate di RAI2, se la prende con una delle ballerine rivolgendosi a lei così: “Vergognati cicciona, c’hai pure la cellulite!”. Rimprovera alla povera e sensibile Leslie di non essere riuscita a perdere neanche un etto dall’inizio del programma. Ci si affanna tanto a promuovere campagne contro l’anoressia, a favore dell’alimentazione giusta, e poi uno se ne esce con un’esternazione del genere rivolta ad una ragazza già di per sé magra? Io chiuderei il programma, tanto se lo guardava soltanto Paganini e la mamma della Agosti.
Poi.
Barack Obama tende la mano agli islamici. Nell’attesissimo discorso, limato costantemente nelle ultime settimane dal presidente (immagino cosa poteva essere la versione originale), pronunciato all’Università del Cairo davanti ad una folta platea, che più volte lo ha applaudito, Obama pone l’accento su ciò che unisce Stati Uniti e musulmani, dopo anni di paura e diffidenza. “È il momento di cooperare per un nuovo inizio!” Non sembra molto d’accordo il buon (?) vecchio Bin Laden che risponde con un video della durata di 25 minuti trasmesso da al Jazeera in cui sostanzialmente mette in guardia i musulmani dall’allearsi con cristiani ed ebrei, un’alleanza che annulla la fede musulmana. Bin Laden ha fatto appello ai musulmani perché combattano gli alleati degli infedeli. Secondo me, se Barack non sta attento, la mano tesa se la ritrova mozzata.
Poi.
La Cina ha espresso forte insoddisfazione per l’appello del segretario di Stato Usa Hillary Clinton che ha invitato Pechino a pubblicare i nomi delle vittime e dei dispersi della repressione di Piazza Tienanmen, di cui oggi ricorre il ventesimo anniversario. Centinaia, forse migliaia, di manifestanti, studenti e cittadini solidali con la protesta furono uccisi nella notte tra il 3 e il 4 giugno 1989 dopo che i carri armati erano stati dispiegati nelle strade della capitale per reprimere le rivendicazioni di democratizzazione che da 7 settimane venivano avanzate in modo pacifico dai ragazzi dell’Università di Pechino. Le autorità cinesi tentano di impedire ogni forma di commemorazione delle vittime e ostacolano il tentativo di far chiarezza sul numero dei manifestanti uccisi quella notte, le stime più alte parlano di 7000/12000 morti.
Vi lascio con un momento di quei giorni.Il rivoltoso sconosciuto, un ragazzo che ha fermato quattro carri armati semplicemente rimanendo in piedi, immobile, davanti a loro.
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2210 dollari a settimana grazie ad Alessia Fabiani
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Scrivi un commento →: 2210 dollari a settimana grazie ad Alessia FabianiRagazzi, devo condividere con voi una notizia fantasmagorica. Mi ha scritto Mamie Fabiani, che a giudicare dalle megalitiche gaff grammaticali nella breve e-mail, non può che essere Alessia Fabiani (che si è laureata, eh) sotto mentite spoglie, per propormi di rispondere a delle e-mail e a delle telefonate per la società Noacoop SRL (che ovviamente non esiste) in cambio di un decisamente equo compenso di 2210 $ a settimana (il cambio euro-dollaro non è che sia proprio il massimo della convenienza, però 2210 può andar bene uguale). Quindi, basta preoccuparvi per me perché il Matto ha trovato un lavoro, e che lavoro! Io, che sprizzo e spruzzo generosità da tutti i pori e i punti neri, voglio dare anche a tutti voi che mi leggete la possibilità di sistemarvi economicamente, fare a voi il dono che Mamie (fa più badante ecuadoregna che manager, con tutto il rispetto) ha dato a me e quindi vi riporto l’e-mail con i contatti per arrivare al fruttuoso guadagno.
Buon giorno! (Un entusiasmo che neanche la strafiga mamma bionda della pubblicità delle merendine.)
Rappresento come manager la ditta NOACOOP S.r.l. (Che non esiste, in questa dimensione e realtà, almeno.)
Se avete bisogno (mi dà del voi. Brava Alessia, cresciuta alla grande scuola napoletana) di un guadagno aggiuntivo come 2210 $ a settimana (oddio, schifo non farebbero a nessuno), allora potete scrivere a noi all’indirizzo email: Fedezoni.Vespasiano.68@googlemail.com (l’avete appuntato tutti?) e noi proponeremo (voce del verbo proponere?) questo lavoro.
Ecco che cosa serve fare – rispondere alle chiamate telefono e email.
Il lavoro verrà pagato una volta a settimana (alla faccia della mia cassa integrazione che sono 2 mesi e ancora non si vede). Per iniziare, scrivete all’indirizzo email: Clinio.Berruti.83@googlemail.com (oddio, l’indirizzo è già cambiato?) Nome e Cognome e la città di residenza. Risponderemo entro 1-3 ore. (Che celerità al mio servizio! Non vedono l’ora di donarmi 8840 dollari al mese.)
Distinti saluti.Mamie Fabiani
Alessia, capisco le tue ben note difficoltà ad esprimerti in un idioma che possa anche solo assomigliare all’Italiano e che sia almeno comprensibile, però 2210 dollari a settimana per rispondere al telefono… Cos’è, una linea hard? No, in quel caso te la caveresti meravigliosamente. Per ansimare bastano un paio di vocali.
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Final Destination per i miracolati dell’AirBus
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Scrivi un commento →: Final Destination per i miracolati dell’AirBusOggi è la festa della Repubblica Italiana. Napolitano ha dedicato una sostanziosa parte del suo discorso agli sfollati aquilani che la passeranno in tenda, sotto la pioggia (perché qua piove da 3 giorni); lo ringrazio. Vorrei estendere la dedica di questa giornata, nella quale ogni anno proviamo a ricordarci di voler restare uniti attorno al primo degli ideali e dei diritti: la libertà, ai parenti dei passeggeri del volo sparito nell’Atlantico. Stanno continuando le ricerche, c’è ancora qualcuno che ha fiducia possa esserci qualche sopravvissuto. Non c’è stato alcun tentativo di ammaraggio o, se c’è stato, tanto bene non dev’essere andato, perché se no a questo punto starebbero tutti felici e contenti a sguazzare nelle tiepide acque tropicali. Supponiamo che l’aereo non sia esploso nell’impatto con l’acqua e che siano rimaste delle aree stagne in cui restare all’asciutto e respirare. Ora quei signori si trovano a 4mila metri di profondità. Rilevante la testimonianza del pilota del volo Parigi-Rio, tratta opposta a quello dell’Airbus scomparso, che dice di aver visto delle luci arancioni sull’Atlantico durante il loro volo, proprio nella zona in cui dovrebbe essere precipitato l’aereo. Le speranze sono veramente infinitesime.
Quando capitano di queste tragedie c’è sempre chi doveva finirci dentro, ma che in un modo o nell’altro, per caso, fortuna, destino, mano di Dio, non lo so, di certo gran culo, all’ultimo l’aereo non lo prende. È capitato a un medico francese e alla moglie che hanno fatto di tutto per imbarcarsi sull’aereo AirFrance, ma era pieno. “Siamo dei miracolati, volevamo essere su quell’aereo a tutti i costi e invece siamo rimasti a terra qui a Rio de Janeiro”, ha raccontato il professor Claude Jaffiol.
“Eravamo a Brasilia e avevano deciso di accorciare il nostro soggiorno e di rientrare a Montpelier, abbiamo smosso mare e monti per trovare un posto ma non c’è stato niente da fare”, ha proseguito Jaffiol riconoscendo di aver avuto una fortuna incredibile. Altra fortunosa coincidenza quella che ha salvato Marcelo Calaca, analista giudiziario di 37 anni che, giunto all’aeroporto, si è accorto di avere il passaporto scaduto da 2 mesi. Insieme a lui c’era un amico americano che ha deciso anch’egli di rinunciare al volo. “Avrei potuto insistere per imbarcarmi, ma ho pensato che se avevo il passaporto scaduto una ragione doveva esserci” ha detto Joao Marcelo al giornale O’Globo. “Sembra strano dirlo adesso, ma non avevo una bella sensazione.” Fatto ritorno a casa, all’alba il brasiliano è stato svegliato da una serie di telefonate sul cellulare, così ha saputo della notizia. “E mi sono venuti i brividi mano a mano che assistevo alle notizie alla televisione. Una sensazione difficile da spiegare, di allegria enorme, ma anche di profonda tristezza per tutte le persone che erano su quell’aereo.” Per non parlare del signor Claudio Freddi, un ingegnere di 54 anni che aveva prenotato un posto su quel volo per poi tornare in Italia, ma all’ultimo momento un contrattempo sul lavoro l’ha costretto a restare in Brasile salvandogli la vita. Ha chiamato a casa per rassicurare i familiari angosciati per le notizie che arrivavano dai TG: “State tranquilli perché io non ero sull’aereo”.
Io son contento per loro, per carità, però sconsiglierei a ciascuno dei suddetti miracolati la visione di Final Destination che comincia esattamente così. Fossi in loro avrei il culo serrato all’idea che la Morte si fosse già messa sulle mie tracce.
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Io, la parabola che preferisco è la fine del mondo
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Scrivi un commento →: Io, la parabola che preferisco è la fine del mondoLe notti di pioggia complicano tutto. Lo scrosciare impietoso di quelle gocce pesanti sui teloni delle tende e sul rivestimento dei camper ha lo stesso effetto di un instancabile martello pneumatico nelle orecchie e nel cervello, che non riescono a riposare. Stanotte avrò dormito 3 ore, a voler essere generoso. In compenso ho scritto molto, ho ultimato un nuovo racconto e, anche se non ho ancora nessuna buona notizia per Supermarket24 (vi giuro che prima o poi uscirà) sono soddisfatto per le nuove storie che stanno vedendo la luce.
Ieri, parlando di Io speriamo che me la cavo, che ho citato nell’ultimo post, mi sono ricordato di uno dei temi dei bambini di Corzano che mi piaceva moltissimo, quello da cui viene il titolo del libro e del film. L’ho ritrovato. Il titolo del tema era: Quale parabola preferisci?
Svolgimento:
Io, la parabola che preferisco è la fine del mondo, perché non ho paura, in quanto che sarò già morto da un secolo. Dio separerà le capre dai pastori, una a destra e una a sinistra. Al centro quelli che andranno in purgatorio, saranno più di mille migliardi! Più dei cinesi! E Dio avrà tre porte: una grandissima, che è l’inferno; una media, che è il purgatorio; e una strettissima, che è il paradiso. Poi Dio dirà: “Fate silenzio tutti quanti!”. E poi li dividerà. A uno qua e a un altro là. Qualcuno che vuole fare il furbo vuole mettersi di qua, ma Dio lo vede e gli dice: “Uè, addò vai!”. Il mondo scoppierà, le stelle scoppieranno, il cielo scoppierà, Corzano si farà in mille pezzi, i buoni rideranno e i cattivi piangeranno. Quelli del purgatorio un po’ ridono e un po’ piangono, i bambini del limbo diventeranno farfalle. Io, speriamo che me la cavo.
Io della fine del mondo invece un po’ paura ce l’ho. In questi giorni sto affondando tra articoli scientifici, superstizioni, profezie Maya, inversioni dei poli, whisky, mia madre… (È il caso di ricominciare a uscire.)
Meglio lasciar perdere, che di base, pure se ne parlo, sono profondamente ignorante in materia (Storia della Fine del Mondo 2), e allora tutti quei paroloni servono soltanto ad autosuggestionarmi inutilmente. Viviamo sereni (ssimi) fino al 20 dicembre 2012; il 21 si vedrà. Sempre se c’arriviamo, che magari uno sta tornando da Rio de Janeiro a Parigi e all’improvviso un fulmine colpisce l’aereo che sparisce dai radar e s’inabissa nell’Atlantico. È questa l’ipotesi più probabile della tragedia di stamattina. C’erano 231 persone su quel volo, tra passeggeri e personale di bordo, 5 italiani, alcuni bambini di cui uno appena nato. Una fonte dell’aeroporto di Charles De Gaulle di Roissy ha detto: “Non c’è alcuna speranza!”.
Il Presidente Sarkozy, informato stamattina della perdita di contatto con l’Airbus A330 di Air France che effettuava il collegamento Rio de Janeiro-Parigi, ha espresso la sua vivissima preoccupazione (non l’ho usato io il termine vivissima, ma le agenzie di stampa) ordinando ai suoi uomini: “Fate il possibile!” e poi sarà tornato a fare colazione con Carlà e i pan di stelle Mulino Bianco. Un abbraccio ai parenti delle vittime dalla Stanza.
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Terremoto, G8… Io speriamo che me ne vado!
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Scrivi un commento →: Terremoto, G8… Io speriamo che me ne vado!Qualcuno dice che il Cavaliere abbia fatto divulgare dati sull’intensità del terremoto inferiori a quelli reali così da evitarsi il 100 per 100 del risarcimento sulle case crollate o inagibili. Finché la notizia rimane diceria da campeggio nessun problema – se ne dicono tante. Ho sentito pure che alla Finanza avrebbero pronte 1000 bare in attesa di essere riempite dai corpi delle vittime della prossima scossa attesa da un giorno all’altro – però quando poi la sento in TV uscire dalla bocca di esponenti dell’opposizione a meri scopi elettorali, mi pare il caso di approfondire. Ebbene ho approfondito. Non che ci sia voluto chissà quale studio e ricerca di informazioni, basta digitare qualche parola su Google. La scossa del 6 aprile è stata di 5.8 della scala Richter e 6.2 della scala Richter magnitudo momento. Sono 2 valutazioni leggermente diverse, entrambe giuste. La tradizionale scala Richter misura le onde più prossime all’epicentro, la scala di magnitudo del momento sismico (Mms) calcola l’energia alla sorgente, fornendo una stima migliore dell’energia irradiata. È per questo che i sismografi di tutto il mondo si affidano alla Mms, un po’ come facciamo noi per mandare foto o filmati col telefonino, per chi ha un cellulare abilitato (io no). Quindi evitiamo di straparlare. Non è vero che in Italia insabbiano i dati (non è stato questo il caso, almeno) e che Ingv mente, come ho pensato da gran fesso anch’io.
Come dice Niccolò, basta informarsi. Aggiungo che dovrebbero essere i mass media a farlo, comunque. Resto sempre a difesa della matrona della fattoria che si preoccupa a morte dei suoi capelli e di non far bruciare l’omelette e chissà se le galline hanno covato, che è convinta che il computer sia una specie di televisione moderna e non capisce come si faccia a cambiare canale e mettere sul 5 che iniziano i casting di Amici, con quel telecomando con 2 pulsanti a forma di topolino, poi. Cosa deve pensare quella donna se le raccontano che il terremoto era di 6.2 e non di 5.8 come hanno reso noto al solo scopo di non ripagarle la casa semicrollata? Bisognerebbe organizzare dei corsi accelerati di Scienze della Ricerca Googleiana cosicché tutti possano farsi la loro informazione personalizzata, perché io ai TG credo sempre meno.
Ieri Berlusconi, nel corso della conferenza stampa che ha tenuto a L’Aquila, ha esortato tutti i genitori all’ascolto a non iscrivere i loro pargoli alle scuole della costa perché a settembre riapriranno tutte le scuole aquilane. Quelle che necessitano di pochi lavori di ristrutturazione e quelle che invece andranno ricostruite da capo all’interno delle new town che circonderanno il nucleo aquilano esploso e che, come dice il Premier, saranno abbellite da abbondante verde. Hanno riaperto ieri i primi 2 reparti dell’ospedale: Diagnostica e Radioterapia, segnale questo, secondo il vice ministro alla Salute Ferruccio Fazio, della ripresa della sanità in Abruzzo. A me pare il minimo, dopo 2 mesi, che riaprano 2 stanze d’ospedale, però ci fidiamo. Intanto il 20 giugno sarà completamente operativo l’ospedale da campo approntato per il G8 alla Maddalena e in fase di trasferimento qua da noi. Non ho ancora capito se quella di piazzare il G8 a L’Aquila sia stata una decisione geniale (piomberanno dal cielo 90 milioni di euro, non nelle mie tasche, detto per quelli che hanno nutrito dubbi in merito alla destinazione del money) oppure la più incredibile stronzata che potessero fare, per la serie: Ci mancava solo questo! Vi saprò dire quando sarà finito, se sarò ancora vivo, insomma. Sì perché hanno definito le aree a rischio, una specie di mappa colorata e, indovinate un po’, casa mia sta al centro della zona rossa. Abito a 40 metri da quella che fino a 3 mesi fa era una pista di cemento con le ortiche ai bordi e i cani che ci andavano a cacare, da cui decollavano 3 elicotteri gialli al mese di quelli che sorvolano mari, monti, laghi e città per le emergenze, e nel giro di un mesetto si trasformerà in un aeroporto internazionale su cui atterreranno i jet di Berlusconi, Obama e compagnia bella, sempre a 40 metri da casa mia. Che gran culo eh? Devo ancora capire quali saranno le conseguenze di questa così fortunosa designazione. Pare che non si possa uscire di casa se non scortati, a qualunque ora del giorno e della notte; intanto ci stanno fotografando uno a uno, i residenti, che saranno dotati di un pass per attraversare la zona rossa senza ritrovarsi trivellati dai colpi di qualche tiratore scelto a difesa delle celebrità, e scusate se quella è casa mia.
Insomma, io speriamo che me ne vado (che potrebbe essere l’attesissimo seguito di Io speriamo che me la cavo).
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Terremoto, tesoro, dov’eri? [intervista a Pulsatilla]
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Scrivi un commento →: Terremoto, tesoro, dov’eri? [intervista a Pulsatilla]Stanotte noi aquilani ci siamo ballati la nostra house-tecno music, che tanto ci piace, dalle 3 meno un quarto alle 5 e mezza, sulle note di una sequenza di 7 scosse che hanno toccato l’apice alle 5 meno 5 con quella d’intensità 3.5 della scala Richter, che mi ha svegliato. Ho sbarrato gli occhi convinto che qualcuno fosse salito a bordo del camper e avesse messo in moto. Poi ho capito che non si trattava di un rapimento, anche perché che ci fanno con me, ma del nostro caro amico terremoto che non si faceva sentire da qualche giorno e mancava un po’ a tutti noi.
Mentre qua si parla di tornare in casa per chi ha le case agibili io invece consiglierei a tutti di ancorarsi alle tende e ai camper e alle costruzioni provvisorie che vi ospitano e non mollarle neanche col fucile puntato. Spero che tornino indietro sulla decisione di obbligare chi ha il certificato di agibilità a lasciare le tendopoli perché il fenomeno è tutt’altro che spento.
Intanto è sabato, quindi tempo di 4 chiacchiere (contate). Oggi abbiamo una grandissima ospite. Ci è venuta a trovare la blogger per eccellenza, colei da cui è partito il fenomeno blogger/scrittore. Più di 100mila copie per il suo primo libro La ballata delle prugne secche uscito per Castelvecchi editore che ha scovato il suo Diario verde & acido già celebre nel WWW e ha deciso di lanciarla, a cui hanno fatto seguito Giulietta Squeenz e Quest’anno ti ha detto male. Lettere a Babbo Natale cestinate da lui medesimo e casualmente ritrovate, entrambi pubblicati da Bompiani. Un grande ringraziamento a lei da parte mia. Vado a farmi un giretto che ho bisogno di un po’ d’aria (altre 2 scosse stamattina più spostate verso il Gran Sasso, però). Vi lascio con l’intervista a Valeria Di Napoli conosciuta al grande pubblico come Pulsatilla.