Nonostante le abbia nuovamente ripetuto che non ho alcuna intenzione di vendere aspirapolvere, mi chiamano per dirmi che ho superato brillantemente il secondo colloquio e allora sono convocato per il corso da manager galattico mercoledì sempre a Prato. Mi han pure detto che bisogna presentarsi in abito professionale. Io me lo compro anche un pantalone nero e un paio di scarpe lucide, mica no, ma se si azzardano a dirmi che devo andare a suonare a un campanello, fare una telefonata per proporre le nuove spazzole cattura-acari io mi alzo dalla sedia e mi trasformo nell’Incredibile Matto che al contrario del celebre Hulk diventa Blu e comincia a scoreggiare gas nervino. Come ben sapete la trasformazione comporta danni irrimediabili sui capi d’abbigliamento e quindi poi mi toccherà anche chiedere il risarcimento dell’abito professionale che avrò comprato apposta per loro e che non costa proprio 7 lire. A Firenze ora cade una pioggia rumorosa, poi all’improvviso smette e ti sorprende pure il sole. È una città che ti prende in contropiede. Intanto che lo faccia con me, visto che è sabato, proviamo a tornare alla normalità con le interviste agli scrittori di 4 chiacchiere (contate) con… e oggi incontriamo Cristina Mosca con la quale un anno fa esatto ho avuto anche il piacere di fare una presentazione. Vi ripropongo quel vecchio post con la mitica intervista doppia. Ha smesso di piovere, ve l’avevo detto che è un po’ pazzo questo cielo, e la bolla d’acqua che m’è sbucata dietro al tallone destro mi fa un male cane.
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Dalle unghie dei piedi fino ai pelini più reconditi
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Scrivi un commento →: Dalle unghie dei piedi fino ai pelini più reconditiAvevo progettato di conficcare l’ombrello con la punta di legno nella gola della centralinista perché ero convinto che si trattasse dell’ennesimo colloquio per farmi andare in giro a vendere padelle. La convinzione è ancora più stabile dopo che ho scoperto che l’azienda vende aspirapolvere. “Ma scherza signor Grimaldi? Noi quelle figure ce le abbiamo già. Quello che cerchiamo è un manager per gestire un nuovo ufficio di prossima apertura a Firenze.” Sì e io sono il figlio di Stephen King. Sapete cosa vuol dire uccidere una persona? È quello che farò appena mi diranno (domani probabilmente) che si parte dal basso, che bisogna fare esperienza, che bisogna avere pazienza e voglia di arrivare… e allora comincia a costringere tua nonna a desiderare improvvisamente un aspirapolvere. Ecco, quello sarà il momento esatto in cui sferrerò il colpo, e l’ombrello, che ha per puntale un paletto di frassino per vampiri, trapasserà la sua giugulare da parte a parte. Perché io l’ho avvertita che questi lavori, con tutto il rispetto, se li possono ficcare nel didietro, e visto che devo tornare a Prato e rifarmi 6 km e mezzo a piedi (ma questa è anche un po’ colpa mia che sono abbondantemente impedito a Firenze che ci sto da una decisa di giorni figuriamoci se dovessi prendere un autobus a Prato) e pure prendere un treno, permettete che, qualora si profilasse l’ipotesi dell’accattateville, la rabbia ricoprirebbe ogni zona del mio corpo, dalle unghie dei piedi un po’ lunghette, a dir la verità, fino ai pelini più reconditi sparsi sul mio capoccione, e renderebbe giustificabile l’omicidio? Insomma, se domani leggete di una grassottella mora, morta dissanguata sulle scale di un anonimo edificio toscano, state pur tranquilli perché è tutto sotto controllo.
Stasera sono andato alla presentazione di Gente di Mumbai di Munmun Ghosh, una scrittrice indiana che per ovvi motivi non poteva essere lì, che recensirò appena l’avrò letto. Ho conosciuto Chiara Fattori, la direttrice editoriale di Intermezzi, nuovissima casa editrice, coraggiosa perché sceglie di pubblicare senza chiedere contributi agli autori, intanto. È una ragazza che le si legge negli occhi la passione che muove il suo lavoro. E anche se per ora la distribuzione non è mondiale, dalle piccole cose si arriva lontano, se gli intenti sono sinceri, e i suoi lo sono. Ho conosciuto Ilaria Giannini, giovane giornalista che tra pochi giorni esordirà nella narrativa col romanzo Facciamo finta che sia per sempre, per Intermezzi. Siam rimasti qualche minuto dopo l’incontro a parlare di lei, dei suoi progetti, di L’Aquila, di me che tra un po’ finirò a lavare i vetri delle macchine ai semafori, armato di tira-acqua versione mignon. La conoscerete meglio intanto perché ha accettato di sottoporsi alle mie 4 chiacchiere (contate) e poi perché ho deciso di seguirla, non per strada come fanno i maniaci, intendiamoci.
Settimana prossima passeranno a stabilire l’agibilità di casa nostra. Per quella in cui vivevamo non ci dovrebbero esser problemi, per l’altra, quella che avevamo affittato alle ragazze, forse si prospetta un brutto destino.
Probabilmente dovrà essere abbattuta e ricostruita. E chi la ricostruirà e quando, son domande che neanche provo a pormi, perché l’unica risposta che mi viene in mente è: Berlusconi, che mi fa un po’ ridere, pur non essendo granché comica la faccenda. Mia madre ha deciso di dormire in tenda tutta l’estate. Dice che non ce la fa a dormire in casa. Ce la siamo giocata, presto dichiareranno l’inagibilità del suo cervello. Si scherza, in verità non me la sento di biasimare le sue paure. Volevo ringraziare Maria De Filippi che ha deciso di donare attraverso Mediaset e la puntata speciale di Amici da Lecce, 300mila euro per ricostruire una scuola.
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GNLD per una vita migliore
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Scrivi un commento →: GNLD per una vita miglioreSto imparando a muovermi da solo. Mi sento un bambino che comincia ad allontanarsi da casa e che gioisce perché ritrova la strada del suo portichetto. Firenze mi piace ogni giorno di più. Mi piace la gente animata da modi gentili, che avrò notato solo io, forse, ma mi par che sia così. L’autista dell’1, stamattina, mi ha aiutato a trovare la strada del secondo fantomatico ridicolo colloquio. Si tratta di vendere i prodotti GNLD per una vita migliore, che ora vi illustrerò nei dettagli perché, fingendo interesse, mi son fatto dare il depliant (sperando che non mi denuncino). Cominciamo dalla soluzione Pro Vitality che son delle bustine che forniscono un’elevata energia, salute del cuore, protezione antiossidante, ottimo potere immunitario, articolazioni sane ed elastiche, salute cellulare e funzione cerebrale regolare. E quella per diventare milionari se la son dimenticata? Io alle bustine non ci credo, fossero state pillole avrebbero forse destato in me maggior curiosità, ma le bustine miracolose son cosa vecchia, suvvia. Poi ci sono gli integratori nutrizionali e per la perdita del peso che sarebbero, a dire di costoro, anche una buona prevenzione per il cancro. Striscia la notizia la chiamate voi? Prodotti per la cura della pelle e della persona e, la loro punta di diamante, il ritrovato che al mondo così non ce n’è, Super10 per la pulizia degli ambienti. Flaconi che vanno da un litro a 100 tonnellate. Vi giuro che mi ha detto così. Un flacone da 100 tonnellate non l’ho mai visto, ma mi sa di difficile utilizzo, poco pratico, forse. Mi è venuto da ridere non poco e in quell’istante mi son chiesto per la 57esima volta: Che ci faccio qui? C’è anche un’iscrizione per intraprendere quella illuminante attività, 69 euro. Quando la signora bionda, ex impiegata al comune, che ora ha trovato la ricchezza e la felicità in un mezzo scantinato della periferia fiorentina, me l’ha detto, io ho risposto: “In questo momento nel portafogli ho 6 euro e 75, può andar bene ugualmente?” poi devi pure acquistare un po’ di questi prodotti scontati del 25% e poi devi trovare a chi rivenderli. Più vendi più guadagni. Se riesci a coinvolgere altre persone interessate e a formare una rete di venditori tu diventi il capoccione e prendi pure parte delle robe che vendono loro, insomma una gran cagata. Domani sera fanno un meeting a Pisa dove sarà presente il rappresentante americano del baraccone per parlare ai suoi adepti. Mi hanno invitato a partecipare, ho risposto che ci avrei pensato (se avessi risposto di no non mi avrebbero lasciato il catalogo e io non mi sarei ricordato mai Super10, ad esempio).
Ieri invece son stato dalle 8 e mezza fino alle 7 della sera a girare per Firenze in compagnia del Fabrizio Corona de noartri e una poveretta di vent’anni che non riusciva neanche a formulare le 2 frasette di presentazione al cliente. Tra il dialetto toscano e la timidezza che le faceva mangiar le parole vi giuro sarebbe stato di gran lunga più comprensibile ET, almeno lui t-e-l-e-f-o-n-o-c-a-s-a lo scandisce come si deve. Si trattava di convincere tutti coloro in possesso di una partita IVA a passare da Enel a Sorgenia, perché noi siamo la fonte dell’energia. Il Ray Ban dotato, con cravatta serpente, ha chiuso 3 contratti prima di pranzo e allora ho pensato che era facile e sarebbe stato divertente provare. Arrivati alle 7 di sera i contratti chiusi erano ancora 3, i km percorsi forse 50, i piedi come 2 palloni aerostatici imprigionati nelle mie Adidas celtiche da 19 euro e 90 che non sto qui a dirvi di che grave arma biologica sono custodi, la camicia zuppa di sudore e gli occhi che mi si chiudevano, 20 milioni di vaffanculo celati negli sguardi della gente che aveva altro da fare che stare a sentire palle su Sorgenia e sconti: “Allora Matteo, ora compiliamo un test così vediamo se sei idoneo all’assunzione” “Il test lo devo compilare pure se non voglio essere assunto?” Stava inducendo a firmare il contratto un poveraccio del Senegal che non parlava mezza parola di Italiano e io non sono così.
Oggi ho lasciato altri 2 curriculum (curricula è obiettivamente un termine sparone che io non uso, pur sapendolo giusto), la prima libreria mi ha detto che non cercano, ma di lasciarglielo comunque, la seconda mi ha fatto compilare un test di richiesta di colloquio e poi mi han detto: “In bocca al lupo” magari mi chiamano a fare 4 chiacchiere. A L’Aquila, nonostante le ultime scosse, sta rinascendo la vita. Allora è vero che gli abruzzesi son tenaci, io devo essere una specie d’eccezione. Si ricomincia a lavorare, dove si può. Ci si attrezza perché i ragazzi non perdano l’anno scolastico, perché i bambini possano tornare a scuola e perché gli studenti universitari possano sostenere gli esami nonostante l’inagibilità di moltissimi edifici, probabilmente in tenda, e questo trovo sia una cosa bellissima. Io tornerò a farci un salto appena avrò la possibilità di parlare col mio professore. Ho voglia di riabbracciare la mia famiglia, i miei amici che mi chiamano per dirmi che gli manco e spupazzarmi di baci Iker, e pure Italy e Big Black, le mie tartarughe in custodia dagli zii. Sarà doloroso passeggiare lungo le strade distrutte, ma son certo che i miei occhi andranno a cogliere qualche filo d’erba nuovo tra le macerie.
Vi segnalo la presentazione del libro Gente di Mumbai di Munmun Ghosh, Intermezzi editore, domani giovedì 16 aprile, alle 19, presso la libreria Cafè Meykadeh in via dei Pepi 14/r, ovviamente a Firenze. Io ci vado e ‘sto libro lo prendo perché intanto l’avevo puntato e poi qua non ho nulla da leggere e comincio a soffrirne. Provo a prevenire, così, i segnali di una seria astinenza in arrivo. Ah, vorrei salutare tutte le 1277 zanzare che nelle ultime 3 notti hanno creduto in me e nel mio sangue. Grazie.
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Cambieranno i giorni
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Scrivi un commento →: Cambieranno i giorniGiornata sì, giornata no, giornata sì, giornata no, giornata sì, giornata no. Ieri giornata sì, oggi già non lo so più. Mi sono mezzo ubriacato con un aperol spriz, che io spriz comunque non l’avevo detto, ma me l’hanno ordinato così; mi pareva un po’ più alcolico del solito innocuo aperol. Ho inviato il mio curriculum a tutte le case editrici fiorentine e l’ho consegnato pure alle librerie. Ne mancano un paio, domani completo la missione. L’altro ieri ho sbagliato direzione del bus e mi son ritrovato a Scandicci. “E ora?” con sguardo lacrimevole, inumidito, devastato verso il guidatore. “Ora si siede una quarantina di minuti e arriva a piazza Alberti”.
Arrivo alla libreria che si abbassa la saracinesca. “Mi dispiace stiamo chiudendo” “Devo consegnare una cosa, un attimo soltanto” mi fa entrare. “Mi dica” “Sì, ecco, devo consegnarvi… il mio curriculum!” e sfodero il mio stranoto sorriso finto a 32 denti bianchissimi. Qualcuno sta tornando a L’Aquila. Si parla di iniziare i lavori di visione delle abitazioni. Mia madre, che è un po’ negativa di suo (dopo il terremoto ha detto che era arrivata la fine del mondo), mi ha detto che casa nostra forse risulterà non agibile e non si sa bene il destino delle case non agibili e dei loro ex inquilini. Io per ora resto qua a cercare una strada, un lavoro. Firenze è meravigliosa, anche se vi giuro che è tutto difficilissimo. Non mi sento più padrone di niente, una specie di estraneo e nell’80 per cento delle situazioni non so come comportarmi, come muovermi, cosa fare e cosa no, cosa dire, se dire, come aiutare. Mi dispiace che il blog in questo periodo stia diventando monotematico, ma è quello che sono ora, monotematico. Trovare energie per inventare argomenti, spunti divertenti, quando non so neanche bene dove dormirò non è proprio pensabile. Cambieranno i toni, vedrete, come cambieranno i giorni.
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Spegnere tutto, per una volta
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Scrivi un commento →: Spegnere tutto, per una voltaHo comprato una camicia a maniche lunghe e una a maniche corte all’Oviesse. Abbiamo pranzato a casa di Linda, la sorella di Luca, con tutta la famiglia di Luca. Faccio finta di stare su, ma proprio non ci riesco. Mi sento un peso. E lo sono, lo so. Per gli altri e per me stesso. Mi guardo da fuori e mi faccio pena e, se fossi chiunque, mi eviterei. Non riesco a star bene nelle vite a metà. Non riesco a farmi una ragione di quello che è accaduto e della spinta che mi ha dato a buttarmi nell’ignoto. Gli entusiasmi si trasformano in paura, difficoltà di non sapere a chi rivolgersi, a chi domandare. Devo ringraziare chi si sta preoccupando per me, chi alza la testa e prova a guardare dove io non arrivo, per me che sono uno sconosciuto in fondo.
Oggi è pur sempre sabato, e il sabato vi ho abituati alle mie interviste agli scrittori. Questa settimana io e Rachele di Sololibri abbiamo deciso di prenderci una pausa. Ci è sembrato un gesto di rispetto, un silenzio giusto in mezzo a tante polemiche e parole. L’altra sera ho seguito in modo scostante la trasmissione di Santoro. L’amarezza si è mischiata ad una rabbia… vi giuro gli avrei tirato una coltellata. Ecco, credo che quello sia il modo più sbagliato di informare. Impostare 2 ore di puntata sulle polemiche, sugli aiuti che secondo qualcuno sarebbero arrivati in ritardo (quel qualcuno dovrebbe ricordarsi che si è trattato di una catastrofe che ha colpito l’intera città, non soltanto casa sua) o sulle case e l’ospedale costruiti non a norma e tutte queste inutili cazzate che, paragonate all’assenza di tutto, che regna nel cuore della gente in questo momento, non valgono niente, se non rabbia. Io vorrei sottolineare che i ragazzi della Protezione Civile e i pompieri hanno tirato fuori dalle macerie 150 persone vive. Che i ragazzi della Protezione Civile e i pompieri e i medici-clown e gli scout, e gli psicologi, i frati, sono sul campo, nelle tendopoli ad allietare le sofferenze, a provare a rendere un po’ meno silenziosa l’attesa di chi spera di rialzarsi e si chiede come. E sono lì da quasi una settimana, senza dormire, senza potersi lavare, senza cambi né riposo. Chissà se Santoro questo lo sa. Chissà se quella sua testa ricolma di arroganza può arrivare anche solo a figurarsi quanto sia difficile, quanto. Sono anni che Santoro dovrebbe vergognarsi, aveva fatto bene qualcuno a tappargli la bocca.
Mi son venuti i brividi e mi ha commosso la partecipazione di tutta l’Italia. Grazie a chi ha chiuso per un’ora la sua attività. A chi abbassando quella saracinesca ci ha detto: “Vi siamo vicini”, a chi continua a donare i suoi soldi, fatelo più che potete. Ai bambini delle scuole elementari che hanno inviato lettere per i nostri bambini. Ho scritto un breve articolo in cui cerco di spiegare le sensazioni che provo io e che ci hanno spinto a spegnere tutto, per una volta. Questo.
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Più che potete
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Scrivi un commento →: Più che potetePrima ho incontrato Fabio Canino, me l’ha detto Niccolò che era lui, e c’ho impiegato anche un po’ a capire chi fosse Fabio Canino. Saluti. Poi mi han fatto un gelato che saran stati 3 chili e qualche cosa.
Assolutamente da ritornarci. Nei prossimi giorni sarò un po’ qua e un po’ là. Se non ci risentiamo prima di Pasqua vi auguro di passarla al meglio, così come Pasquetta. Divertitevi, ragazzi. Siate allegri più che potete, e rivolgete un pensiero a chi sta lottando con una vera maledetta catastrofe che ti rovina un pochetto la vita. Quelle persone non hanno la possibilità di essere felici, ora. Questo non vuol dire che non dobbiate esserlo voi, però un pensiero è doveroso, una preghiera anche. Ci sentiamo presto.
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Funerali di Stato
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Scrivi un commento →: Funerali di StatoIn questo momento nel piazzale della Guardia di Finanza a Coppito si stanno tenendo i funerali di Stato per le vittime del terremoto. Il nostro arcivescovo Molinari sta consegnando le loro anime a Dio. Sta chiedendo consolazione a Dio, per chi invece è rimasto quaggiù. È uno spettacolo devastante. Tutte quelle bare. E quei fiori. Mi dispiace tanto e mi lascia inerme. I continui crolli corrispondono a imprevedibili crolli psicologici. Quello che mi domando è come si fa a dire parole così banali a volte. Prive dell’esperienza. A offrire consigli come se la vita fosse un giochino a cui poter competere in ogni luogo, come se bastasse spostare il tabellone con le casette e i soldi finti e le carte degli imprevisti e probabilità da un tavolo all’altro, in un’altra città, di un’altra regione.
“Appena avrò tempo farò visita alle popolazioni colpite dal sisma.”
Il Papa ha troppo da fare e allora ha donato degli oli e il calice che usa per dire messa.
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Ho bisogno di voi, aiutatemi!
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Scrivi un commento →: Ho bisogno di voi, aiutatemi!Le scosse continuano. Ieri notte ne ha fatta una pazzesca oltre ad altre minori, sempre se possono essere definite minori scosse del quarto grado. Il fronte del sisma si starebbe spostando a nord. L’epicentro dell’ultima è stato localizzato intorno a Pizzoli, quindi dove abitavo io. Non ho idea di quali siano le condizioni di casa mia. Io ora sono a Firenze e ho bisogno dell’aiuto di chiunque possa darmelo. Sto seriamente valutando la possibilità di non tornare, restare a vivere qua, cercare un lavoro e provare a ricostruire una vita vicino ai miei amici che amo. Oggi pomeriggio lascerò qualche curriculum per le librerie della città. Se qualcuno ha modo di aiutarmi a trovare un lavoro qualunque a Firenze mi contatti a matteo1077@gmail.com, devo far presto. Voi siete tanti e siete fantastici, l’avete dimostrato standomi vicino. Siete la mia possibilità.
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Ore 3 e 32, a 5 km di profondità
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Scrivi un commento →: Ore 3 e 32, a 5 km di profonditàPensate solo che durante ogni scossa io son sempre stato in casa, e di scosse in questi mesi a L’Aquila ne han fatte davvero tante. Ho sempre aspettato che finissero, che tornasse tutto fermo e normale. Quella delle 3 e mezza era tutt’altro. Preceduta intanto da 2 stranissime scosse che non parevano per niente le solite. Una alle 23 l’altra all’una, troppo intense e ravvicinate per non preoccupare. Quella dell’una mi ha fatto decidere di non dormire, perché avevo una strana sensazione oltre che una paura cane, paura di chiudere gli occhi e riaprirli troppo tardi. Mia madre è venuta in camera: “Ti sei riaggrappato al computer come l’altra volta?” e io mi son fatto una risata. Lei pure ha riso, però s’è messa a dormire sul divano in salotto, a mezzo metro dalla porta, e ha acceso la lampada alta. Io son rimasto sul letto, vestito, a chattare con Luca su Facebook fino alle 2 e mezza. “Se non ci risentiamo più, sappi che ti ho voluto bene” mi ha detto un secondo prima di staccare, e io mi son fatto un’altra risata. Alle 3 e mezza circa è finito il mondo. Un tremore totale, un boato come il verso di un mostro. Io son schizzato dal letto e sono caduto e mi sono rialzato. Sono arrivato alla porta e uscito dalla mia stanza; il pavimento si muoveva sotto i piedi che andar dritti era impossibile. La credenza, i vasi cadevano e si frantumavano; tutto tremava. Sembrava di stare su una giostra, a giocare una partita che se perdi muori. Ho strattonato mia madre che gridava ma non si muoveva. “Andiamo fuori, andiamo fuori!” urlavo, io che non urlo quasi mai. Mia madre è caduta dal divano e ha preso a camminare carponi verso il portoncino blindato. Io mi sono aggrappato alla maniglia, l’ho aperto e siamo scesi per le scale esterne fino al giardino. Poi è uscito mio padre. Mia sorella dal piano di sopra non riusciva a scendere le scale e noi da fuori che urlavamo: “Esci, Roberta esci!”
Poi ha smesso e ci siamo abbracciati. Non so quando ci siamo abbracciati l’ultima volta. Tutto intorno si sentivano solo grida disperate che chiamavano nomi. Un’atmosfera da film di fantascienza. Io piangevo e telefonavo e piangevo. Non riesco a descrivervi quello che ho sentito in quegli istanti interminabili se non con: una fottuta paura di morire. Paura che non avevo mai realmente provato in 27 anni di vita. Sentirete molte polemiche in TV. Se poteva essere previsto, come io scherzosamente avevo fatto con la teoria del Big Sasso e come qualcuno molto più accreditato di me aveva fatto beccandosi una denuncia per procurata allerta. Se le strutture, soprattutto recenti, erano state realizzate a norma, considerato anche che l’ala nuova del giovane ospedale San Salvatore è caduta giù come un biscotto tra dita arrabbiate. Io ho una mia idea su tutto, ma la tengo per me, perché ora voglio soltanto dire grazie a tutte le forze che stanno lavorando ininterrottamente da 2 giorni, inseguendo la speranza di ritrovare ancora qualcuno in vita. Ho visto piangere mia sorella per la notizia della morte di un suo amico, e in quell’attimo avrei fatto di tutto per riportarlo in vita, e non sono riuscito a dirle niente. Un abbraccio virtuale a Serena, la ragazza ritrovata stasera che ha miracolosamente resistito sotto le macerie di un palazzo di 5 piani per un’infinità di ore. Io ora sono a Firenze da Luca e Niccolò; oddio che bello rivederli. Dopo 2 notti insonni in macchina e oltre 150 scosse avvertite tutte, mi son detto basta. Ho bisogno di star tranquillo, di dormire un po’ e di non dover sentire la terra tremare ogni 20 minuti. Il mio consiglio è quello di lasciare la città. Le scosse non si son fermate e neanche i crolli, e se qualcuno chiama scosse del quarto grado, scosse di assestamento, beh, per culo ci prende qualcun altro. Nessuno sa cosa stia accadendo nel sottosuolo aquilano. Non fatevi prendere dalla tentazione di provare a raggiungere la città per aiutare. L’Aquila ora deve svuotarsi, non riempirsi. È importante che capiate la pericolosità, che a mio avviso le televisioni non rendono a pieno. Io a Berlusconi non ho quasi mai creduto, stavolta spero di ricredermi, perché le promesse che ha fatto davanti alle telecamere son promesse che hanno un peso. Vorrei ringraziare tutta l’Italia che si sta mobilitando per la mia piccola città. Mediaset e tutti coloro che invieranno un sms al 48580 per donare un euro. Fatelo anche voi. È veramente cosa ridicola un euro sottratto al vostro credito, rispetto a quanto prezioso possa diventare se sommato a tanti altri. Grazie a nome di tutti coloro che ora stanno vivendo la loro terza gelida notte in macchina o in tenda, che si chiedono cosa faranno, e da dove ricominceranno, e quando. E pure se ha senso ricominciare per una madre che ha perso i suoi 2 figli, o per un padre che ha perso la moglie e il figlioletto perché è crollata la casa dei nonni dove entrambi erano andati a passare la notte. E poi grazie da parte mia: il povero Matto che sarà anche terremotato o sfollato, come ci chiamano, ma ha una Stanza piena di voci che fanno compagnia. Le vostre parole sono un abbraccio immenso, che riempie. Vi voglio bene.
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4 chiacchiere (contate) con… Eraldo Baldini
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Scrivi un commento →: 4 chiacchiere (contate) con… Eraldo BaldiniIntanto prometto che la prossima volta, prima di sparare minchiate tipo quella che in Italia non si trovano i kiwi a febbraio, mi documenterò. Fortuna che ho pure lavorato in un supermercato per 7 lunghi mesi, ma io mica me lo ricordo se vendevamo i kiwi a febbraio. Ho sempre avuto seri problemi ad associare il frutto alla stagione, che natura vuole accompagni la sua nascita e crescita fino alle nostre tavole, figuriamoci se posso stare a pensare pure a quelli maturati in riserva. Comunque non credevo che attorno alla Stanza del Matto ruotassero tanti appassionati di kiwi. Propongo di fondare la Lega per la Protezione del Kiwi che, giuro, mai più mi azzarderò ad oltraggiare.
Appena tornato dal pranzo (quando a cucinare è mia madre va rispettato rigorosamente il fuso orario dell’Isola dei famosi, quindi se non son le 3 e mezza non si vede spaghetto al sugo o sofficino o bistecca) e prima di andare al lavoro (penultimo giorno e poi si parte) ecco puntualissima sulle pagine di Sololibri.net la mia intervista a un autore che, grazie alle sue molteplici pubblicazioni di grandissimo successo, Mal’aria e Come il lupo, per citarne un paio, s’è guadagnato l’appellativo di Re del noir italiano. Signore e signori, 4 chiacchiere (contate) con… Eraldo Baldini.
Un ringraziamento speciale a Eraldo Baldini che ha dimostrato disponibilità e grande eleganza, nonostante qualche mia domanda fosse un pochino spigolosa e quest’intervista per lui fosse tutt’altro che necessaria.