• "Ciao, come stai?"
    "Mah, ti dirò… A parte che ho dormito 5 ore nelle ultime 2 notti, e stamattina la prima cosa che ho pensato quando ho aperto gli occhi è stata che stasera vado a dormire alle 10.30 con un buon libro, e non è proprio il migliore dei pensieri quando devi affrontare un’intera giornata che inizia con l’apertura al Mc, e viene pure il camion e quindi c’è da mettere a posto i soliti 1000mila cartoni di (non ben distinta) roba. Spero di non combinare macelli, perché io, quando faccio delivery e non sono abbastanza riposato (e stamattina non lo sono, no), potrei provocare danni che vanno dalle decine a svariate migliaia di euro (ieri per un inspiegabile (lo stress) impulso, ho lanciato la prezzatrice che si è disintegrata al suolo (35 euro) poi l’ho rimontata e, nonostante alcuni pezzetti che si odono ballare il twist all’interno, timbra, e visto che il suo compito primario e unico è timbrare non mi toccherà ricomprarla né rimborsare la Mc Donald’s). Poi ecco, tanto per affrontare il discorso quattrini, ieri ho prelevato 150 euro per la rata dell’assicurazione, oggi devo prelevare 250 euro per la rata dell’università (che è una specie di mutuo a vita, 275 euro (avete 25 euro da prestarmi?) un motivo in più per finirla), poi ho ricaricato la scheda (10 euro non di più, e l’unico sms che ho ricevuto è stato quello della wind che mi informava che mi avevano appena scalato i 5 euro del noi wind, poi ho fatto 2 telefonate e mi sono rimasti 2 euro e 40 centesimi, quindi mi sa che presto altri 10 euro se ne andranno al creatore). Poi ho messo la benzina (20 euro) ed è stata una goduria pagarla 1.30 al litro, prima di farci 200 km e quindi tornare alla situazione precedente ai 20 euro, che richiede altri 20 euro entro stasera. Poi ho speso 6 euro per 3 pizze + un’acqua liscia, 3.50 euro per una Corona, 1.70 euro per un cono gelato medio che era microscopico, e 1.20 euro per un saccottino ripieno alla nutella che poi io volevo il saccottino con le gocce di cioccolato ripieno alla nutella, non quello vuoto (ripieno alla nutella) è solo che io non lo sapevo che potevo far riempire quello con le gocce di cioccolato, poi mi hanno detto di sì e per un attimo ho pensato di farmelo cambiare, però mi è sembrato brutto. Fortuna che ho trovato la libreria chiusa e l’unica aperta non aveva edizioni (a 1000 lire) di Cent’anni di solitudine. Ah, l’euro del superenalotto non è servito a niente perché se sabato avevo fatto 2 ieri ho fatto 0 (zero). Poi la settimana prossima andrò in ferie e neanche me lo ricordavo, e non vedo l’ora di andare a Firenze a trovare i miei amici (e là se ne parte il resto dello stipendio). Insomma, ‘sto mese ci vado giù di brutto. A parte pure che in questi giorni mi stanno divorando le zanzare che mi hanno risparmiato per tutta l’estate e si svegliano a fine ottobre, a scoppio ritardato, come d’altronde la gente in questa città. Sì perché poi i messaggi e le chiamate arrivano sempre quando è troppo tardi, credo. A parte che io, quando m’imbatto in una persona, vengo destabilizzato dalla positività che emana (se la emana, chiaramente) e non so mai quello che devo fare. E quello che so (che devo fare) non lo faccio. Non so se esista questa sindrome, ma se esiste ce l’ho io. E quindi non so che accadrà (visto che non so quello che devo fare, e le 2 cose sono piuttosto collegate). A parte che mi è anche venuto il raffreddore mentre scrivo il post. Insomma a parte tutto, me la cavo. E tu?"

    "Mah, ti dirò…"

    "Scusa, ora devo andare. Ciao."

    "Ma ti stavo dicendo che…"

    "Ho detto ciao."

    Scrivi un commento →: Ho detto ciao
  • Stamattina il mio personal computer (personal manco per niente visto che lo usano cani e porci (mia sorella) che continuano a siringarlo di musica e immagini e file e applicazioni e robe che non hanno icona né estensione e che sto cercando senza il loro (dei cani e dei porci) permesso di cancellare) ha avuto una crisi isterica. Continuava a riavviarsi da solo, per un attimo (un po’ lunghetto) ho temuto che avesse nuovamente preso la strada del non ritorno, e la premonizione ha provocato una cascata di sudore freddo e tiepida pipì che poi ho scaricato nei luoghi dovuti. L’ho lasciato spento un’oretta mentre cambiavo l’acqua alle tartarughe, guardavo Forum e cucinavo (nell’occasione riscaldavo un quadrato (cubico) di Lasagna al forno, anche questo è cucinare, no?), poi l’ho riacceso e non s’è più spento. È guarito da solo. Aveva bisogno soltanto di un po’ di riposo, quanto lo capisco!

    Oggi dopo tanto torna Stop al televoto! la rubrica delle classifiche. Sono cambiate un po’ di posizioni, ci sono new entry e abbandoni e allora andiamoci a guardare intanto la classifica dei libri più venduti, poi, se abbiamo tempo (io), ci vediamo anche quella dei CD. La vetta è quasi tutta nuova, non so se esserne felice o scoppiare in un pianto disperato. Al terzo posto troviamo Amore 14 di Moccia Federico, e già è un immenso risultato il fatto che non sia entrato primo in classifica, e che a questo punto non lo sarà mai. Scende al secondo posto La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano (che forse non sa neanche di averlo scritto ‘sto libro). All’inizio mi era simpatico. Vedevo Paolo Giordano come una piccola vittoria per tutte le voci giovani della letteratura italiana; poi più sentivo le sue interviste e più m’innervosiva fino ad arrivare al punto di trovarlo insopportabile, ora. Quando deve spiegare un concetto si lascia attraversare da pause immonde, secondi che non passano nell’attesa che lui trovi la parola che gli manca. Cambio canale, di solito, come ho fatto anche l’altra sera quando era ospite da Fabio Fazio, comunque per la cronaca 900mila copie vendute, primo in classifica per mesi e ho la sensazione che vi tornerà presto, premio Strega ecc ecc, ma non diciamo sempre le stesse cose e quindi salutiamo Paolo; ciao Paolo! Il numero 1 è Brida il nuovo di Coelho, che non mi piace (non Brida che non ho letto, ma Coelho) perché ha sempre l’aria di voler diffondere la sua parola attraverso insegnamenti, frasucce spicciole, consigli di vita che dovrebbero illuminare la via all’uomo, neanche fosse Dio incarnato. Al quarto posto troviamo L’eleganza del riccio, che io ho comprato, ma che sta lì a incastro per reggere la mensola. Per ora non posso leggerlo perché se no mi crolla, almeno finché non mi capiterà tra le mani un libro identicamente spesso da sostituire con abile gesto. Interessante alla 7ma posizione Estasi Culinarie di Muriel Barbery che poi è l’autrice del suddetto riccio. Estasi Culinarie è il suo primo libro, che non s’era cagato manco la madre e che dopo il grande successo del secondo è stato ristampato in tutto il mondo; è così che funziona. Dai commenti non sembrerebbe granché. Di Rossovermiglio di questa Benedetta Cibrario, alla posizione numero 8, non voglio parlarne perché mi è antipatica per principio, considerato che io prima di lei ho chiamato un racconto Grigioscuro e un altro Veleno rosso sangue e la Feltrinelli non mi ha pubblicato (per la verità non gliel’ho proposto, ma dubito che) e non sono entrato in classifica (ma va), comunque questa qui sta vendendo un po’ troppo per aver vinto il Campiello (si sa che i libri vincitori del Campiello sono orrendi) e per essere obiettivamente brutta, fisicamente dico io, e diciamolo tutti in coro. E potrebbe pure sputare la gomma o quello che ha in bocca (non ho intenzione di approfondire sulla natura) quando parla, eccheccavolo. Ora fatemi spendere parole di gloria per una tipa simpaticissima che in molti già conoscerete perché è dei nostri, la mitica elastigirl di nonsolomamma che risponde al nome di Claudia De Lillo. Grazie al grande successo del  blog (2500 contatti al giorno non sono proprio una bazzecolina) è da poco uscito il suo libro Nonsolomamma. Diario di una mamma elastica con due hobbit, un marito part-time e un lavoro a tempo pieno, pubblicato da TEA, che questa settimana occupa la 23esima posizione nella narrativa italiana. Sono molto contento per lei perché lo merita, secondo me.

    Non ci crederete ma alla 15esima posizione c’è Rossoamaro di Bruno Morchio di cui ignoravo (e ignorerò) l’esistenza. Ho deciso, il mio prossimo libro non si chiamerà più Supermarket24, ma Rossodiserabeltemposispera.

    (La classifica dei CD è rimandata a data da destinarsi, in cui certamente sarà diversa. Comunque esiste sempre il sito della fimi, non è che dovete venire per forza qua a leggerla, eh!)

    Scrivi un commento →: Stop al televoto! Il trionfo di elastigirl
  • Non so perché, ma questo lunedì mi sento di mandare un abbraccio virtuale a tutti i lavoratori (veri), quelli che hanno le mani e le braccia e la testa rovinata. Non è una frecciatina a chi non fa un cazzo dalla mattina alla sera, è un abbraccio (e pure una stretta di mano) a chi invece dalla mattina alla sera non riesce a trovare un quantitativo di tempo degno per rilassarsi, divertirsi, fare il padre, o il marito, o il figlio, o l’amico come andrebbero fatti e come vorrebbe. Comprendo lo shock da inizio settimana e vi sono vicino, ecco.
    Dopo questo incipit slegato da tutto, vi segnalo 2 cose. La prima è questa mezza paginetta su qlibri che a quanto vedo è un sito dove chiunque può scrivere una piccola recensione di un libro, e visto che da poco è stato inserito anche Non farmi male e visto pure che tanti lettori della Stanza per libera scelta (pochi) o costretti dal terrificante padrone del blog (tutti gli altri) si sono ritrovati a leggerlo, se a qualcuno va di scriverne 2, 3, 500 parole, che gli sia piaciuto o gl’abbia fatto schifo (siete liberissimi, ma ricordatevi che io so dove vanno a scuola i vostri figli) mi fa piacere.
    A proposito di recensioni di libri qualcuno saprà che me ne occupo anch’io. Ho scritto per diversi portali e adesso lo faccio per SoloLibriPUNTOnet (ecco la seconda cosa). Questa è la mia pagina personale (notare la foto col sorriso finto, come dice Falcon) dove di volta in volta saranno pubblicate tutte le mie recensioni cominciando da Everyman di Philip Roth e (l’orribile) Con le peggiori intenzioni di Alessandro Piperno. Date un’occhiata a SoloLibri, è  un luogo nuovo, accogliente e pieno di iniziative a cui potete aderire anche voi che amate la lettura e la letteratura. Ah, ho finito Dell’amore e di altri demoni di Marquez, grandioso. Sto organizzando spedizioni in casa mia alla ricerca di Cent’anni di solitudine, chi vuol partecipare è ben accetto; lo ritroverò (al massimo me lo ricompro).
    Detto questo codesto e quello, chiudo con un’osservazione che sa un po’ d’amaro, ma che invece è una costatazione che mi dice che ho occhio per vedere, orecchio per sentire, e quel pizzico di intuitività che mi sussurra le cose ai primi segnali, che le fa sapere a me in via strettamente confidenziale perché, quello che io già do per certo, ad altri appare assurdo, prima di verificarsi, chiaramente. 
    È rassicurante la dimostrazione che le sensazioni che il tempo ha costruito a pezzetti sparsi in giorni molto distanti, pezzetti gettati come semi in momenti e luoghi che non ci fai caso, che io ho comunque voluto raccogliere e collegare, nonostante il loro dichiarato essere casuali, ebbene erano giuste, ebbene quei pezzi andavano raccolti e collegati. Ebbene io, quando scelgo di non fidarmi, non sbaglio, e non sbaglio neanche quando capisco di aver sbagliato a fidarmi. Ebbene sì.
    Scrivi un commento →: Io so dove vanno a scuola i vostri figli
  • Ieri non ho vinto, ma se non posso averli io quei soldi per il momento non li avrà nessuno, e infatti nessun 6 secco e neanche un 5+1. L’86 non è uscito, però grazie a una felicissima combinazione dei miei numeri con quelli che Chilli ha distribuito in un suo commento, ho fatto 2, che lo so che mi ci posso pulire il chiul però, oh, a momenti non beccavo i 17 euro del 3, mannaggia. Insomma tutto rimandato a martedì perché quegli 80 milioni di euro devono finire nel mio CC, eccheccavolo.
    Per la rubrica l’Agenda del Matto in pillole (una delle mie solite rubriche usa e getta di cui quasi sicuramente mai più sentirete parlare) cominciamo dicendo che non capisco perché se io impiego 20 minuti a trovare un parcheggio vero, uno deve arrivare e in 2 secondi decide che quello dietro la mia automobile è un posto, si parcheggia, sparisce, e io quando torno dalla giocata non posso più uscire da lì, e neanche arrivare allo sportello, perché lui la sua Opel Calibra scassona di 6 metri l’ha messa per orizzontale. Entro nel bar: “Scusate”, tutti continuano a fare quello che stavano facendo e allora ripeto: “Scusate” con un tono di voce leggermente più alto, niente. “SCUSATEEE!” Stavolta urlo, un silenzio tombale si impadronisce dell’aria e io: “È di qualcuno la Opel Calibra blu qui fuori?”. Un ciccione con le briciole di zeppola all’angolo della bocca si alza a fatica da un tavolino e con un tono scontroso e scocciato, come se l’avessi disturbato: “Sì, se aspetti un secondo la sposto”. “No, può spostarla subito per favore? Grazie.” “Tutti co ‘sta fretta andate in giro. Ma riposatevi un attimo, fermatevi a prendere un cappuccino…” Non c’ho visto più. “Io non sto qui a giudicare lei che passa il suo tempo a cappuccini e zeppole; non ho voglia di aspettare. Va bene?” Giuro che la prossima volta chiamo direttamente il carro attrezzi. E non dite che devo avere pazienza perché a me i furbi strafottenti, che poi ti rispondono pure male, mi fanno girare le balls come due trottole alla velocità del suono.
    Entro nel negozio. “Salve è arrivata la lampadina per le tartarughe?” È più di un mese che la scena si ripete e che si conclude con un: “Ripassa sabato prossimo” e invece stavolta: “Sì, ma…” “Ma?” “No ma, l’ha presa tuo padre”. “Come, l’ha presa mio padre?” “Era suo padre quello che un quarto d’ora fa è venuto a prendere la lampadina delle tartarughe?” “Non l’ho visto, non lo so.” “Sì, doveva essere per forza suo padre, perché ha detto che il figlio l’aveva ordinata, e tu sei l’unico che l’ha ordinata.” “Allora è probabile che fosse mio padre, non ci incontriamo spessissimo.” Mi fissa con un’espressione sconvolta, così per rassicurarlo aggiungo: “Sa, la nostra casa è molto grande. Arrivederci”.
    Mi sono risparmiato 16 euro e ho scoperto che una luce normale non è proprio adatta, perché non lo capiscono e ci si mettono sotto pensando che sia il sole, e invece, alla lunga diventano cieche. Quindi, per la rubrica nella rubrica I consigli del Matto: utilizzate per le vostre tartarughe d’acqua solo lampade adatte, sempre se volete che loro vi riconoscano quando vi vedono, ed evitino di mordervi scambiando il vostro dito indice per un gigantesco gamberetto essiccato. Che poi mia madre l’altro giorno voleva gettargli nella vasca una mantide religiosa ancora viva; ho capito che sono voraci, però sono tartarughine, mica piranha.
    Una pillolina sulla partita dell’Italia è doverosa. Lippi è soddisfatto dell’ottimo
    0 a 0 con la Bulgaria, ma sì, continuiamo così. La classifica (con le più derelitte squadre del mondo) si mette bene. Tante gliene abbiamo mandate, alla fine c’ha dovuto pensare l’arbitro a squalificare Toni che non potrà ahinoi giocare contro l’imbattibile Montenegro (sembrava impossibile, ma ce l’abbiamo fatta. Amaro Montenegro, sapore vero), e al suo posto Lippi ha chiamato Quagliarella; contenti?
    Ieri a C’è posta per te la Defy esordisce con un: “Benvenuti alla terza, no cioè ciao, alla quarta puntata di C’è posta per te” sì, sono talmente tutte così uguali, le puntate, le storie, gli ospiti che ormai non sa più neanche lei a quale puntata di quale edizione è arrivata. Però un grande momento c’è stato. Quando un autobus di napoletane tentava di convincere il figlio di questa donna perfida a riparlare con la madre, accusandolo di essere succube della fidanzatina (una belvetta) Francesca lì presente che, col suo diploma di estetista, parrebbe puntare all’edicola, che consegna giornali a domicilio, di famiglia. Ad un certo punto la donna, spazientita, si lascia andare ad un: “Ti devi stare zitta, stronza!”. Franceschina si alza dal pouff impelato dall’esagitata cagnolina Ether e corre fuori in lacrime. Maria la insegue, la raggiunge, la blocca per un braccio. “Torniamo dentro!” “M’ha detto stronza, Maria!” “Ma no, dai avrai capito male, è arrabbiata.” No Maria, non ha capito male, le ha detto stronza. “No, m’ha detto stronza Maria, che non l’hai sentito?” “No, non l’ho sentito, ora torniamo dentro e chiariamo.” Maria, le ha detto stronza, l’hanno sentito tutti. Poi c’era il solito down e ovviamente la sorpresa era Max Pezzali, per dimostrare che i down sono persone normali che possono anche costruirsi una carriera musicale di successo. Chiudo soddisfacendo la curiosità di quanti, alla fine di ogni puntata di C’è posta per te, si perdono nel web cercando informazioni sulla razza di Ether, e finiscono nel mio blog. Allora diamo qualche dritta. Ether è un Weimaranerdog, anche detto Bracco di Weimar proveniente dall’allevamento della simpatica Silvia. Detto questo (con tanto di link al suo sito), con la coscienza a posto, posso tornare alla mia parziale giornata di libertà, fino alle 18.00 almeno, quando lascerò ogni speranza prima di affrontare la disumana domenica sera al Mc Donald’s.  
    Have a nice sunday!
    Scrivi un commento →: M’ha detto stronza, Maria!
  • Considerato che tra poche ore sul mio CC transiterà (per restarci) quella quisquiglia di 77 milioni di euro, sì perché, forse ho dimenticato di dirvelo, ma io sono in possesso della combinazione vincente del superenalotto e, visto pure che mi sento abbastanza generoso, vi conviene cominciare a prenotare quello che volete io vi regali, tanto con 77 milioni di pippi tutto si compra, pure l’amore, il sesso poi non ne parliamo.

    Non ci credete?

    Allora ecco che mi accingo a stupirvi con una divinazione (eeehhh?) che vi lascerà senza parole e saprà convincervi che col Matto non si scherza.

    Nei 6 numeri magici ci sarà l’86, (otto sei). Gli altri 5, per ovvi motivi, non posso rivelarli; non ho alcuna intenzione di dividere il malloppo. Fatevelo bastare. Chi è che al giorno d’oggi vi dà un numero vincente senza farvi restare ore al telefono ad aspettare che quel maledetto 899, che state pagando 10 euro al minuto, si decida a passarvi la cartomante, e poi il numero neanche esce. Quindi ringraziatemi per piacere. Buona fortuna a tutti coloro che oggi giocheranno attratti da quest’enormità di denaro che potrebbe piombare sul loro capoccione, così all’improvviso, e che forse non sanno che la possibilità di beccare il 6 secco è di una su 622milioni 614mila 630. Pensate di prendere una boccia di vetro grande come una città e riempirla con 622milioni (le altre tralasciamole, va) di palline tutte uguali e dover pescare l’unica che al suo interno ha una stellina, è un po’ difficile eh. Se non avessi tra le mani la combinazione vincente sarebbe stato improbabile che io (come tutti d’altronde, ma io di più) avessi potuto beccare i 6 numeri che cambiano la vita. Basti pensare che agli esami, quando mi trovo davanti una domanda a risposta multipla e sono indeciso tra 2, cascasse il mondo segno quella sbagliata.

    Comunque stasera sarò milionario e rivolgerò un pensiero di pena un po’ a tutti voi che vi affannate a cercare soluzioni alla crisi finanziaria con i vostri 4 spiccioli da salvare. Cercate di contenere le richieste, perché è vero che ho detto che sono generoso, ma ho aggiunto abbastanza, e il budget riservato ai regalini è limitato, diciamo attorno al milione complessivo. Gli altri 76 li do in beneficienza. Sì, a me che mi servono. C’ho un po’ di cose da sistemare.

    Scrivi un commento →: Tanti, ma tanti (ma proprio tanti) pippi
  • Mercoledì sera durante Carramba, subito dopo che la Carrà aveva fatto rincontrare un vecchio senza voce perché aveva subito 2 gravi interventi alla gola, con la sorella argentina che non vedeva da 32 anni, e subito prima che la Carrà potesse far rincontrare un vecchio senza gambe perché aveva subito 2 gravi amputazioni, col figlio che non vedeva da 41 anni, che ovviamente vive in Argentina, chiede la linea urgente il TG1 per informare gli italiani della situazione un attimino preoccupante che sta attraversando la borsa. E già quando si manifesta l’edizione speciale di un tg che interrompe tutti i programmi come un ectoplasma all’improvviso, ti sale l’ansia a un certo livello. Insomma è stato convocato un urgentissimo Consiglio dei Ministri e Berlusconi ha parlato, e io ho capito solo che il sistema bancario italiano è il più saldo d’Europa, che a noi non accadrà mai nulla, ma ho capito pure che Berlusca e il suo squadrone stanno mettendo a punto una manovra precauzionale di interventi dello stato per sostenere eventuali crisi e fallimenti di banche. Manovra che, come ripete più e più volte il Cavaliere, non avremo mai bisogno di attuare, perché il nostro sistema bancario è tra i più saldi d’Europa. Ma allora perché hanno deciso di metterla a punto, questa manovra dico. Cioè se io penso che nel nostro paese mai e poi mai scoppierà una guerra che porterà carestie e povertà e morte, io non vado alla Conad a fare un rifornimento esagerato di acqua, zucchero, farina, conserve ecc. così, per precauzione. Non so voi, ma io alle parole di Berlusconi non tanto ci credo, come secondo me non ci crede neanche lui, visto che sta prendendo le precauzioni. È come usare il profilattico con una tipa sterile. Sarà che non siamo proprio così sicuri che questa qui sia sterile? Oppure appellandoci all’esistenza dei miracoli incappucciamo il cosino onde evitare che un ridente giorno di primavera la sterile, con grandi occhi luccicosi, ci comunichi: “Che meraviglia, aspetto un bambino”; e mo!?
    Comunque, mentre la borsa mondiale crolla e Silvio con quel suo bel sorriso durban’s  scintillante (il sorriso che avvicina), dice a tutti che non è successo niente di che (scusate se una situazione del genere non si verificava dal lontano 1929), mia madre dice:
    “Meno male che c’è Berlusconi, io mi sento tranquilla con lui”. Beata lei!
    Poi è tornata la Carrà e il figlio argentino del senzagambe ha potuto riabbracciare il padre, che a sua volta ha abbracciato il figlio, perché le braccia, almeno quelle, ce l’ha. Chissà se è pure sterile. Beh no, se ha un figlio. Ma che c’entra, magari è uno sterile miracolato che non ha incappucciato il cosino. Vedi poi quando si parla di precauzioni. Ma tanto noi siamo il paese con il sistema bancario più saldo d’Europa. Che faccio, ritiro quei 4 spiccioli che ho in banca e li metto sotto al materasso? Ho una macchina da pagare, io.

    Scrivi un commento →: Incappucciate i vostri spiccioli pure se siete sterili
  • Io penso che se a uno interessa una e glielo fa capire (uno è consapevole se gliel’ha fatto capire veramente, oppure se l’ha capito soltanto lui, il fatto di averglielo fatto capire, dico) e lei dice che ricambia, ma dimostra che se ne frega, forse l’atteggiamento in cui va cercata la verità è quello del fregarsene, in quanto dimostrazione. Sempre per la storia che non contano tanto le parole quanto i fatti, che poi non è una cosa provata, però è innegabile che i fatti hanno molta più probabilità di essere veri delle parole che, se ci pensate, sono solo facili suoni da emettere, sia che corrispondano a reali sensazioni sia che appartengano alla sfera delle buone ed educate consuetudini. Ora, perché fare un passo avanti, cercarmi, chiamarmi, domandarmi, e poi, quando rispondo, retrocedere come un gambero e sparire nella nebbia? Boh! Certe volte mi chiedo se sono io ad essere anormale, e mi rispondo pure di sì, per carità! Però tutto sarebbe più semplice nella vita se l’uomo vivesse le emozioni, le relazioni con l’altro, nel modo più semplice possibile. Se mangiasse una mela a morsi, piuttosto che farla a spicchi col coltello; se rispondesse ai propri impulsi, nobili come quelli dei sentimenti, senza starsi a domandare quale sia la tattica migliore per riuscire nell’effetto calamita e trattenere l’altro senza mai dargli certezze. Perché? Sono così belle le certezze! E invece è tutto complicato, passano i giorni e ti chiedi qual è il senso di un rapporto che vuole nascere, ma non nasce, e ti rispondi che forse è proprio perché non vuole nascere. Comunque non è che cambi nulla, ci risiamo. Trovare qualcuno interessante capita di tanto in tanto. Quando inizia a comportarsi così, smette di esserlo e tutto va a posto nel silenzio. Provare a contenere il proprio interesse è possibile, ma non dimostrare niente (cioè il fregarsene appunto) è per forza sintomatico del fregarsene reale. Cioè, tu riusciresti a dimostrare di fregartene sempre (indifferenza) a chi invece t’interessa? È quel sempre il problema.
    Che poi non capisco cosa spinga le persone ad essere quello che non sono, a costruirsi maschere di comportamenti (a loro giudizio) convenienti. È faticoso; per ottenere cosa, poi?

    Scrivi un commento →: Carnevale di parole [bla bla bla]
  • Domenica, dopo quasi un anno che lavoro al Mc Donald’s, sono riuscito a beccare mystery shopper. Il link è funzionale al fatto di non dover così spendere mezza pagina per spiegare cosa o chi è costui; i lettori bramosi di conoscenze dettagliate clicchino pure, magari qualcuno che ce l’ha come argomento della tesi, che ne so (a proposito: brava Fra che ieri s’è laureata e venerdì si festeggia); a quelli che invece je basta capi’ de che se parla stessero tranqui che tanto na spiegazione tera tera je a do pure io, e più precisamente seguita il punto. Mystery è uno stronzo pagato (pochino, e questo amplifica (tantino) il suo livello di stronzaggine) dall’azienda per fingersi una volta al mese cliente. Cambia tutti i mesi e la sua identità è supersegreta. Quando viene (a sorpresa) fa quello che un cliente qualunque farebbe. Ordina facendo un po’ il rompino del cazzo, quello che chiede panini speciali, senza quell’ingrediente e con quell’altro, poi ci ripensa, poi aggiunge le salse, poi non ha i soldi, insomma testa la resistenza e disponibilità di chi lo serve, se gli va, magari no, consuma quello che vuole, va al bagno, a fare o no i bisogni è irrilevante; lui ci va giusto a dare un’occhiata, e torna a casa a redigere la sua scheda con tanto di punteggio. Ebbene, è passato domenica sera, si è preso un big e alla postazione c’ero io. È tornato a casa, ha compilato la scheda e c’ha dato 102%, cioè il massimo. Questo significa un po’ di cose: che ha trovato il mio panino eccelso (so rendere speciale un panino se voglio, basta starnutirci sopra, o pulirsi le mani sporche di senape, o di formaggio fuso, o di polvere, nell’insalata che poi metti con cura nel panino, e altre pratiche ugualmente geniali); che non era il cliente su 2 che la ragazza in cassa manda regolarmente affanculo; che i bagni stranamente non erano la solita fogna in cui ogni realtà viene lasciata fermentare ore, fuori e dentro il water (è incredibile come l’89% dei clienti maschi non riesca a centrare il buco e il 99.9991 % delle femmine consumi quantità immonde di carta igienica che abbandona per terra o sul lavandino o educatamente nel suddetto water, che poi tiri l’acqua e s’intasa, e l’acqua sale sale sale e straborda); che la sala non era ridotta alla solita casa nella prateria che fai prima a liberare una quarantina di galline che a passare la scopa per terra; e, cosa più importante, quella che gaudente mi ha fatto esultare solo e disperato in cucina quando ieri pomeriggio l’ho saputo, oberato da centinaia di ordini perché ieri dalle 15.00 alle 17.30 è venuto tutto l’Abruzzo a mangiare e pure un po’ di Molise secondo me, è che nella mia prossima busta paga (e in quella della ragazza) ci saranno 50 euro di premio.

    (Stamattina mi tira la gamba sinistra, non so se sto semplicemente diventando vecchio o se è perché là dentro mi sto rovinando, più la seconda penso.)

    Scrivi un commento →: Ho fregato mystery shopper
  • Stamattina seduto (beh, in piedi è un po’ scomodo) sul cesso, nel mentre espletavo i miei regolarissimi bisogni fisici post colazione con latte e cereali (cacca, puntuale come un orologio svizzero), ho finito L’amore ai tempi del colera di Marquez. C’ho messo un po’ perché non ho più molto tempo per leggere, sebbene continui a farlo sempre, tutti i giorni, molto meno di prima, e il water-moment è uno dei pochi che mi restano. Non servo certo io da Preturo in L’Aquila (come direbbe la carissima neolaureata Alessia Fabiani) a dire che quello è davvero un bel libro e che non c’è molto da stupirsi se autori così non torneranno più. Sono molti i passaggi che colpiscono oltre alla storia così poco vicina alla realtà, ma chi lo dice che la realtà è quella che accade tutti i giorni, di un amore che resiste nonostante 50anni di vita fatta di altro, non condivisa. Di incontri, di famiglie diverse, figli, ma col pensiero di quel sentimento travolgente e giovane sempre nel cuore del protagonista Florentino Ariza, che conserva la speranza di poter un giorno avere la sua Fermina Daza con sé e soltanto per sé. E la segue non soltanto per le strade, la segue come un piccolo moscerino che tenta di cogliere nei suoi sguardi segnali, cambiamenti, e per lui Fermina è sempre meravigliosa nonostante il tempo, tanto, e i segni sul viso. Il finale non lo svelo, stavolta, perché vorrei che lo leggeste.
    Quando ho chiuso il libro mi sono precipitato in camera alla ricerca di Cent’anni di solitudine, ma non l’ho trovato. Sono sicuro di averlo da qualche parte, mi ricordo che era uscito con Repubblica. Chissà dov’è finito. In compenso ho ritrovato un libretto di Marquez che avevo acquistato un’infinità di anni fa sulla spiaggia di Vasto. Avrò avuto 15 anni forse; c’era questa bancarella di libracci, e io passai quasi tutta la mattina a rovistare tra fumetti sgualciti, libri di ricette, harmony, alla ricerca di un libro vero, finché mi ritrovai tra le mani Dell’amore e di altri demoni, costava 2000 lire (i lettori più giovani forse non lo sapranno, ma fino a qualche anno fa l’Euro non esisteva, non è che sono proprio un matusalemme io), da allora non l’ho mai letto. A me qualche volta capita di comprare un libro e leggerlo moltissimo tempo dopo; ne ho tanti sulla mensola che mi aspettano eppure continuo a comprare. Credo che sia il libro a doverti chiamare e Dell’amore e di altri demoni è stato davvero paziente.
    Vi lascio con un passaggio meraviglioso dell’Amore ai tempi del colera, uno dei tanti, devo dire, da brividi.
     
    Il capitano guardò Fermina Daza e vide sulle sue ciglia i primi bagliori di una brina invernale. Poi guardò Florentino Ariza, il suo dominio invincibile, il suo amore impavido, e lo spaventò il sospetto tardivo che è la vita, più che la morte, a non avere limiti.
     
    Non mettete mai limiti alla vita e all’amore, è inutile oltre che ingiusto.
    Scrivi un commento →: I limiti della vita e dell’amore
  • Questa è la storia di William Hall (non sto copiando la De Filippi, semmai citando, mi piace il suo incipit, sottolineo incipit, come a dire: quello e basta), un povero disgraziato newyorkese di 44 anni che, stremato dal continuo aumentare del prezzo del petrolio, tenta di far andare il suo camioncino più che può, fino all’ultima goccia, e arrivare alla notte che la benzina costa meno per fare il pieno (ha tutta la mia stima). Ma quella è una notte chiamiamola inconsueta e William ancora non lo sa. Pioviccica, si ferma a un distributore della contea di Niagara (io lo dico sempre: mai farsi sorprendere da un temporale vicino a grosse fonti d’acqua) afferra la pompa della verde, e un fulmine lo becca in pieno scaraventandolo a terra.

    William sta bene. Dopo diverse ore ha detto di sentirsi un po’ disorientato e che i suoi ultimi ricordi sono legati a una luce arancione immediatamente seguita da una bianca accecante, e poi il buio. Pare che il leggero colpo di culo del signore sia dovuto al fatto che lui, mentre questa così simpatica scarica elettrica folgorante lo attraversava da parte a parte, stesse tenendo in mano la pistola della pompa, che avrebbe scaricato la botta a terra. Per la serie: quando una pompa ti salva la vita.

    Ma ce n’è un altro di signore che detiene il record mondiale, colpito 2 volte da un fulmine senza riportare conseguenza alcuna. È accaduto in Canada, lavorava in un cantiere in entrambe le circostanze, e in entrambe le circostanze è rimasto illeso. Mentre era a terra la seconda volta i soccorritori raccontano che abbia mormorato: “Strano, perché di nuovo io?”. Effettivamente non è proprio cosa da tutti i giorni. Domanda lecita, poveretto. Secondo il National Weather Service la possibilità di essere colpiti due volte da un fulmine durante la propria vita è di una su 9 milioni. Io una giocatina al superenalotto me la farei, fossi in lui.

    Ricoverato in ospedale, sta meglio e desidera tornare al lavoro al più presto. Eh, ma allora te le cerchi, però! Avete presente quegli adesivi a forma di soli, stelline e lune che accumulano luce e la restituiscono al buio tutti fluorescenti? Ecco, secondo me il canadese quando esce a farsi un giro dopo il tramonto è caratterizzato da una inconsueta luminescenza naturale. Almeno la notte non rischia di essere investito per strada. A parte da un fulmine, chiaramente. E se non c’è 2 senza 3, oltre alla giocatina, io mi farei anche una sonora grattata lì, ché non si sa mai.

    Scrivi un commento →: Professione fulminato

sono Matteo

Sono nato a L’Aquila nel 1981.
Adesso vivo a Firenze, insegno ai bambini della scuola primaria e scrivo romanzi definiti “per bambini e ragazzi”, ma io dico non vietati agli adulti…

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