Stamattina mi sono svegliato e ho tirato un sospiro di sollievo. Col gran parlare che si sta facendo in questi giorni non era così scontato svegliarsi e, nel caso, non era così scontato che il luogo del risveglio fosse la propria camera da letto. Ero terrorizzato all’idea di ritrovarmi in una delle infinite dimensioni possibili perché il buco nero aveva risucchiato anche me, e invece di buchi neri neanche l’ombra, anch’essa nera, suppongo. Hanno acceso ‘sto benedetto anello gigante e il primo dei 4 esperimenti previsti è andato come doveva, perché pare che i protoni si siano fatti la dovuta passeggiata per i 27 km dell’anello tornando al punto di partenza (che bravi). Il Large Hadron Collider (costato la quisquiglia di 9 miliardi di euro (no, non ho sbagliato)) ha funzionato, per questo gli scienziati del Cern esultano gaudenti. Ora spareranno un altro fascio in senso opposto per testare anche l’altra direzione, dopodiché i fasci verranno lanciati contemporaneamente per osservare cosa succederà quando entreranno in collisione ad altissime velocità. E che succederà? Questo è l’interrogativo che affligge il mondo per quello che è l’esperimento più importante di tutti i tempi. Pare che questo scontro ricreato in laboratorio riprodurrà le condizioni della creazione del tutto, il Big Bang, che è poi il più diffuso modello cosmologico che descrive l’origine dell’universo. Molti, però, per la maggior parte idraulici, lavandaie, casalinghe e restauratori di tavolini (con tutto il rispetto) gridano all’allarme perché, secondo il loro molto modesto (anche se non lo sanno) parere, questa storia porterà alla formazione di buchi neri che nel giro di 4 anni potrebbero inghiottire il nostro bel pianeta, per ritrovarci chissà dove. I fisici si fanno una risata (io faccio le corna, non si sa mai) e tranquillizzano tutti che il Collider è sicuro (anche perché con quello che è costato ci manca pure che ci risucchia, dai). Nell’attesa dell’esito dei prossimi esperimenti vi chiedo: se doveste pensare a qualcuno o qualcosa che a vostro parere merita di essere al più presto risucchiato dal buco nero, chi sarebbe? Io dico Paola Perego solo per far contenta mia madre che non la sopporta e Barbara D’Urso perché non la sopporto io, e poi il vecchio che abita vicino a me che continua a chiamare il mio cane Ica quando invece si chiama Iker che, se non lo risucchia il buco nero, troverò al più presto un modo alternativo per sbarazzarmi di lui. Detto questo, stasera gioca l’Italia, la seconda partita di qualificazione contro la Georgia. Spero che possa scattare un accenno di Big Bang nella testa dei nostri giocatori, così, giusto per creare una sorta di condizione primordiale di vita cerebrale. E, se gioca Toni, giuro che cambio canale.
-
Una cena col botto
Pubblicato il
Scrivi un commento →: Una cena col bottoIeri c’è stata (non certo perché l’ha voluta Dio) la cena per salutare Davide, un ragazzo che ha lavorato al Mc per quasi un anno, finché non gli è scaduto il contratto e, nonostante fosse bravo (ma le meccaniche dei rinnovi spesso (non sempre) esulano dalla bravura) si sono dimenticati di prolungarglielo (diciamo così), cose che succedono. Lungo aperitivo al Barbarossa, poi alla Vesuvio (l’ultima volta, uscendo, ho pensato che la pizza non era poi così buona; ieri, uscendo, ho pensato che la pizza sembrava un frisbee di plastica dura, pertanto potete dedurre che… non era poi così buona, ecco). Davide è stata la prima persona che ho incrociato in cucina il giorno in cui sono stato assunto 10 mesi fa. Ero terrorizzato. Me lo ricordo quel sorriso avanzare verso di me e: “Piacere, Davide!” e da lì è stato davvero un piacere ogni volta che i nostri turni si sono sovrapposti, anche per stracci di mezzore. È una di quelle persone che ti rende le ore lavorative divertenti e, visto che almeno a me mancherà, ci tenevo a ringraziarlo con una bella cena. Eravamo tanti ed è andata bene se non fosse per il dopo, quando, a mezzanotte inoltrata, abbiamo deciso di rivederci tutti in centro per l’ultima bevuta. Non abbiamo fatto in tempo a percorrere neanche 100metri che io e Franco vediamo materializzarsi un autoscontro non consentito e, nel panico, in piedi sullo spartitraffico al centro dell’incrocio poco più avanti, a discutere col sopravvissuto dell’altra automobile, Anita, una delle ragazze della cena. È bastato giusto un attimo in cui ha deciso di assentarsi con gli occhi (senza lasciare il cartello torno subito), alla ricerca di un accendino caduto chissà dove, probabilmente sotto il sedile, per non accorgersi della precedenza e dell’automobile che saliva, che lei ha preso in pieno. Un po’ di paura, il danno tutt’altro che irrilevante (se se la cava con 2mila euro è già tanto), la colpa quasi completamente sua a parte per il fatto che il tipo nell’automobile bianca correva parecchio, e per una presunta pistola che la guardia giurata (perché si è rivelato una guardia giurata) ha fatto prelevare a suo padre arrivato in fretta e furia per nasconderla nel suo furgoncino prima di mettersi a fare foto dappertutto. Forse non poteva portarla dietro? O magari quella borsetta nera conteneva altro, che so cocaina, una bomba atomica, un set di vibratori da viaggio. Fatto sta che siamo stati fino a tarda notte a fare compagnia ad Anita che tentava di sbrigarsela con i carabinieri. E stamattina alle 9.00 (4 ore di sonno, dico generosamente) corso sulla salute e sicurezza sul posto di lavoro con l’ingegnere dell’anno scorso che ha detto le stesse parole dell’anno scorso, ma che a differenza dell’anno scorso s’era sbrodolato qualcosa addosso, con sospetta perdita di liquidi attorno all’inguine, per non parlare della bavetta che gli colava all’angolo della bocca. Me l’hanno raccontato. Fortuna che in tutto questo io dormivo.
-
Se abbiamo battuto Cipro possiamo battere chiunque
Pubblicato il
Scrivi un commento →: Se abbiamo battuto Cipro possiamo battere chiunqueLippi è tornato signori miei. Ieri sera, nella prima partita delle qualificazioni per il prossimo mondiale, abbiamo letteralmente disintegrato una delle compagini più forti al mondo. La Germania? No. La Francia? No. La Spagna? Macché, di più di più. Il Brasile? Ma no, molto più forte, dai! Vi arrendete? Ok, ve lo dico io, Cipro. Finisce 2 a 1 con il solito goal dell’ultimo secondo di Di Natale, ma Cipro è Cipro. (E cos’è Cipro?) È un isola a sud delle coste della Turchia, che fa un quarto degli abitanti di Roma e che, a quanto pare, ha una squadra più forte dell’Italia che di abitanti ne fa quasi 60milioni. Che agonia, ragazzi. Buffon sembrava l’uomo ragno e il telecronista ad un certo punto s’è lasciato andare all’espressione: “A questa Italia sta benissimo il pareggio con Cipro!” e là, a pochi minuti dalla fine, ho spento, anche perché ero in un ritardo cosmico e dovevo ancora passare per il bagno per via di uno sgradevole fastidio intestinale (e ci siamo capiti).La verità è che l’Italia ieri ha fatto veramente schifo, molto più schifo dell’Italia di Donadoni, ad esempio, però ha vinto.Fare raffronti adesso è prematuro. È solo la prima partita, però si intravede già una differenza sostanziale che poi è l’ago della bilancia nella carriera e nella vita non solo di un allenatore. Lippi ha e ha sempre avuto qualcosa che a Donadoni manca, un’arma che definirei invincibile: il culo.Mia madre: “Ma adesso ai mondiali ci fanno partecipare pure ‘ste squadre sconosciute?”Io: “Mamma, sono le qualificazioni. Devono poterci provare tutti i paesi del mondo (così, per renderle il concetto un po’ più semplice di quello che è).”Mia madre: “E quel paese che è stato completamente raso al suolo dall’uragano non ce l’aveva pure lui una squadra di calcio? Come farà ora a partecipare ai mondiali?”Io: “Immagino che lì abbiano altri problemi, ora.”
-
Pettinelliate quotidiane
Pubblicato il
Scrivi un commento →: Pettinelliate quotidianeStamattina la Pettinelli nel corso della coinvolgente trasmissione su RDS che qualcuno le fa presentare (e che io non seguo, sia chiaro) ha dato la sua ennesima news dal mondo che, guarda un po’, non ha trovato riscontro alcuno. Ho provato a cercarla nel www e, non so se per via della mia riconosciuta incapacità nello scegliere parole chiave (molto probabile), o se perché era veramente una boiata, non ho trovato nulla. Comunque, secondo lei, starebbero per mettere sul mercato un nuovo telecomando per la tv che funzionerà come la Wii, senza telecomando praticamente, anche se la Wii il telecomando ce l’ha. Avete presente l’ultima trovata della Nintendo che, grazie a degli speciali sensori, capta i movimenti del corpo e quindi, che so, un duello di spade non è limitato a schiacciare un pulsante, ma devi far finta che il telecomando sia la spada e colpire il nemico come se ce l’avessi davanti? Bene, allora, sempre secondo la Pettinelli, le tv del futuro, attraverso la stessa tecnologia, permetteranno al telespettatore di cambiare canale toccandosi l’orecchio destro, di alzare il volume ruotando la mano in senso orario e di abbassarlo in senso antiorario, e cose così, senza aver più bisogno del classico telecomando gommato che s’intrufola nel divano o tra le coperte del letto e non sai mai dov’è.Pensate a cosa accadrebbe se nei minuti finali di una tesissima partita di Champion’s League, con la vostra squadra in difficoltà, dovesse arrivare la simpatica sorellina undicenne che, alquanto desiderosa di vedersi l’ultima puntata di Wings vs Braz, con scaltro gesto, si tocca l’orecchio e la tv cambia canale. Voi fate lo stesso e torna alla partita, lei si ritocca l’orecchio, voi pure, finché inizia un’accesa discussione che culmina in calci, pugni, schiaffi e, come colonna sonora, la tv che saltella da un canale all’altro, si spegne e si riaccende, grida e si ammutolisce a seconda dei colpi che vi scambiate nel combattimento, e che lei capta come segnali; come posseduta da un demone.Spero si tratti solo della classica pettinelliata quotidiana, altrimenti prevedo un futuro di incontrollabili tic nervosi e schizofrenia cronica. Se già da ora utilizzo la tv come qualcosa su cui appoggiarci le cose (eloquente, no?), una sorta di mensola cubica, quello sarà davvero il momento dell’estremo saluto al mezzo. Che impazzisca pure quella quaquaraquà della Pettinelli, noi salviamoci!
-
L’aria, sopra al mondo, è troppo diversa
Pubblicato il
Scrivi un commento →: L’aria, sopra al mondo, è troppo diversaIl cambiamento è obbligato quando sei dentro una realtà che ti indebolisce, che ti rende inerme nei giorni dopo averti fatto gridare perché, nella tua camera, senza usare troppa voce, per non svegliare i tuoi. Un’esigenza del corpo, perché restare a guardarti con quegli occhi, senza poterli vantare propri, credimi, soffocava. La ricerca di uno stato d’animo che non prevedesse lacrime per te era uno degli obiettivi primari di quei mesi, come coltelli in continua rotazione negli squarci aperti. Peccato che limitarmi a decidere di cambiare non poteva portare giovamento alcuno, finché fosse corrisposto a una volontà soltanto mia. Costringere il corpo a non reagire, costringerlo a mantenere inalterato il battito, la frequenza dei respiri, è cosa vana. A modificarsi dev’essere la sostanza, ciò che ha tenuto le mani strette su ogni tua esigenza, anche la più ridicola, come ridicolo ero io, per un anno esatto. È la fisiologia dei sentimenti, coi loro tempi e coi miei di tempi. Nel palmo della mia mano restavi in alto a osservare il panorama dalla tua posizione privilegiata rispetto al resto delle persone. Credevi fossi io così premuroso, attento, vicino, incollato quasi. Invece era la scia di un sentimento che continuava a tenerti sopra al mondo, nonostante il nostro tempo ufficiale fosse finito dopo pochi mesi. Non giudicarmi freddo, rancoroso, distaccato perché io ora ti guardo con un sorriso diverso, finalmente Amico.
-
Differenze, prima di decidere se tuffarmi oppure no
Pubblicato il
Scrivi un commento →: Differenze, prima di decidere se tuffarmi oppure noIo sono stupida follia. Tu sei stupida ragione. Io sono superficialità, di quelle che qualche volta fanno ridere. Tu sei spessore, essenziale per stabilire confini. Io sono bravo a parlare. Io sono bravo soltanto a parlare. Tu incassi il colpo senza dire nulla. Io dico, eccome se dico, e maledico, ore e ore prima di incassare il colpo. Non ami disturbare le circostanze; le osservi come se la vita fosse uno spettacolo teatrale neanche così avvincente. Io entro nella vita della gente come un uragano che distrugge, per questo in tanti non mi sopportano. Sono ingombrante, rumoroso, impacciato. Tu aspetti con la schiena al muro che qualcuno ti guardi e ti chieda un’opinione. Vesti sempre uguale, come me. La quotidianità ti rassicura; rassicurava anche me prima, ora mi annoiano i fuochi d’artificio e le lucciole, figuriamoci una serata a guardare la tv sul divano. Mi annoia tutto. Più che noia è assenza d’aria, perché sono nel posto sbagliato al momento sbagliato da un po’ troppo tempo ormai. Tu sai quello che vuoi, non potresti volere altro dalla vita, d’altronde. Io nuoto in mezzo a troppe possibilità, e non riesco ad afferrarne una sola con convinzione. Le dita mi fanno male, non invano. Ho il merito di esser riuscito a non farne scappare nessuna, però. Questo mi va riconosciuto, e sarà proprio questo il mio male. È piena di difetti la tua vita, forse più della mia. Suona come un’assurdità. È come dire che il vuoto è più eccitante di Las Vegas. Perché i difetti eccitano e, il non poterli possedere, ancora di più. Non so se odiarti o ringraziarti, per aver tenuto saldamente testa alla mia voglia di rovinare la realtà. Per ora resto come al solito a metà, e non mi sento attratto da nessuno dei due estremi. Al centro si sta male. Ci si sente inutili, instabili, insensati, privi di connotati e caratteristiche e scopi riconoscibili e perseguibili, perché averne troppi corrisponde al non averne nessuno se prima o poi devono affondare tutti, in quell’oceano di cui molti parlano, che mi piacerebbe vedere, entrarci dentro e restare a sentire se l’acqua è davvero così fredda come dicono, se davvero al largo, di notte, si muore.
-
Differenze, prima di decidere se tuffarmi oppure no
Pubblicato il
Scrivi un commento →: Differenze, prima di decidere se tuffarmi oppure noIo sono stupida follia. Tu sei stupida ragione. Io sono superficialità, di quelle che qualche volta fanno ridere. Tu sei spessore, essenziale per stabilire confini. Io sono bravo a parlare. Io sono bravo soltanto a parlare. Tu incassi il colpo senza dire nulla. Io dico, eccome se dico, e maledico, ore e ore prima di incassare il colpo. Non ami disturbare le circostanze; le osservi come se la vita fosse uno spettacolo teatrale neanche così avvincente. Io entro nella vita della gente come un uragano che distrugge, per questo in tanti non mi sopportano. Sono ingombrante, rumoroso, impacciato. Tu aspetti con la schiena al muro che qualcuno ti guardi e ti chieda un’opinione. Vesti sempre uguale, come me. La quotidianità ti rassicura; rassicurava anche me prima, ora mi annoiano i fuochi d’artificio e le lucciole, figuriamoci una serata a guardare la tv sul divano. Mi annoia tutto. Più che noia è assenza d’aria, perché sono nel posto sbagliato al momento sbagliato da un po’ troppo tempo ormai. Tu sai quello che vuoi, non potresti volere altro dalla vita, d’altronde. Io nuoto in mezzo a troppe possibilità, e non riesco ad afferrarne una sola con convinzione. Le dita mi fanno male, non invano. Ho il merito di esser riuscito a non farne scappare nessuna, però. Questo mi va riconosciuto, e sarà proprio questo il mio male. È piena di difetti la tua vita, forse più della mia. Suona come un’assurdità. È come dire che il vuoto è più eccitante di Las Vegas. Perché i difetti eccitano e, il non poterli possedere, ancora di più. Non so se odiarti o ringraziarti, per aver tenuto saldamente testa alla mia voglia di rovinare la realtà. Per ora resto come al solito a metà, e non mi sento attratto da nessuno dei due estremi. Al centro si sta male. Ci si sente inutili, instabili, insensati, privi di connotati e caratteristiche e scopi riconoscibili e perseguibili, perché averne troppi corrisponde al non averne nessuno se prima o poi devono affondare tutti, in quell’oceano di cui molti parlano, che mi piacerebbe vedere, entrarci dentro e restare a sentire se l’acqua è davvero così fredda come dicono, se davvero al largo, di notte, si muore.
-
Chi l’ha vista (l’estate)?
Pubblicato il
Scrivi un commento →: Chi l’ha vista (l’estate)?È lodevole la mia buona intenzione di studiare, avvalorata poi dalla sveglia puntata alle 9.00. Non è proprio lodevolissima (lo so) la noncuranza che alle 9.00 ha spinto la mia mano a mostrarsi infastidita al suono del frenetico cucù vibrante, e a dare un colpetto al vecchio sharp, quanto basta per farlo crollare dal comodino a terra, e ritrovare la pace del sonno. È spregevole (so anche questo) che io stia dedicando il resto della mattinata al nuovo post, invece che costringermi a sbattere la testa su grafici a forma di torte colorate, ma senza panna, né cioccolato, né crema chantilly, e formule che entrano in my mind come trainate da un bradipo esausto, e che escono alla velocità della luce, e spariscono nel mio personalissimo e affollatissimo dimenticatoio.
Quando? Ieri a pranzo. Dove? Al Mc, ovviamente.“Scusi è caduta una coca cola” “Arrivo” (che palle!) “Scusa sono cadute due coche” “Insieme?” “Sì” “Arrivo” (che strapalle!) “Scusi è caduta una fanta” “Ma oggi avete tutti le mani di pastafrolla?” digrignando i denti che in realtà vorrebbero gridare: per caso stamattina hanno scaricato al Mc Donald’s una colonia di dementi (con tutto il rispetto)?Quando ho staccato mi sono cibato della solita insalata di plastica (pare che al di là del suo gusto croccante sì, ma decisamente sintetico, sia comunque la portata meno catastrofica per il fegato umano), e sono partito per Teramo. Una serata in compagnia di Luca e Niccolò. Buona la pizza della Taverna dei Ricordi a Mosciano, un po’ troppo pastosa. Tutta questa massa… come direbbe Luca. Mia madre, quando all’1.00 più o meno sono tornato, mi fa: “Dove sei stato?” “A cena (molto) fuori!” poverina, non mi vedeva dalla sera prima. Chissà quante volte ha pensato di chiamare la sua cara amica Federica Sciarelli per ritrovarmi.Ah, ma fatemi fare un saluto all’anonima8, la vincitrice del giochino del plagio di Jovanotti, ve lo ricordate? Ricordatevelo va! Ebbene, l’altra sera a piazza San Biagio, mi sento tirare da dietro, mi giro e: “Ciao, io sono l’anonima8, quella che ha vinto il calippo!”. Per un istante ho pensato: ma ‘sta pazza chi l’ha sciolta? poi ho ricollegato, e l’istante dopo ho creduto che lo volesse sul serio, il calippo slinguazzato, e che fosse lì per minacciarmi, così, mostrandole le tasche vuote della mia giacca di jeans, le ho provato che non ce l’avevo. A parte gli scherzi, la ringrazio perché mi ha detto che mi legge sempre, mi ha fatto piacere conoscerla. Magari qualche volta ci andiamo a bere una birra insieme (Matto marpione).
Chiudo con un buon proposito: dopo pranzo (lasagna scongelata) studio. Buona domenica di fine estate a tutti. (Lo so che è estate fino al 21 (giusto?) però, parliamoci chiaro, è finita!)
-
Light o zero (o nessuna delle due)?
Pubblicato il
Scrivi un commento →: Light o zero (o nessuna delle due)?Finalmente è arrivata coca cola zero. Gusto coca cola, zero zucchero.
(Ma non esisteva già la light?)La pubblicità continua a bombardarci in tv e non solo, e allora, visto che sono in possesso di un vero e proprio segreto di stato, ho deciso di svelarlo e far contenti tutti coloro che non riescono a prender sonno la notte, tormentati dal continuo domandarsi: ma che differenza c’è tra la coca cola light e la coca cola zero?
Intanto, se almeno una volta avete avuto l’impavido coraggio di assaggiarle, avrete intuito, alla prima sorsata, che nessuna delle 2 sa di coca cola, neanche lontanamente. La coca cola light sa di acqua sporca di terra, la coca cola zero sa di schiuma di acqua sporca di terra. Quindi, a meno che il sapore della coca cola originale non sia associabile a quello della schiuma prodotta dall’acqua sporca di terra (e sinceramente mi pare di no) la campagna pubblicitaria di coca cola zero è una truffa. Sì, perché se io sgancio 2 euro pensando di bere coca cola e non assumere calorie, e poi invece mi ritrovo ad assorbire (bere non è la parola esatta) schiuma di acqua sporca di terra, allora tu mi stai fregando.Assodato questo, ora cercherò di rispondere a tutti coloro che al drive o in cassa si ostinano a chiedere la differenza tra light e zero, considerato che anche la light doveva sapere di coca cola visto che si chiama coca cola light e non, ad esempio, acqua sporca di terra light. Dopo un’attenta analisi degli ingredienti, che l’azienda coca cola, dall’informativa che ha fatto recapitare a tutti i Mc Donald’s, non vorrebbe che io faccia pubblicamente (ma beneamati signori della coca cola, volete che un curioso, o 2 curiosi, o 120 curiosi, se lo volessero, non potrebbero mettere a confronto gli ingredienti, obbligatori sulla confezione, delle vostre due vomitevoli trovate? E quindi, se lo faccio io, che cambia?) credetemi sulla parola se vi dico che la light e la zero sono assolutamente identiche, fatta eccezione per un solo componente, che nella zero è presente in percentuale lievemente superiore che nella light. Il ciclammato di sodio. (E che è?) È un edulcorante. (E che è un edulcorante?) Dovrebbe essere uno zucchero chimico (me l’ha detto una collega che ha studiato un po’ più di me all’asilo), tipo un dolcificante ipocalorico che, suppongo, dovrebbe avvicinare leggermente il gusto a quello della classica coca cola mangiaruggine.Morale della favola: una coca cola dignitosa a zero calorie non esiste. Se proprio volete la zero o la light fatevela da soli, gratis. Per la light è sufficiente un bicchierino da caffè pieno fino all’orlo di comune terriccio da giardino (filtrato da sassi, vermi, formiche… sempre se non vi piacciono, eh!) diluito in un litro d’acqua di fontanella. Per ottenere la zero vi basta agitare il composto per un quarto d’ora e inalarne la schiumetta. Facile no?
-
Alessia Fabiani al Mc Donald’s
Pubblicato il
Scrivi un commento →: Alessia Fabiani al Mc Donald’sPer la serie: incontri di un certo livello in posti di un certo livello, vogliamo parlare del fatto che stavo inavvertitamente rovesciando un vassoietto pieno di patatine vertigo e salse spiaccicate (rende l’idea) su Alessia Fabiani? E parliamone va!L’imperatrice paperina delle letterine delle cretine delle veline delle pipine nonché orgoglio/vergogna per noi suoi concittadini aquilani, che inseguiamo continuamente la gloria della tv, perché lei ce l’ha fatta signori miei, e non venite a dirmi, giovin pulselle di tutto il mondo, che anche voi almeno una volta non avete desiderato essere al suo posto a interpretare con ammirevole maestria la coreografia di Passaparola che fa ullallaullallaullallallà. Insomma, proprio lei, l’eterna 23enne con le gonnelline provocanti, a mangiare al Mc Donald’s un Big, mi pare di aver scorto, ma non ci giurerei. Stavo ritirando una catasta infinita di vassoietti da sopra la trash della sala esterna (un appello a voi che vi accingete a passare una mezzoretta in allegria nel più vicino Mc Donald’s: cercate di non vomitare sui tavoli e di non fare pipì fuori dalla tazza perché qualcuno deve pur pulire i vostri residui e non è bello, ve l’assicuro. Solo se potete eh!), noto questa scheletrica creatura con due canotti nuovi di zecca al posto delle labbra e un paio di occhialacci grezzi con la scritta dorata Dolce & Gabbana che, se avesse potuto, si sarebbe staccata dalla stecca per occupare l’intera superficie del parcheggio, tanto era mastodontica. Mi fa: “Ciao!” come se tutto il mondo dovesse conoscerla, salutarla, onorarla, la divetta. Probabilmente abbagliato dal riflesso della and commerciale tra i due stilisti ho perso il controllo della fila di vassoi smerdati che fino a un istante prima seppur in bilico, comunque stavano in equilibrio tra le mie mani, l’istante dopo, ahimè un po’ troppo inclinati, sgocciolavano liquami in corrispondenza delle sue tette (rifatte). Si toglie gli occhiali e: “Ohhh!” e io: “Scusa!” e rientro dentro. “Hai visto che c’è Alessia Fabiani seduta fuori?” mi fa la manager. “È Alessia Fabiani quella a cui ho quasi rovesciato un vassoio sopra?”Esco e lei non c’è già più. S’è vendicata dimenticando (?) i resti del suo pasto sul tavolo, la sbadatella (maleducata), compreso un pacchetto di grissini ancora sigillato. Cos’è, ha paura d’ingrassare? Alessia, quando torni fammi sapere in anticipo che panino vuoi, che te lo insaporisco a modo mio (in bagno).