Vorrei riuscire a tenere buona quella parte di me che invece non sa stare ferma, e soprattutto zitta. Non sa lasciarsi guidare dal vento a favore, coglierne la brezza, aspettare quando è tempo. Non sa sfruttare le circostanze, le persone, le occasioni. Potrei evitare di essere me, e potrei anche riuscirci visto che in molti si scoprono maestri nell’arte del trasformismo. Otterrei così il giusto pass per la soluzione migliore. La raggiungerei comportandomi come si comporterebbe qualcun altro, che non capisce il mio modo di fare, il mio modo di arrabbiarmi, il motivo che mi spinge a urlare, inveire contro, alzare aria, polvere. Faccio uso di tante parole che cadono pesanti, che si districano tra i rovi e trovano sotto alle pietre anime da colpire. Consumo un po’ di me sapendo già che tra poco sarà tutto uguale a prima. Intanto fuori tuona. Intanto, dentro, la pace soffia silenzio, e stanca la voglia di vedere e sentire. Di restarci di un male che non so raccontare, perché non so neanche spiegare le meccaniche della mia mente e non soltanto, che io per primo non comprendo, che sono mie, complicate, ma irremovibili, immodificabili e certe, come assiomi. Volto pagina e nessuno se ne accorgerà. Perché la nuova ha lo stesso sfondo, gli stessi personaggi, lo stesso fiume e le stesse montagne, gli stessi fuochi d’artificio e gli stessi intrecci. Diversi i colori, che stavolta sono splendenti.
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Assiomi splendenti
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Ho vinto 500mila sterline!
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Scrivi un commento →: Ho vinto 500mila sterline!We are delighted to inform you that you are one of the THREE LUCKY WINNERS whose e-mail address won the sum payout of £500,000 GBP. in the UK DELL ELECTRONICS SEASONAL AWARD 2008. To file in for your claims, contact our claim’s agent with your information as provided below:Brown .J. WilliamsEmail: agt_bwilliams@live.comFull Names:……Country:……. Tel:……Marital Status………Sex…….Age:…. Occupation:…. Nationality:…….Residential Address: ………Dr. Stella Moore(information Officer)Praticamente io, che con l’inglese non è che ci vada proprio a letto tutte le notti, secondo questa e-mail (che certamente ho ricevuto soltanto io e altri due in tutto il mondo (di cui uno, a quanto pare dai commenti, è BB) avrei vinto 500mila sterline (senza avere tra l’altro partecipato ad alcun concorso) e mi basterebbe contattare tale Brown J. Williams (se è lontano parente del Dan del celebre Codice Da Vinci giuro che rinuncio al premio) dirgli come mi chiamo, dove vivo, il mio numero di telefono, se sono sposato, il sesso, l’età, il mio lavoro, la nazionalità e l’indirizzo, e lui mi fa il bonifico di 500mila pippi; giusto?Allora, lasciatemi qualche minuto per compilare la scheda con i miei dati personali, magari ci aggiungo pure il numero di conto corrente e il pin per facilitargli la transazione, poi chiamo il Mc Donald’s e mi licenzio. Che bello, sono ricco!
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AAA subaffitto la Stanza per 2 giorni
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Scrivi un commento →: AAA subaffitto la Stanza per 2 giorniStanno per arrivare a L’Aquila Luca e Niccolò. Li ho invitati a dormire a casa questo week end senza naturalmente possedere due posti letto (ma neanche uno) su cui lasciarli liberi di adagiarsi. Provate ad immaginare la reazione della matrona che, sconvolta, annaspava alla ricerca di soluzioni. Abbiamo optato per subaffittare loro (gratuitamente) la nostra seconda casa che è già affittata a 4 studentesse, che ad agosto l’affitto non lo pagano, così dice il contratto, quindi, in teoria (ma in pratica no), ad agosto la casa torna nostra e, se volessimo, potremmo affittarla (stavolta a pagamento) ad esempio a una famiglia di tedeschi decisa a passare il mese più psyco dell’anno nella città più triste dell’anno (forse giusto il Deserto del Gobi fa meno abitanti ad agosto). Il piccolo problemino è che le stronze hanno chiuso le loro stanze a chiave, tranne una. Quindi, o ne sfondiamo un’altra, oppure Luca o Niccolò (o anche una notte a testa, visto che il soggiorno terminerà domenica) dovrà dormire sul divano, che non è letto perché noi, le cose che si trasformano in altre, non le vogliamo.Tutto questo per dirvi che se non aggiorno fino a domenica/lunedì non sono morto, né ho chiuso per ferie, né sono andato ai Caraibi (sto leggendo L’amore ai tempi del colera di Marquez, fatelo anche voi) né ho vinto al Superenalotto, né un topo mi ha rosicchiato il cavo dell’ADSL , né varie ed eventuali commistioni delle precedenti. È solo che sto con i miei amici per tutte le ore che non lavoro. Se qualcuno ha interesse a scrivere al posto mio e colmare questo tremendo vuoto di 2 giorni, sono disposto a subaffittargli la Stanza; per la cifra ci mettiamo d’accordo. Sì lo so che l’estate sta finendo, che i week end ci si annoia, che con questo caldo non si ha voglia di fare niente, figuriamoci poi di alzare il culo dalla Global Relax e allora,visto che io a voi ci penso, vi lascio da leggere la recensione di Non farmi male scritta da Monia Di Biagio, giornalista e scrittrice che ringrazio per le splendide parole. È un po’ lunga, voi sorseggiatela una quindicina di righe a notte, prima di andare a dormire. Concilierà il sonno, e il quarto giorno la vostra anima gemella si paleserà regalandovi la felicità (eterna). Intanto buon week end!
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Silvia, ora sì che puoi fare pipì
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Scrivi un commento →: Silvia, ora sì che puoi fare pipìOra che ho scoperto che si arriva nella Stanza sia digitando www.lastanzadelmatto.splinder.com sia senza il www, e non solo. Pure se mettete l’it al posto del com col www, ma anche se togliete il www lasciando l’it, sì che mi sento meglio. Provate anche coi vostri blog, che per quanto io comunque sia una personalità, e questo ormai è chiaro anzi lapalissiano (desideravo da settimane fare uso di tale termine), dubito che il su descritto trattamento sia stato riservato solo al sottoscritto. È un po’ come se tutte le strade portassero nella Stanza, altro che a Roma. Ieri ho fatto apertura delivery e quindi, a pranzo, mi è toccata la sala ed è là che s’incontrano gli individui più strani e spaventosi che la razza umana possa aver generato. Persone che d’improvviso impazziscono, che si perdono nell’incertezza di domande senza senso, che s’infervorano perché i loro diritti di consumatori sarebbero stati in qualche modo calpestati. Questi i tre esemplari in cui mi sono imbattuto, casualmente tutti donne.Primo esemplare: “Mi scusi?!” “Dica!” “Da dove si esce?”. Allora, premesso che il Mc Donald’s dell’Aquila non è che sia proprio il labirinto di Dedalo, io non posso che dedicarle qualche compassionevole istante di silenzio e, con sguardo esterrefatto, sussurrarle: “Da dove è entrata”, riprendere i milioni di vassoietti abbandonati sulle trash e tornare dentro a pulirne un po’. Chissà se poi quella donna confusa è riuscita ad uscire o vaga ancora lì dentro priva d’orientamento e lucidità, prigioniera di tavolini sporchi di briciole e insalata e ketchup. Il secondo esemplare è una dolce vecchina di quelle che t’ispirano tanta tenerezza, come se non potessero più rialzarsi da lì, come se quel Big fosse il loro estremo pasto (tutta salute, poi) avvolta in un camicione fiorato che mi chiama: “Scusa giovanotto, è caduto un goccio d’aranciata”. Non ci sarebbe alcun problema se il goccio d’aranciata di cui parla lei non fosse proprio un goccio, ma un’ intera Fanta grande tutta sparsa sul pavimento, mentre ragazzine cretine ci passano sopra e rimangono coi piedi appiccicati alle piastrelle ed emettono versetti schifati, e continuano a calpestare la pozza e a trascinare la colla zuccherosa ovunque. E se qualcuna cade e muore è pure colpa mia. “Non si preoccupi signora, vado a prendere il mocio.” Maledetta vecchia, aggiungerei. Diecimila passate tra mocio bagnato e mocio asciutto perché se no rimane il segno nero, tipo quando stacchi una figurina e quella colla non se ne va neanche con le unghie. E la gente che ti guarda come se da un momento all’altro dovesse affiorare dal pavimento un diamante grezzo oppure la navicella di ET. Mentre torno di là mi sento chiamare da una tizia (terzo esemplare) perfetta per interpretare il ruolo da protagonista nel nuovo film di Verdone, tutta precisina, dalla voce impostata, antipatica e convinta forse che noi non abbiamo altro da fare che stare ai suoi comodi. “Sulla mia sedia c’è una foglia d’insalata.” Mi verrebbe da dire: “La scansi, la faccia cadere, se la mangi, se la infili in gola così crepa soffocata” insomma, a me mai e poi mai sarebbe venuto in mente di chiamare qualcuno per farmi spostare una fogliolina d’insalata dalla sedia. Comunque con una pezzetta la faccio cadere a terra. Neanche mi ringrazia. Dopo un paio di minuti mi richiama, sempre lei. “Al bagno delle signore è finita la carta.” Stavolta glielo dico di pulirsi il culo col foglio delle calorie che sta sul vassoietto, anzi no. Vado a prendere un rotolo di carta igienica, lo sistemo in bagno e sento lei che fa alla figlia che avrà avuto 35 anni: “Ecco Silvia, ora puoi andare”.
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Occhio agli occhiali!
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Scrivi un commento →: Occhio agli occhiali!Sapevo che il vizietto di appoggiare cose sul cofano della macchina nel mentre trovo le chiavi e apro lo sportello, un giorno mi avrebbe punito. È accaduto ieri quando, come al solito, abbandono temporaneamente gli occhiali da vista (mi servono solo per guidare eh!) sul cofano, prendo le chiavi dal marsupio (sì, sono uno dei pochi esemplari sulla Terra ad usare ancora quegli ineleganti, antiestetici, terrificanti marsupi che ti regalano con 2 fustini d’ammorbidente o se ti carichi 25 scatolette per il cane (è il mio caso), ma sono comodi cavolo!), apro lo sportello, mi siedo, chiudo, metto la cintura, aggiusto lo specchietto, infilo la chiave, accendo, ingrano la retromarcia, faccio manovra, poi la prima, e via verso il Mc Donald’s.Toh, mi son dimenticato gli occhiali. Li cerco mentre guido, sbandando sempre più col crescere del panico. Apro il cruscotto, sempre mentre guido, non ci sono. Perché dovrebbero essere lì se nessuno ce li ha messi? Oddio, vuoi vedere che sono partito con gli occhiali sul cofano? Vuoi vedere che mia madre prima mi squarta, urlando, e poi si suicida gettandosi ripetutamente di testa contro la sua amabile e amata roccera, in giardino? Ormai sono vicino al Mc, tempo per tornare indietro non ce n’è, vado al lavoro sperando di averli dimenticati in casa, con la chiara e contrastante immagine di me che li appoggio sul cofano e poi parto. Alle 17.30 stacco senza aver un solo istante smesso di pensare ai miei occhiali e a mia madre morta tra le pietre (e a me squartato, soprattutto). Chiamo casa.“Pronto?” Che voce suadente mia madre che risponde al telefono. “Ma’?” “Eh, che vuoi?” Il tono al riconoscermi si fa cupo, sospettoso visto che non chiamo mai. “Ho lasciato gli occhiali in casa?” “No!” “Quindi io, quando sono uscito, li portavo?” La prendo alla larga. “Sì, li portavi.” Il suo tono mi dice che lei già sa tutto. “Ops…” “Li portavi e ora te lo dico io come sono andate le cose.” “…” (Help me!) “Li hai lasciati sul cofano, sei partito, e gli occhiali sono volati per strada.” “È possibile, sì.” “E tuo padre li ha ritrovati sulla statale davanti casa.” (In che condizioni li ha ritrovati? Che faccio, glielo chiedo? Sì, glielo chiedo almeno so se tornare a casa o fuggire in Malesia) “Integri?” “…” “Eh?” “Sì, integri, tu comunque stai fuori di testa!” Riaggancio se no si scarica il cellulare. Immagino mia madre che continua a parlare da sola senza sapere che io, sollevato, sto andando in centro a prendermi un gelato.
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In mezzo al cielo, per due giorni
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Scrivi un commento →: In mezzo al cielo, per due giorniChe poi a sentire Le Vibrazioni non ci siamo andati, e non è stata una gran perdita. Sono stati due giorni passati in un attimo nonostante di tanto in tanto mi fermassi a pensare che assaporandoli con consapevolezza sarei riuscito ad allontanarne la fine. La baita di Niccolò è sempre più bella e curata, ora c’è anche il recinto di pietre e tronchi di legno, la scaletta che porta al piano di sopra, un pendolo a cucù grande e uno piccolissimo, una piccola tettoia e un giardinetto, e tutta la montagna intorno. Pietracamela più che un paese è un piccolo meraviglioso regno, uno spettacolo, e l’hanno capito in molti che affollavano la parte bassa, la piazza. La baita sta in cima, nella pace di tutto. La prima sera abbiamo provato a osservare le stelle col telescopio very professional di Luca che armeggiava coi pezzi secondo le indicazioni di Niccolò che, nel frattempo, tentava di decifrare le 120 pagine di istruzioni. Io intanto tenevo in mano qualche vitarella, per sentirmi di una qualche utilità. Abbiamo deciso che quel punto più luminoso degli altri, non troppo lontano dalla Luna, era Giove e siamo riusciti a puntarlo dopo aver beccato prima un lampione, poi un albero che sembrava impazzito per il vento forte che trasportava le fronde e anche gli scatoloni del telescopio, e che faceva tremare quella piccola pallina luminosa che era Giove, sì. E poi la Luna quasi piena con tutti i suoi crateri limpidi nell’occhio di una lente capace di arrivare al di là dello Spazio.Il giorno dopo siamo andati a fare un giro intorno, a vedere le pitture rupestri, e poi la sera alla festa di San Rocco in cui si mangiavano panini e si beveva vino gratis, e poi le frittelle calde con una fetta di pomodoro sopra. Nei momenti di puro immobile relax sulle sdraio al sole e nei minuti prima di andare a dormire io leggevo L’amore ai tempi del colera, Luca invece Parlare in pubblico (una specie di manuale con i giusti consigli per dominare le platee, che mi farò prestare al più presto) e Niccolò che si chiedeva il perché di tutto ciò. Ai Prati di Tivo volevamo prendere la seggiovia (più io che gli altri), ma a maniche corte era un po’ troppo coraggioso, così abbiamo optato per buttarci nell’erba a faccia al sole. Ho rivisto Filippo, Camilla e Clarence, i cagnolini di Niccolò. Abbiamo giocato a carte e mi sono scoperto imbattibile campione di Scala40 (vecchi di tutto il mondo, accorrete numerosi a sfidarmi!). Per gli altri invece sono soltanto sfortunato in amore, e questo non è che sia poi così falso. Mi è tornata la voglia d’innamorarmi, dal nulla, e nel nulla sparirà. Sarà stata l’aria di montagna, quell’aria in particolare, ma non è questo il desiderio che ho espresso alle due stelle cadenti che mi hanno attraversato il cielo davanti. È stato un week end speciale che ha saputo restituirmi un pieno di energie e, quando è arrivato il momento di tornare, ero solo un po’ malinconico, ma felice.Rientrare al lavoro di domenica a chiusura è stato uno shock. La gente non finiva mai, le urla di bambini eccitati all’idea di ingozzarsi di happy meal hanno risvegliato le mie brame omicide. È stato come essere catapultati dal paradiso direttamente al centro dell’inferno.Chiudo ringraziando i genitori di Niccolò che sono stati come sempre gentilissimi e poi, per l’ennesima volta, Luca e Niccolò che lo sanno che io sto bene e ho voglia di camminare perché ci sono loro.E voi, oh miei stanzini (Renato Zero ha i sorcini io non posso avere gli stanzini?), che mi dite del vostro Ferragosto?
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L’equazione della felicità
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Scrivi un commento →: L’equazione della felicità(Io + Luca + Niccolò) x {[1giorno + (1notte : stelle) + (1notte : Le Vibrazioni)] } Baita = FerragostoE, come diceva (ma magari lo dice ancora) il campione del Milan George Weah: “Buon Ferragosto a tutti, belli e brutti!”, molto democratico lui. Divertitevi, e ci risentiamo domenica. Bye!
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Sono emozioni, sì eh!
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Scrivi un commento →: Sono emozioni, sì eh!State seguendo le olimpiadi? Io non più di tanto. Quest’anno mi ero ripromesso di concentrarmi e lasciarmi appassionare, solo che il primo quarto d’ora della cerimonia di apertura ha stroncato ogni mio buon proposito (che palle tutti quei cinesi, fastidiosi come mille eserciti di formiche) e quindi, quando per caso mi trovo davanti alla tv, accendo e vedo che succede. Mi ha risvegliato l’oro di Matteo Tagliariol, lo spadista azzurro che nell’anno dell’esordio olimpico batte in finale il campionissimo Fabrice Jeannet, e nell’intervista immediatamente dopo la vittoria saluta e ringrazia la sua fidanzata Annalisa.E poi c’è una che, signori miei, è un treno, anzi un pesce, una bomba, inarrestabile e dolcissima; è una bambina con gli occhi che ridono, imbattibile in acqua. Federica Pellegrini, che stanotte ha regalato all’Italia la medaglia d’oro nei 200 stile libero e il nuovo record del mondo così:Complimenti a tutti i nostri campioni. Comunque noi italiani abbiamo i volti più belli, parlo di quello che c’è dietro e dentro. E questo è indiscutibile.
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Scrivi un commento →: Ma se la Fallaci è morta, chi l’ha scritto il nuovo libro?Visto che la Fimi questa settimana non ha aggiornato la classifica album (se ne staranno spiaccicati al sole su qualche spiaggia Caraibica in attesa del Ferragosto, quei maledetti burloni), ma la vetta, da un rapido sguardo alle classifiche non troppo ufficiali sparse nella rete, non dovrebbe essere granché cambiata con Giusy sempre al numero 1, per la seconda puntata di Stop al televoto! ci concentriamo su quella dei libri più venduti che invece ha subito importanti stravolgimenti con non poche chicche tra cui la news tragica che vi avevo promesso domenica sera (che ancora non entra in classifica, ma noi, che siamo previdenti, cominciamo a prepararci psicologicamente). Ma andiamo con ordine e concentriamoci su quella italiana. Rientra in classifica alla 24esima posizione Mi piaci così di Francesco Gungui (che si legge Gungùi e non Gùngui come pensavo io), un autore gentile, simpatico e disponibile che ho avuto il piacere di conoscere virtualmente attraverso il suo myspace, a cui auguro tanta fortuna perché la letteratura giovane ne ha bisogno in un momento in cui lo spazio per emergere è ancor meno di uno spiraglio. Salendo troviamo Carofiglio con due dei suoi celebri gialli pubblicati da Sellerio: Ad occhi chiusi (22) e Testimone inconsapevole (18) che io ho letto e consiglio, diventati ormai dei cult. Altro che Faletti (ma perché continuate a comprarvelo?) che perde qualche posizione nella classifica generale, ma è comunque il 5nto autore italiano più venduto. Le mie ripetute macumbe paiono portare i primi risultati, infatti Dacia Maraini va giù, va giù, va giù alla 14, non vedo l’ora di non scorgerla più; mi crea non pochi problemi leggere il suo nome. Sono contento di segnalarvi alla 15 Come dio comanda di Niccolò Ammaniti, premio Strega dell’anno scorso, autore che amo e del quale aspettiamo il nuovo libro sperando che non debbano passare altri 5 anni. Salendo è tutto più o meno uguale alla settimana scorsa fatta eccezione per la vetta. Arriva il colpo di stato della Fallaci che sarà felice di sapere, ovunque essa sia, che il suo cappello pieno di ciliegie (Un) si piazza alla numero 1 scalzando il premio Strega 2008 Paolo Giordano (2), e che qualcuno si arricchirà ulteriormente grazie alla sua arte. A lei è legato il momento che io definirei Che amarezza! dal quale, senza volerlo affatto, sono stato travolto che, badate bene, non è comunque la notizia triste che devo darvi. Ieri pomeriggio ero alla Mondadori del centro commerciale La Meridiana. Aspettavo in fila per pagare Il paradiso degli orchi di Pennac. Davanti a me una bionda sui 58 colloquia con la commessa. “Signorina, scusi, io dovrei fare un regalo ad un professore di Lettere settantenne, saprebbe consigliarmi qualche libro?” (Domanda lecita, no?)La donna alla cassa, che secondo me tanto signorina non è, abbronzata male a forza di lampade incontrollate che le hanno regalato il tipico marrone oliva marcia, di quelli che lo sai che è artificiale, e che, evidentemente (perché si vede dagli occhi), nonostante lavori in una libreria, mai nella sua vita ha avuto il piacere di sfogliare uno di quegli enigmatici oggetti che vende: “Guardi, c’è il nuovo di Oriana Fallaci che è primo in classifica!”. La signora, che pure lei non è che sia proprio un asso in fatto di libri: “Ma la Fallaci non era morta?”. Il panico si materializza sul volto dell’oliva, vorrebbe chiamare Dana Scully e segnalare l’x-file di cui nessuno s’era accorto prima, che per non sembrare ignorante e allo stesso tempo assecondare la sua preziosa cliente: “Eh, avevo sentito una cosa del genere anch’io!”. In quel momento vorrei sparire, prego Dio di fulminarmi per sottrarmi a quello scempio orale (non ricapite male, dai). Sono tentato di tornare alla mensola, lasciare Il paradiso degli orchi e, con indifferenza mista a disperazione, abbandonare quel luogo ameno. “Ma se è morta, allora non l’ha scritto lei il libro!” “No no, signora, l’ha scritto lei. C’è il suo nome in copertina!” “E come ha fatto?” “Eh, non so…” Basta, alzo la manina e: “È chiaro che un autore non scrive soltanto quello che pubblica. Quello è un romanzo postumo che la Fallaci avrà scritto insieme a tante altre belle cose quando era ancora viva e vegeta, che non sono ancora uscite e che certamente usciranno. Posso pagare, grazie!” In momenti come questo mi chiedo perché certa gente invece dei libri non vada a vendere i formaggi, con tutto il rispetto eh!Mi è nata una bollicina dietro al collo che mi fa male male male, male. Cos’è che dovevo dirvi, ah sì, ma ora è tardi, tra un po’ devo andare a lavorare, ve lo dico domani. Promesso, e io le promesse le mantengo quasi sempre.
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Pot pourri (ma che vor di’?)
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Scrivi un commento →: Pot pourri (ma che vor di’?)Intanto fatemi tranquillizzare tutti coloro che stanno assistendo inermi al conto alla rovescia che la maledetta stellina blu porta avanti inarrestabile, continuando a ripetere che, fra X giorni, Office sarà contrassegnato come non originale. E ogni giorno è uno di meno (se no che conto alla rovescia sarebbe?). Ho provato a uccidere i file spia, ma nulla da fare. Ha funzionato con tutti i PC tranne che col mio, che ha sempre dimostrato di avere una forte personalità. Ad esempio, se fosse stato lui a voler rimuovere dal mio cervello qualche immagine, che so, per liberare memoria, certamente ci sarebbe riuscito; io con lui no. Oggi è lo 0. Mi aspettavo che si autodistruggesse Office con tutti i suoi magici programmi (compreso Excel che ieri m’ha fatto così tribolare, se non mi servisse per l’esame, c’avrei anche goduto), che diventasse tutto nero, o grigio, o blu (a tinta unita insomma) privo di pulsanti, con una sola dominante scritta senza speranza che invita a deporre le armi e rassegnarsi, perché stavolta è davvero finita. Invece è tutto come prima, con la stellina che mi dice che la mia copia di Office non è originale (e questo s’era capito) e con una nuova scheda, prima di Home e dopo Modifica che, se clicco, mi rimanda alla pagina dove comprarmi Office (aspetta e spera), ma nelle funzionalità parrebbe tutto immutato, come è uguale il caldo. Anzi no. Ieri esco dal lavoro e tirava un’arietta che m’ha fatto starnutire (salute! Grazie). Dopo la chiusura, che poi è il turno più divertente, soprattutto se lo fai con quelli simpatici, restiamo una mezzoretta a chiacchierare, un po’ ad alta voce, va detto, finché non si affaccia il tipo che ha il balcone proprio sul parcheggio del Mc Donald’s e: “Aho! Se ve n’annate affanculo noi potemo dormi’! Eccheccazzo, tutte le sere è n’concerto!”. Noi restiamo in silenzio a guardarlo e lui ripete: “Eccheccazzo, cazzo!” sbatte la finestra e sparisce dietro le tende.Quell’ominide pigiamato ha tutta la mia comprensione, comunque. Immagino che l’apertura del Mc Donald’s sotto casa sua gl’abbia un attimino rovinato l’esistenza, ma temo che questa ennesima (perché m’hanno detto che non è la prima volta) sparata non c’impedirà di restare mezzora ancora stasera e ripetere le chiacchiere. Sì, perché stasera altra chiusura. A proposito, il contratto a tempo indeterminato ha portato un aumento di ben 58 euro sulla paga base; l’ho scoperto dalla busta che m’hanno dato ieri. Cosa potrei farci, vediamo… potrei comprarmi 4 libri e mezzo in più al mese, fare un giorno di villeggiatura pensione completa a Porto Alce o in Costa Rubina, viaggiarci un po’ di più con la macchina, che poi, anche se i TG se ne fregano, non so se avete notato che la benzina continua a scendere (alla Total, poco prima dei campetti sportivi di Centi Colella, ieri notte costava 1,41 euro, lo so perché ho messo 20 euro). Se vi trovate da queste parti non sbagliate distributore, potrebbe esservi fatale (i consigli del Matto).In questo pot pourri (?) di belle notizie cade più che a fagiolo a meteorite, direi, l’immonda news che ho appreso ieri, quella che ho rifuggito per mesi convincendomi che il fondo era ormai raggiunto, e invece no. Ma questa ve la dico domani perché io vi voglio bene, e mai e poi mai vi rovinerei la domenica.