• “Nick, mi stai dicendo che il bambino che Taylor ha portato in grembo per nove mesi, è mio figlio?”
    “Sì, Brooke!”
    (Cioè Brooke, dopo aver esaurito tutti gli uomini della famiglia Forrester, ha messo incinta Taylor?!) Questo intenso scambio di battute tra Nick e Brooke mi è parso il modo migliore per iniziare il Trash week end (3). Fatemi subito dare voce alle richieste che mi sono giunte direttamente da voi. Katy mi segnala che la talentuosa ereditiera (ci vuole un certo talento per essere un’ereditiera) Paris Hilton, dopo aver rilevato un calo d’interesse da parte dei media mondiali, che da qualche tempo (Deo gratias!) sembrano snobbarla, ha deciso di volere un bambino. Grazie alle mie sempre pronte e indiscutibili fonti ho appurato che è un altro il motivo reale che spinge la Paris a cullare tale e tanto improvviso desiderio di maternità. Il ritrovato rigore e la voglia di una vita normale, una famiglia e tanto amoreamoreamore da dare al suo piccolo? Non proprio. Paris ha dichiarato ad un noto settimanale di essere molto invidiosa dell’amica Nicole Richie, poiché aspetta un bambino. Il maggiordomo di casa Hilton, che se la fa con la ragazza rumena che il mercoledì viene a stirare le mie camicie, in un momento di sesso sfrenato nel letto di mia madre, le ha confidato: “Ieri Paris Hilton è andata da suo padre a chiedergli se gliene comprava uno”.
    Ma andiamo avanti perché Gogan ci fa sapere che Simona Ventura sarà al fianco di Boldi (Dio, mi viene da piangere al solo nominarlo!) nel nuovo film pre-natalizio, che uscirà a Novembre per non fare concorrenza all’amico De Sica (così dice lui), o per guadagnare di più (così dico io): Una fidanzata per papà. La Ventura torna al cinema dopo la non felicissima prova di Fratelli coltelli del 1997. Mi auguro che nel film non urli come usa fare nelle sue trasmissioni; va be’ che tanto io non andrò a vederla, mi preoccupavo solo per voi e le vostre orecchie. Andiamo avanti con la notizia di Olsen su Mara Carfagna che ha rifiutato di patrocinare il Gay Pride perché ritenuto dalla neo ministra una manifestazione priva di sobrietà. Di risposta i manifestanti hanno pensato di allestire un carro a cui hanno dato il nome: Sobrietà, con dodici trans a bordo (s)vestiti con gli stessi abiti indossati da lei nel celebre calendario, che da anni prova a far dimenticare. Guardate com’è sobria lei qua. Chissà chi è lo stilista di questi splendidi capi. E da una donna al potere, a un’altra mica male. Carla Bruni scrive nel suo libro-confessione Carla e Nicolas, la vera storia che, da quando Berlusconi è stato eletto, lei prova un certo disagio. (Lei, eh?) E poi racconta del suo incontro col presidente francese a una cena da un pubblicitario amico comune. Un vero e proprio colpo di fulmine a dire suo. “Il suo fisico, il suo fascino, la sua intelligenza mi hanno sedotto. Ha cinque o sei cervelli” ma che è un alieno? irrigati abbondantemente. No, è un campo di barbabietole! “Lo dico ancora tutti i giorni. Non ho mica incontrato dei cretini, prima. Ma lui è molto, molto rapido. E poi ha una memoria incredibile.” Ma di chi (o cosa) sta parlando, del primo esemplare di una nuova specie prodotta in laboratorio?
    Tanto per restare nei verissimi amori dal sangue blu, su Diva e Donna escono le foto di Beatrice Borromeo, la giovane spalla di Santoro (oddio, vomito!) ad Annozero, e Pierre Casiraghi, il principino di casa Grimaldi (mio fratello, se non lo sapevate), mentre tubano come due piccioni assatanati durante una piacevole serata nel principato di Monaco (dove ovviamente abito anch’io). Appena conoscerò bene Beatrice vi farò sapere. Pierre tiene molto al mio parere. Ora è il momento di iniziare la calata a precipizio. Tuffiamoci cento metri sotto il fango e parliamo del grandioso successo della partita di calcio organizzata tra la Nazionale Grande Fratello contro la Jesolo All Star per la raccolta fondi per l’Avo, l’associazione dei volontari ospedalieri. Saranno stati contenti questi volontari perché allo Stadio si sono registrati ben cinquanta paganti, mentre sulle spiagge della cittadina, nello stesso giorno, si sono contati duecentocinquantamila corpi a prendere il sole. Per la prossima raccolta fondi affidatevi a Topo Gigio, vedrete che andrà meglio. Fabrizio Corona torna a far parlare di sé. Infatti ha deciso di intentare una causa civile contro la produzione della fiction Vita da paparazzo trasmessa da Mediaset. Secondo Corona infatti, il regista e autore della fiction Pier Francesco Pingitore avrebbe di fatto ripercorso la sua vita senza neppure chiederne il permesso, rovinando tra l’altro la sua immagine. (Quale immagine?) Il ricavato dell’eventuale somma riconosciuta come risarcimento dalla causa civile, sarà devoluto in beneficenza, ha fatto sapere l’avvocato, per l’acquisto di un’ambulanza. Sì, e il resto? No perché un’ambulanza quanto vuole costare?!
    Attenti che sta per arrivare la notizia bomba, ma prima parliamo delle piccole, fragili, ingenue, samaritane della nostra Italia, Wanna Marchi e la figlia Stefania che, come saprete, sono state ingiustamente condannate a nove anni di reclusione. Il loro avvocato si è appellato alla Cassazione e fin qua tutto nella norma, se non fosse che i giudici hanno ritenuto opportuno custodirle in carcere considerando molto alte le probabilità di una loro fuga in Spagna a sfrusciolarsi (i neologismi del Matto) il gruzzolo che avrebbero accumulato e nascosto. Allora, assodato che ‘sto gruzzolo da qualche parte deve stare, visto che non si parla di cento o mille euro, ma di sessanta milioni di euro, perché non le prendete per i capelli e a suon di calci in culo e torturine varie (magari arrostendo piccole parti del loro vecchio corpo calante in una griglia del Mc Donald’s (so cosa si prova) e non gli fate ricacciare il money sonante, moneta su moneta?!
    Ci siamo, amici. Siamo arrivati alla notizia clou di questo lungo e appassionante Trash week end. Ce l’ha segnalata E, e vede protagonista la nostra ormai amica Karina Cascella (la gallina che tutti i giorni sbraita a Uomini e Donne) che stavolta ne ha combinata una che rimarrà nella Storia. Infatti qualche giorno fa la povera Karina è stata ricoverata d’urgenza a causa di un vibratore che, certo sbadatamente, le si era incastrato nell’intestino.
    Non ripensate a male! La verità è che lei, come tutti i pomeriggi, si stava accomodando sulla sua sedia canalecinquesca e ZAC, dolore! Che gran burloni Gianni e Tina! Ma vi sembrano scherzi da fare questi? Cara Karina, la prossima volta stai attenta a dove appoggi il tuo onorevole culo.
    Anche questa settimana è andata. Trash week end torna fra sette giorni e, lo sapete, ha bisogno di voi. Potete scrivermi a matteo1077@gmail.com oppure direttamente nella Stanza e segnalarmi qualche trash news degna di nota. (La notizia su Karina è vera eh, cercatela se non ci credete!) Ciao belli!
    Scrivi un commento →: Trash week end (3)
  • Oddio quanto tempo era che non andavo al cinema. Che poi, finché non ci torni, non ti rendi conto di quanto è passato dall’ultima volta che hai vissuto quella coraggiosa esperienza, perché di coraggiosa esperienza parliamo se il tuo vicino di poltrona passa primo e secondo tempo (si parla di quasi due ore nette, mica cazzi!) a sputacchiare in una cannuccia a poco meno di quindici centimetri dal mio orecchio sinistro. E non è tanto la saliva che comunque, grazie alla distanza minima, ma sufficiente, e a Dio, che evidentemente esiste, non riesce a raggiungermi, quanto il fastidiosissimo gorgoglio che, costante, s’insinua nel cervello spostando l’attenzione da Sex and the city all’odio che provo per quell’esserino-lama, e alla tentazione sempre più vivida di soffocarlo col mio giubbetto di jeans rispolverato per la serata. Fortuna che ho incontrato Fede e Michi che erano state allo spettacolo delle otto, e fortuna che Fede aveva la Thursday card con sé, che fino a qualche mese fa ti davano gratis al cinema e al Mc Donald’s, che ha il magico potere di farti pagare tre euro a spettacolo a patto che tu ci vada di giovedì. La mia l’ho persa, Fede mi ha prestato la sua, e quindi, invece che cinque, ho pagato tre. Il film mi è piaciuto moltissimo, fatta eccezione per il finale che no, non mi è piaciuto. Non tanto per la banalità e la prevedibilità, quanto perché no, io non volevo che finisse così. Ho passato tutto il secondo tempo a pregare che non finisse così, e invece… è finito così. Così come? Andate a vederlo, e quando comincerete a sperare che non finisca in un certo modo, beh sappiate che rimarrete molto delusi perché quel certo modo che vi ostinate a rifuggire è proprio il finale del film, purtroppo. Se non ve ne siete accorti sto facendo degli sforzi immani per non rovinare la visione a chi ancora non l’ha visto. Quasi quasi, per placare la frenesia del dover svelare a tutti i costi, che mi brucia dentro, vado in cucina e mi butto nel pacco di biscotti. Non avevo mai visto Sex and the city, il telefilm, solo una puntata l’altro ieri e mi aveva fatto ridere. Ci sono scene di quel film che mi hanno fatto piangere dalle risate, altre che m’hanno fatto piangere e basta (sempre interiormente, sia chiaro!). Una delle protagoniste fa la scrittrice, e quando va in libreria sposta il suo libro bene in vista come faccio io. Allora è un vizio comune! Tanto per dire una scena che m’è rimasta impressa.
    Pare che per il grande successo che sta avendo in tutto il mondo abbiano deciso di girarne un altro paio, io intanto sto provvedendo a farmi prestare tutte le serie da Luca che ce l’ha belle ordinate in DVD rigorosamente scaricate (certo che ha pagato!) con tanto di copertina realizzata direttamente da lui e diversa per ogni serie.
    Correte al cinema perché ne vale la pena. È quel genere di comicità sensata e moderna, intelligente, rapida, paradossale… quello che non è Boldi, in pratica (e mo che c’entrava il povero Boldi? No, così perché è il mio esempio preferito di comicità-pena). Fidatevi del Matto e andrete sul sicuro.
    Intanto oggi è venerdì e domani è sabato (ma va?), no era per dire che c’è un nuovo Trash week end da mettere su, e allora, se avete qualche idea, sparate pure, che io poi m’informo e creo, creo, creo.
    Scrivi un commento →: Sex and the city
  • Per la serie: Strani prodotti presenti in casa Matto, dopo il profumo di mia madre alla mela verde alcolica dagli sgradevoli effetti (va be’, a seconda di come la vedi. Se sei stitico potrebbe rivelarsi una manna dal cielo), ecco Near body, il bagnoschiuma vampiro. Entro nella cabina doccia, con una certa solita fretta perché obviously sono in ritardo, e i miei occhi vengono catturati dalla nuova boccetta rossa sul ripiano dei saponi. Sulla confezione dice: Near body – vicino alla tua pelle! Con estratti di sandalo e mirra. Uh, posso lavarmi con uno dei doni di Gesù Bambino! Il colore non è che sia molto invitante, sembra sangue rappreso, però la novità è sempre la novità, così decido di utilizzare quello, invece che l’altro già aperto. La consistenza pesante rende l’atto un po’ scomodo (è come lavarsi con gelatina che si spezza, ma non si spalma). Appena comincio a massaggiare il composto sulla pelle ecco nascere un’onda di schiuma che cresce istante dopo istante e, dopo un altro istante, sto soffocando nella doccia, aiuto! L’ultimo ricordo prima di crollare sulle piastrelle azzurrine è un pizzicore ovunque. Quando riprendo i sensi la realtà è tutta bianca e le bolle arrivano fin sopra al soffitto e premono alle finestre. La schiuma vuole conquistare il mondo; devo fare qualcosa prima che riesca ad uscire da lì per mettere in atto i suoi intenti criminali. Afferro il soffione e la combatto a getti a pioggia potentissimi, finché il bagno è allagato, ma della schiuma più nessuna traccia; l’ho sciolta come la salamoia col cattivo di Roger Rabbit, quello che voleva distruggere Roger, Jessica e tutta Cartunia, lo stronzo! Mentre sul letto ortopedico, finalmente in totale relax (anche se è sempre tardi, acciderbolina!), mi asciugo col mio accappatoio Bassetti mille tinte (scusate la pubblicità non troppo occulta, ma io, in attesa di diventare milionario, in qualche modo devo pur andare avanti), noto residui organici staccarsi dai polpacci. Struscio e si staccano come delle grigie pellicine che non smettono di venir via. E viene via pure la pelle, e io struscio e viene via pure il muscolo fino all’osso che comincia a venir via, pure quello. Oddio viene via tutto! Near body mi ha divorato. (Fino alle pellicine tutto vero, giuro!)
    A saperlo prima, l’altra sera al Mc Donald’s, che si sono otturati tutti gli scarichi contemporaneamente e non sono pochi: cessi (5), lavandini (6), lavatrice (1), lavastoviglie (1), e a chiusura ho dovuto lavare (perché i lavaggi sono toccati a me) quintali di ferraglie nella merda che rigurgitava dal lavandino mixata ad acqua, mixata a patatine, mixate a nuggets, mixati a capelli, mixati a vomito, terra, cadaveri, vomito (l’ho già detto? Chissà perché mi viene da ripeterlo; dev’essere per via d’un riflesso incondizionato) e tutto quello che nel tempo può esser finito in quei tubi, mi sarei portato Near body. Altro che Mr muscolo idraulico gel!
    Scrivi un commento →: Near body – (un po’ troppo) vicino alla tua pelle!
  • Dentro è un periodo, piccolo, in cui mi sento attraversato da una specie di felicità chimica e isterica, che mi fa ridere e poi piangere dal ridere. Non riesco a spiegarmi il perché. Sto bene. Non come quando ti chiedono: “Come stai?” e tu rispondi: “Bene grazie!”. Bene sul serio. Me ne accorgo dai miei organi interni che sembrano pacificati: se ne stanno buoni buoni ad ascoltare parole, che solo qualche mese fa riuscivano a farli arrovellare e contorcere e annodare e tendere, quasi fino a spezzarsi. Sereno. Intrecciato in giornate senza sosta, ma sorridente, sempre. Tranne in qualche lieve istante, in cui tornare indietro viene piuttosto semplice, e a me non va di impedire ai pensieri viaggi taglienti, ma necessari di tanto in tanto. Questo è il momento di pensare solo a me e a tutto il mondo che devo portare a termine. Non ho tempo né voglia di dare spiegazioni a chi me le chiede, a chi pensa che io non abbia nulla da fare (poveretto!), quando io non ho un solo istante libero, neanche per cagare con un po’ più di calma. Questo tempo ha una scadenza prefissata, e pure un’altra. E poi una terza, e poi è finito. È quella fine che voglio vedere, e poi ne parliamo. Intanto vivo, e il non avere dentro tumulti da gestire, sconquassamenti emozionali, disperazioni da domare, è tantissimo. Perché tutte le energie le convergo altrove, e ne ho da vendere, non immaginavo. Mi dico: Bravo! e mi dico: Forza!
    Anche se stamattina mia madre stava riuscendo a mandare all’aria tutti i miei programmi, tramortendomi con quel suo profumo alla mela verde alcolica, che ti stende. Fortuna che dopo una quindicina di minuti di stravolgimento, perdita di sensi, confusione cosmica, e successivo mal di testa atroce, mi sono ripreso, ho finito la mia tazza di caffelatte e cereali e, chiedendomi dove mi trovavo, sono corso in bagno a fare una cacca veloce.
    Scrivi un commento →: Nonostante fuori piova
  • Ancora qualche ora e mi slittava la rubricozza, che vergogna! È che in questi giorni sto lavorando come un niger schiavo (a dire di qualcuno, negro non è offensivo in quanto derivante da niger appunto, però l’accezione, lo sappiamo, è quella che è, e allora, perché nessuno mi dia del razzista, diciamolo in Inglese (Totti, veramente è latino). Ah, sto scrivendo con gli occhi chiusi perché nel frattempo cerco di riposare e, visto che non conosco a memoria la tastiera, perdonatemi eventuali orrori di digitazione. Domani ho la mattinata libera, anche se dovrei ricomprarmi il deodorante Borotalco spray. Per stanotte prevedo una specie di catalessi che mi vedrà rinascere nel nuovo millennio, a cospetto di una evoluzione sociale, tecnologica del Pianeta, e magari si potrà anche volare, oppure semplicemente sarò l’unico superstite perché la Terra, alquanto stufa ormai di questi esserini fastidiosi che si divertono a distruggere qua e là, avrà finalmente deciso di implodere, risucchiando al suo interno tutto il reale. Ma viviamoci il presente e, a proposito di presente, fino a prova contraria è ancora domenica, e quindi siamo pelo pelo in tempo per lanciare la seconda puntata della nuova rubrica della Stanza, che tanto ci/vi è piaciuta e cioè: Trash week end.
    La settimana scorsa abbiamo affrontato il dramma della povera Franzoni, condannata ingiustamente (sì perché lei è innocente; è così evidente!). Quello di Elisabetta Canalis che matura la straziante decisione di abbandonare Controcampo, e abbiamo rassicurato tutti sulla storia tra il Cumenda e la sua ex. Questo nuovo numero è dedicato alla trasmissione più trash che la tv italiana abbia visto nella sua lunga storia, e probabilmente mai vedrà, quella che, come la peggior droga pesante, costringe gli italiani a rimandare tutti gli impegni a dopo le sedici, il gallinaio per eccellenza di Canale5: Uomini e Donne. Ho sentito Maria ieri sera via sms che, con lo stesso tono con cui fa le televendite (sì perché i suoi sms sono vocali, che ne sapete voi?!), mi ha dato le ultime news. Allora, pronti a versare i soliti fiumi di lacrime? Ok, allora vado: la storia tra Erminia e Giuseppe Lago è finita. Lei dice che è già fidanzata con un altro e che pensa al matrimonio, lui ovviamente no (magari Maria lo ripiazza sul trono) intanto noi piangiamo perché abbiamo così tanto amato questa coppia… (ma chi so ‘sti due?). Maria m’ha detto pure che quella bionda tacchina urlatrice di Karina s’è fidanzata con Salvatore. Figlio mio, ma tu te le cerchi eh! Cioè, ti eri liberato di accattateville Paola e mo chi ti sei preso? N’altra mezza psicopatica?! Ti siamo vicini. Poi Martina e Giorgio alfieri aspettano un bambino. Vivissimi auguri, nell’unanime speranza che il frugoletto non riprenda da loro almeno la proprietà di linguaggio. Ma passiamo a un’indiscrezione che ho promesso a Maria di non rivelare a nessuno. Pare che Karina verrà risbattuta (con un calcio lì) nel suo pollaio, definitivamente sostituita dalla regina Tina: la Marilyn Monroe de noaltri, la donna boata (col boa, se non conoscete i miei neologismi imparateli a memoria!) e quelle sue stronzate che mi fanno crepare dal ridere. Ora fate attenzione che questa è grossa. Pare sempre, (quando le chiedo conferma Maria smentisce, ma mi fa l’occhiolino) che Gianni Sperti, il più grande ballerino del mondo, sarà uno dei tronisti della nuova stagione. Quindi, maschietti e maschioni, danzatori e mangiatori da tutta Italia, accorrete numerosi, perché lui, oltre ad eccellere nell’elegante arte acrobatica, è anche un gran maestro nelle pappardelle al cinghiale. Chiuderei con la disavventura capitata al povero Kledi che assisteva al saggio di fine anno della sua scuola di danza a Roma. Notando tre persone che filmavano, si è avvicinato per dire che era vietato fare riprese. Due sono scappati (neanche avessero davanti Walker Texas Ranger) l’altro l’ha preso per la maglia e gl’ha detto qualcosa del tipo: “Albanese di merda tornatene da dove sei venuto!” e questo, va detto, è vergognoso, però, considerato che gli albanesi non sono tutti bravi ragazzi come Kledi, ci sarebbero da dire tante altre cose, ma non le diciamo.
    Vi saluto annunciandovi che tra qualche giorno uscirà il primo album del trionfatore di Amici Marco Carta. Beh, vediamo che succede. Noi gli auguriamo di vendere tanto, poi, che uno che non riesce a concludere una canzone perché si ricorda una parola sì e quarantasette no, nella vita possa fare il cantante, poco ci credo.
    Trash week end finisce qua e vi dà appuntamento alla prossima settimana. Naturalmente se avete suggerimenti sono ben accetti, così mi risparmio pure di cercarle, ‘ste stronzate!
    Scrivi un commento →: Trash week end (2)
  • Guardate che faccia fa ‘sto cane (Oscar) quando sente le sirene.

     
    Comincio a credere che Iker (il mio) sia un incrocio tra un Labrador e un Boxer, intanto perché sto notando che hanno le orecchie uguali e poi perché quando passa l’ambulanza la saluta come Oscar.
    Ri-ri-ripremo play e ricomincio a ridere come uno scemo, scusate!
    Scrivi un commento →: Effetto sirene
  • Non proseguo mai una catena alla prima nomination per due motivi. Primo perché sono sempre un po’ riluttante quando si tratta di catene e allora temporeggio coltivando la vana speranza che chi mi ha nominato si dimentichi di me (quasi mai accade, perché l’incatenatore per definizione è avido e bramoso di leggere la sua catena nei blog incatenati) e poi perché tanto prima o poi mi nomina qualcun altro e allora ne accumulo due o tre prima di eseguire. Ringrazio Coltemposai e Luka Gi per aver pensato a me e vi avverto che questa è l’ultima e dico (l’ho già detto, ma è bene sottolinearlo) l’ultimissima catena che vedrete nella Stanza, quindi da ora in poi evitate proprio di fare il mio nome perché l’indifferenza regnerà sovrana, promessa del Matto. Sarò anche breve stavolta, proprio a dimostrare la svogliatezza più pura. E allora, senza tergiversare ulteriormente, ecco le regole:
    Indicare il blog che ti ha nominato.
    E l’ho fatto.
    Elencare tre (o più) precauzioni che state prendendo per superare i prossimi cinque anni.
    Beh intanto sto mangiando, bevendo e cagando (se no scoppio) e poi… Uh ma già sono tre, a posto così quindi.
    Scrivere il numero esatto dei giorni che mancano alla fine.  
    No, scusate alla fine di che? Della mia vita? Ma che è una catena cimiteriale questa?! Comunque visto che io sono il Matto mica un cuccuruccù qualunque ho telefonato al mio agente che guarda caso è anche veggente, che s’è messo in contatto con quella buonanima carissima di Raffaella Carrà che dall’Aldilà gl’ha fatto sapere che mi restano ancora ben 33604 giorni da vivere. (Come non è morta la Carrà?!)
    Indicare almeno altri cinque (fortunati) blogger.
    Nomino: Beppe Grillo, Daria Bignardi, Flavia Vento, Daniele Luttazzi e Pulsatilla.
    A Grillo Bignardi e Pulsa gliel’ho detto, dalla Vento andateci voi perché non ce la faccio, e Luttazzi… non lo conosco, e mamma mi ha insegnato a non parlare con gli sconosciuti che poi ti danno le caramelle avvelenate per vendere al mercato i tuoi organi.
    Scrivi un commento →: The last, giuro!
  • illustri-dabruzzo-il-letterato-il-latinista-e-io-2

    Opera dell’incredibile Ariel, che io – è cosa risaputa ormai – adoro.
    Scrivi un commento →: Ariel, ma quel pesce nella testa…
  • Era da notti e tempi che non facevo le cinque. Ieri ho fatto le cinque. È stata una serata strana, intanto perché non era previsto iniziasse. Non pensavo di uscire, mi son lasciato trascinare da una zona intermedia lontano da casa, fino in centro, così mi son ritrovato a girare con maniche corte e smanicato, per la serie: Agosto sotto e Gennaio sopra, con quel venticello stronzo quanto freddo a soffiarmi sui peletti delle braccia. Mi sono sentito coccolato dalle persone. Un po’ qua e un po’ là, voluto e abbracciato. Ho avvertito il calore di mani che desideravo sentire, senza fini secondari, solo qualche minuto tra le mie. Mi sono lasciato stringere da un affetto così naturale, spontaneo, come dovrebbe essere l’affetto. Ho bevuto un pesca-lemon, una birra piccola e un’altra birra piccola, più grande della precedente. Ho riso tantissimo, con la sottile tentazione di alterare ulteriormente il mio stato, portandolo oltre. Mi è parso un ottimo rimedio e avevo tutte le prove del mondo che lo fosse. Non so perché sono rimasto in me, probabilmente per la solita responsabile logica che mi fa dire basta! quando secondo parametri suoi, non miei, è il momento di fermarsi. Un po’ me ne pento, perché son due giorni che sono tornate le insicurezze. Così, prima un fastidio, poi un senso di nervoso solo apparentemente dovuto ad una certa cosa alla luce dei fatti poco importante, poi si riapre la scatola nera delle emozioni e quello è da anni il momento di dimostrare che contro tutto questo io perdo sempre. Anche se stavolta un accenno di resistenza c’è stato. Mi sorprende l’immagine di me che spingo forte, oltre ogni limite, oltre l’acqua che non ha più voglia di restare rinchiusa, e io spingo. È pieno di falle il presente, e l’acqua sta uscendo, piano piano, tutta. Però io tengo ancora. Forse sono un po’ più forte di ieri, o forse è solo un modo per rimandare. Fatto sta che ieri notte ad un certo punto ero felice. Un punto è tanto.
    Ah, mi ha scritto un PVT (se la De Filippi può dire RVM io posso dire PVT) un certo Antonio invitandomi ad iscrivere la Stanza ad una classifica che si chiama Miglior blog, e io ho accettato. Ho messo il bottoncino verde per votarla in alto, nel bugiardino. Credo non si vinca niente, è una cosa così, tanto per. Non c’è bisogno di registrarsi, e si può votare pure millemila volte al giorno, quindi quando non avete niente da fare, tra un caffè e una veloce pipì, cliccateci sopra. E, se vi va, iscrivete i vostri blog, non mi sembra una brutta cosa.
    Scrivi un commento →: Tu conosci il mondo, io voglio conoscere te
  • Ieri sera tornavo a gran velocità a casa e ho investito un uccello. Sto cercando di convincermi che si sia suicidato lanciandosi sulla mia twin tower Matiz convinto di essere un aereo dell’American Airlines, comandato di provocare il terribile attentato al sottoscritto nientepopodimenoché dalla terrorista Ape Maia, ma temo non sia questa la verità. Probabilmente era solo in cerca di qualche insettino da mangiucchiare, o ancor peggio era una mamma uccello che cacciava per i suoi piccolini. Va be’, comunque l’ho centrato in pieno, s’è spiaccicato al vetro, sono scappato (omissione di soccorso), e poi non ricordo più (o faccio finta di non ricordare).
    Il Matto versa tuttora in un gravissimo stato di shock, non osiamo immaginare in che stato versi l’uccello.  Spero solo non si sia trattato di un amico di questi:

    Signorina maestra, restare nella scuola ad aspettare che i perfidi pennuti levassero il loro culo piumato per raggiungere altri lidi, pareva brutto?
    Scrivi un commento →: Ho ucciso un uccello

sono Matteo

Sono nato a L’Aquila nel 1981.
Adesso vivo a Firenze, insegno ai bambini della scuola primaria e scrivo romanzi definiti “per bambini e ragazzi”, ma io dico non vietati agli adulti…

Restiamo in contatto?