Qualche settimana fa, prima di uscire per andare a scuola mi ha raggiunto, istantanea e improvvisa come una freccia al cuore, la notizia della morte di Rita.
Rita Vergura era una Maestra (la emme maiuscola è il minimo, e comunque decisamente troppo poco quando si parla di lei). L’ho conosciuta perché, un giorno di 3 anni fa, mi ha scritto e mi ha chiesto di fare un corso di scrittura creativa di una settimana ai bambini della sua meravigliosa classe 5^D dell’Istituto Comprensivo Melchionda-De Bonis di San Giovanni Rotondo.
Da Firenze a San Giovanni Rotondo… per una settimana! La prima cosa che ho pensato (da fiorentino d’adozione) è stata: questa maestra deve essere una ganza pazzesca! Non mi sbagliavo.
Rita si è assicurata che mi venissero pagate tutte le spese di vitto, alloggio e pure il corso stesso grazie alla collaborazione fra lei e alcuni ristoratori della zona. In tempi in cui la scuola purtroppo gode di pochissimi fondi, Rita chiamava a raccolta esperti in ambiti artistici, ma non solo, e costruiva insieme a loro laboratori didattici che offrissero ai suoi bambini occasioni di qualità e li faceva finanziare agli imprenditori della zona. Stupefacente!
Ad accogliermi c’erano Michele, il suo compagno, e Rita, biondissima, in sedia a rotelle.
Potrei dire tante cose di quei giorni indimenticabili, potrei parlarvi della sua energia trascinante, di quel piglio deciso con cui si muoveva in classe sulla sua sedia a rotelle, del rispetto che i bambini le portavano; potrei raccontare quanto il mio metro e 96 mi facesse sentire piccolo accanto a lei, ma suonerebbero parole melense e forse patetiche, e non piacerebbe a me come non piacerebbe a Rita.
Voglio invece ricordare quei giorni di grande lavoro e di grandi risate.
I bambini hanno accolto la sfida di scrivere un racconto insieme a me; hanno ascoltato con pazienza le mie lezioni teoriche e poi messo in pratica i miei suggerimenti. Anche chi inizialmente era titubante ha mollato le difese quando si è accorto che stava scrivendo una storia bella! Ho visto i loro volti sorprendersi della capacità inaspettata di far esplodere la creatività, ed era questo il mio principale obiettivo.
Rita, dovresti essere nominata Maestra d’Italia; inarrestabile, che credevi nella scuola come luogo di esperienze, grazie! Sì, grazie per tutte le chiacchiere, le confidenze, i brindisi; grazie per avermi aperto le porte della tua eccezionale famiglia a cui mando un abbraccio enorme. Penso a Michele che quando mi manda gli auguri, me li manda ancora anche da parte tua. Non smettevate di ridere mai. 
Rita – eccoci che piango, e lo sapevo che sarebbe finita così – ti devo moltissimo e sono felice di avertelo detto in uno dei nostri aggiornamenti. Tu lo sai, ma io lo voglio dire a tutti, se non mi avessi scritto quel giorno di tre anni fa, probabilmente – anzi, sicuramente – io oggi non sarei un maestro. E questa è la scelta più importante che io abbia preso in vita mia, dopo aver lavorato coi tuoi bambini, dopo aver conosciuto te.
Il tuo esempio mi accompagnerà sempre, e se riuscirò ad avvicinarmi almeno un po’ al valore dei tuoi insegnamenti mi potrò ritenere un bravo maestro.
Vorrei concludere questo mio breve scritto per te col brindisi che ci piaceva tanto: “alla nostra!”.  Ti vorrò sempre bene.

2 risposte a “Rita, alla nostra!”

  1. Avatar Daniela Perrone
    Daniela Perrone

    Grazie Matteo per aver condiviso questa bellissima storia di vita ed esperienza umana… bambini e genitori fortunati coloro che ti hanno per maestro…sento e comprendo questa
    fortuna perché l’ho vissuta in prima persona tanti anni fa ( noi primi fruitori del tempo pieno a San Mauro Torinese) e con mia figlia Giulia…un maestro ti accompagna per tutta la vita se fa piacere ad entrambi💙🌊

    1. Matteo
      Matteo

      Grazie a te Daniela per la stima. Faccio e farò sempre del mio meglio. Un abbraccio

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sono Matteo

Sono nato a L’Aquila nel 1981.
Adesso vivo a Firenze, insegno ai bambini della scuola primaria e scrivo romanzi definiti “per bambini e ragazzi”, ma io dico non vietati agli adulti…

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