Ho sempre ritenuto Laurenti un maledetto baciato dalla buona sorte di aver incontrato Bonolis durante una delle sue notti in tangenziale, che lo considera l’unico uomo con cui tradirebbe la moglie (tra l’altro ieri si son anche baciati) – non mi sorprenderebbe se, persino al cesso, se lo portasse dietro per controllargli la porta, come fanno le quattordicenni che vanno in giro, sotto i portici, mano nella mano – perciò non gli ho mai riconosciuto particolari capacità artistiche, men che mai comiche. Beh, ieri mi ha fatto ridere e non so se è l’ennesima dimostrazione della mia testa che smette ogni giorno di più di funzionare, oppure un’altra vittoria di questo Festival.
Ieri era la serata dei ripescaggi. Quest’anno Bonolis ha introdotto l’ennesima umiliazione a cui questi poveracci dei big di una volta, eliminati dopo la prima esibizione, devono sottoporsi, e cioè cantare all’una di notte nella speranza che arrivino una manciata di sms per esser ripescati e poter continuare la gara (ed essere eliminati stasera, stavolta per l’eternità, suppongo). Hanno ripescato Albano e quindi Loredana dovrà aspettare. Magari è lì che esulta perché potrà fare i suoi porci comodi ancora per qualche giorno, e poi Sal Da Vinci. Sul momento non mi spiegavo come uno sconosciuto potesse aver ricevuto più voti non dico tanto di Tricarico, che è abbastanza ovvio perché, oltre ad essere anch’egli sconosciuto, ha l’aggravante che, quei 37 esseri umani che sanno chi è, lo disprezzano e 3 dei quali, addirittura, gli augurano di morire, ma di Iva e tutto il cucuzzaro di signorotte ottantenni pronte col loro telefono fisso che degli sms han paura. Poi mi son ricordato che Sal è napoletano e se ci fate caso, anagrammando il suo nome (d’arte,voglio sperare) vien fuori: evviva la camorra. Ed ecco spiegato tutto.
Sin son riesibite tutte le proposte (che, se ci aggiungi nuove prima, Bonolis cambia espressione del volto e ti mozzica) stavolta assieme ai loro padrini. Il trattamento è stato molto, ma molto diverso e ingiusto. Irene Fornaciari, la bruttissima figlia di Zucchero, ha scambiato il palco dell’Ariston per una data del suo tour cantando insieme al padre (che non è proprio Peppino Peppinelli di Borghetto Sant’Eufemia) e a Vandelli che l’ho sentito ad Arischia in concerto, e saremo stati una buona sessantina, e c’era pure uno dei Pooh che potrebbe essere Dodi Battaglia, ma non ci metterei la mano sul fuoco, ben 2 canzoni oltre la sua. Gli altri hanno cantato sì e no la loro, oscurati da padrini ingombranti resi protagonisti. Per non parlare della povera Malika che, presa in controtempo da quel rimbambito di Gino Paoli, s’è ritrovata a dover interpretare Il cielo in una stanza così: Quando sei qui con me, questa STRANZA non ha più pareti… che secondo me voleva dire stronza, e ce l’aveva con Irene.
Comunque resto dell’idea che la vera scoperta di quest’anno è Arisa che si chiama Rosalba Pippa (e mi sa che ha fatto bene a prendersi un nome d’arte, che è poi la composizione delle iniziali dei suoi familiari più cari, che lei la famiglia la porta sempre con sé) ed è stata molto felice di duettare con Lelio Luttazzi perché è per lei un personaggio di una sottile comicità educata. Qualcuno le spieghi che non è uno di Zelig.
“Noi ti facciamo un grosso in bocca al lupo e vorrei che tu facessi un saluto particolari per i lettori del nostro blog” “Allora… sì! Un saluto particolare per i… per i… visitatori di blogosfere!”
Almeno ha sostituito lettori con visitatori, anche se c’ha dovuto pensare non poco. In quel momento avrebbe pagato oro per un dizionario dei sinonimi e contrari. Questi ed altri momenti meravigliosi nell’intervista che segue. Guardate che personaggio, ragazzi!
Ed ecco la graziosa canzoncina (come dice Lelio) che ha fatto alzare il pubblico dell’Ariston in una mezza standing ovation che lei, fuggendo a fine esibizione, non s’è goduta: Sincerità, di Mangiaciligie che invece è Mangiauva; canta Arisa!
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