Ho avuto un’idea geniale.
Le idee geniali vanno mantenute supersegretissime.
Consiglio breve e pratico: imparate a chiudere la bocca sennò arriva uno stronzo che acchiappa l’idea, cambia due cose e magari la migliora pure – a migliorare un’idea geniale non ci vuole niente, è nell’averla l’idea il vero merito – e ci fa su nel migliore dei casi una gran figura (quella che meritavate voi), nel peggiore (per voi) una gran carriera, mentre voi continuate a spalare la merda dei cani, per dire.
Ci voleva (cazzo) quest’idea! Ci voleva a dare spinta, carica, energie, linfa vitale, rabbia, reazione e velocità al mio nuovo progetto letterario. Che a sua volta dà spinta, carica e tutte quelle belle parole appena scritte, alla mia vita che di spinta, carica e velocità ne vanta quanta un verme drogato. È una catena di spinte, che non è una cosa hard, ma una giostra.
C’è un sacco di musica ora nella mia testa che si aggroviglia e cambia continuamente restando fissa sulla stessa stazione.
Che poi chi lo stabilisce se e quanto un’idea è geniale?! Tutte sembrano geniali, finché si perdono. Quella geniale veramente ti salva la vita, come la sterzata di volante che la mia amica Papi ha dato l’altra notte.
Guidavo per modo di dire. Procedevo con la faccia che guardava lei, sul sedile del passeggero – gran bella ragazza la Papi – e col piede che non smetteva di ritenere opportuno premere sull’acceleratore. Finché un grido.
“Oddio!” La mano della Papi sul volante. La mia Gets devia bloccandosi a una spanna da un vecchio che salta per la paura.
“Ma togliti dalla strada rimba!”
Come facevo a non insultarlo? Lui rispondeva senza emettere suoni. Tipo un pesce. Sarà stato lo shock. Che poi insomma, a una certa età, che problema c’è se t’investono e muori? Hai vissuto. Hai comprato casa ai tuoi figli. Hai comprato lecca lecca ai tuoi nipoti. Hai comprato dentiere a volontà.
“Tu sei un assassino!” Pronuncia lentamente la Papi sbigottita, scandendo ogni sillaba proprio così: T U S E I U N A S S A S S I N O.
“Dai, mica è morto. Non l’ho neanche colpito!” “Oddio, cosa sarebbe accaduto se l’avessimo ucciso?!” “Eh, ce ne saremmo andati, tanto non c’ha visto nessuno!”
Io comunque, a parte l’idea geniale, in questo post ci tengo a precisare che non sono un senzacuore come sembrerebbe. Pensate che ho persino salvato una cimice che si era ribaltata su se stessa nella stanza d’albergo dove sono stato per una notte, non a cavalcare puledrine, ma per un corso di pronto intervento e primo soccorso. Mi ci ha mandato il mio direttore. È fondamentale che io sappia rianimare manichini e spegnere incendi di quaranta cm per un metro.
Poteva restare vuota quella stanza d’hotel. Potevo rientrare troppo tardi e invece.
Che gran botta di culo quella cimice!
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