Qualcuno per caso vanta, fra le amicizie di Facebook, quella con un carnefice di professione, discreto e disponibile anche di domenica, a poco prezzo e con un grado di irascibilità superiore alla norma, ché avrei un lavoretto facile facile (per lui che è un carnefice, chiaro!) da proporgli? Mi sento come un bel vaso Ming del ‘400 tutto variopinto (ammesso che a un vaso Ming del ‘400 basti l’essere variopinto a poter provare delle sensazioni). Mesi e mesi immobile, a farmi ammirare; mi spolveravano pure. Un bel giorno qualcuno urta il vaso col gomito e quello cade a terra. In un attimo smette di essere le uniche 2 cose che era: bello e vaso. Forse rimane Ming(hia), ma lui, che al momento vede solo i suoi cocci sul pavimento, non può saperlo. Le stesse persone che prima lo ammiravano, adesso si voltano dall’altra parte a contemplare un altro vaso (da notte: praticamente un cesso).
L’umore altalenante fatica a restare prigioniero in una stanzetta della mente. Preme per manifestarsi e quasi sempre ci riesce. Qui lo fa in un modesto sfogo iniziale contro ignoti, propizio per il lancio dell’intervista di questo Weekbook pre-halloweeniano.
Insomma, a chi lo chiedo il numero di telefono di un bravo carnefice che si sbarazzi della causa (umana) della mia indisposizione mensile? A Francesca Bertuzzi naturalmente, la bionda fanciulla abruzzese (non è un dettaglio da sottovalutare) dagli occhi celesti e poche parole, che all’esordio fa subito centro con uno dei più grandi successi letterari della scorsa estate. ‘Il carnefice’, pubblicato da Newton&Compton, non pare ancora sazio. Dopo aver occupato per settimane la top ten dei libri più venduti, continua a mietere vittime facendo capolino di tanto in tanto in classifica.
Io l’ho intervistata. Parto dalla quarta chiacchiera perché mi offre lo spunto per allargare il discorso.
Io: ‘Il carnefice’ è uscito qualche mese dopo ‘Il divoratore’ scritto da Lorenza Ghinelli, altra fortunata scoperta della tua casa editrice. A legarvi non sembra essere soltanto il titolo affine dei vostri libri. Ho letto che siete state compagne di classe alla Holden. Che aria si respira nelle stanze della scuola di scrittura più desiderata d’Italia? C’è spazio per un’amicizia disinteressata oppure l’ambizione e la voglia di arrivare tolgono fiato al resto?
Francesca: Sì, io e Lorenza eravamo nella stessa classe, ed evidentemente abbiamo avuto una fortuna e una determinazione comune. Quando ripenso ai nostri percorsi paralleli per quanto distanti, mi viene quasi da pensare a una sorta di destino. Per come l’ho vissuta io, la Holden è stata una scuola che mi ha dato molto, e fra le tante cose che mi ha dato, mi ha anche fatto conoscere i miei migliori amici. Non ho mai vissuto la scrittura come una competizione. Per me è più un mezzo per viaggiare e vivere avventure, e le persone con cui ho condiviso quei due anni sono poi quelli da cui ho imparato di più.
La Newton ha avviato una vera rivoluzione alla quale conviene che pure gli altri grandi gruppi editoriali rispondano quanto prima, altrimenti un giorno troveremo in classifica solo libri targati Newton&Compton, in un mercato ormai quasi monopolizzato. Non mi spiego come riescano a riempire gli scaffali delle librerie con prime edizioni dalle fattezze che nulla hanno da invidiare a quelle dei più blasonati concorrenti, ma a un prezzo di 9.90 euro contro i 18 barra 22 di Feltrinelli e compagnia bella. Che siano i primi effetti della legge Levi ammazza-sconti? Se n’è discusso tanto; ha spostato la concorrenza dalle librerie che non hanno più la facoltà di attuare sconti spregiudicati, alle case editrici che, per forza di cose, se vorranno rimanere competitive, dovranno rivedere in picchiata i prezzi di copertina, tutto questo a vantaggio di noi lettori. Newton è partita a bomba e le vendite le danno ragione. ‘Il carnefice’ (mini-sito in cui trovate molti contributi interessanti, come l’intervista doppia stile Iene fra Bertuzzi e Ghinelli) e ‘Il divoratore’ hanno fatto da apripista a una lunga serie di grandi successi affilati. Ricordiamoci ‘Il mercante dei libri maledetti’, ‘Il libro segreto di Dante’, ‘La cattedrale dell’Anticristo’ tutti a 9.90 euro e tutti in classifica. Allo stesso buon esito sembra destinato ‘Il mummificatore’ di Nicola Brunialti, uscito il 27 ottobre.
Negli ultimi anni la casa editrice sta puntando molto sul connubio thriller italiano – autore emergente, dimostrando che un romanzo thriller può vendere bene anche se non siamo in America e a scriverlo è una giovane penna alla sua prima esperienza editoriale. E sul chick lit italiano prima, capitanato da Federica Bosco, ormai vera celebrità del genere. ‘Il mio angelo segreto’ sequel di ‘Innamorata di un angelo’ sta appassionando migliaia di lettori, sempre a 9.90 euro. E internazionale poi, col romanzo che la scorsa estate riposava sotto tutti gli ombrelloni delle nostre spiagge: ‘Un regalo da Tiffany’, oggi ancora libro straniero più venduto secondo solo a ‘Aleph’ di Coelho. E quanto costa? 9.90 euro, che domande. Certo è che alla Newton ci nascondono qualcosa. Fra i costi di stampa, quelli per la promozione, la percentuale all’autore (6 barra 10 per 100, se è prevista sui loro contratti) e al distributore (30 barra 40 per 100) resta un mistero come facciano a mantenere un prezzo di copertina così basso. Comunque a noi va benissimo così.
Vi lascio alla vostra unica domenica dell’anno di 25 ore, con il messaggio col quale Francesca conclude l’intervista; dà la carica a chi ha un sogno da realizzare o una difficoltà da superare.
Per quello che ho potuto vedere, lungo la strada si possono incontrare sbarramenti, persone che hanno un certo potere e che decidono di non farci andare avanti. Quando ci si trova all’angolo, bisogna ricordarsi che queste persone sicuramente un potere ce l’hanno, ma è solo quello che noi decidiamo di dare loro. A volte può bastare cercare un’alternativa per trovarla.
Potete leggere l’intera intervista qui. (Ringrazio Francesca per avermi lasciato pubblicare nell’articolo una sua foto privata, assieme al suo bellissimo cucciolone Huan.)
Lascia un commento