Chi farà un salto su queste pagine nel weekend troverà un po’ più di letteratura. Questa specie di appuntamento del sabato e della domenica ha pure un nome: Weekbook. (Non iniziamo eh! Faccialibro sì e Settimanalibro no?!) Ringrazio Sololibri.net per la fondamentale collaborazione. Nonostante ormai mi conoscano benissimo, ancora non affidano ‘4 Chiacchiere (contate) con…’ a qualcun altro e di questo gliene sono grato. Non solo. Di tanto in tanto, se un libro m’è piaciuto o m’ha fatto schifino, lo scrivo e loro ospitano le mie recensioni. Weekbook sarà questo e altro.
L’altro si chiama ‘Ciak si legge!’ su Radio L’Aquila 1. Così annunciato potrebbe generare in qualcuno persino curiosità, ma non lasciatevi ingannare. Si tratta di un discorsetto semiserio del tutto personale che mi viene concesso riversare, dai microfoni di un’emittente radiofonica locale, direttamente sugli ascoltatori aquilani, popolo già abituato a forme di sventure notevoli. Ogni settimana il mio vocione per niente radiofonico – non è ciò che punto a fare nella vita, cerchiamo di farcene una ragione – si esprime su un libro letto, un sito visitato e piaciuto, un forum, un blog, qualcosa che comincia con quel www, neanche più necessario fra l’altro. Se sono stato a una presentazione, a letto con un’autrice, oppure presidente di giuria al concorso riservato a racconti inediti che abbiano per tema: ‘I neutrini della Gelmini – storie fantastiche del nuovo millennio’, mi siedo sulla poltroncina nera, nella “sala di registrazione”, all’interno del container da dove trasmettono dal dopo-terremoto, e parto.
“Ciao a tutti, bentornati a Ciak si legge! oggi parliamo dei neutrini della Gelmini…”
Per fortuna dura soltanto 5 minuti, secondo più, secondo meno e, sempre per fortuna, va in onda solamente una volta alla settimana: il sabato a mezzogiorno e in replica alle 19.00.
Spero abbiate notato il mio estremo gesto di generosità. Ho infatti aggiornato il blog molte ore dopo la messa in onda, così vi ho risparmiato la diretta della mattina. I più sadici potranno riascoltare la puntata alle 19.00 da questo link. Io lo segnalo a scopo informativo, ma voi vogliatevi bene! Pare che le richieste stiano inducendo la redazione ad attrezzarsi per i podcast che saranno disponibili presto nella sezione del sito della radio ad essi dedicata.
Ecco. Weekbook sarà più o meno questo. Un mix di interviste, recensioni, registrazioni per farvi trascorrere qualche minuto immersi nella natu… ehm cultura incontaminata (sembra la pubblicità di un agriturismo) con una tazza di tè verde bollente fra le mani, nella speranza che gli stessi stimoli che mi portano a scegliere gli argomenti possano fare da input per nuove discussioni, suggerimenti, condivisioni.
Bene. Appoggiate la tazza sul tavolo se no vi ustionate e partiamo con l’intervista ad Alessandro Baronciani. È un fumettista, disegnatore, artista, scrittore piuttosto noto. Per Rizzoli ha pubblicato con un buon successo la graphic novel ‘Mi ricci! L’amore ai tempi del T9’. L’ho conosciuto a una mostra a San Benetto del Tronto. Del come ne ho già parlato qua. Nonostante il piuttosto noto di pocanzi, io non l’avevo mai sentito nominare. Quindi conosciuto proprio nel senso: sono venuto a conoscenza della sua esistenza. Vi riporto il passaggio in cui Baronciani spiega la nascita dell’etichetta graphic novel.

Sul termine graphic novel, secondo me è andata così: un giorno dovevano mettere un nome in alto nello scaffale dedicato ai nuovi fumetti nelle librerie e hanno trovato quello. Il nome viene da una risposta che diede Will Eisner quando gli domandarono che cosa esattamente stesse disegnando. Novel in America è la parola che viene messa insieme al titolo e al nome dell’autore nella copertina dei libri. In Italia ci scriviamo “romanzo” loro ci mettono “novel”. Graphic sta per disegno o illustrato. Quindi romanzo grafico o illustrato. Che però in italiano un libro grafico non vuol dire niente mentre un romanzo illustrato ricorda troppo un libro per ragazzi e quindi l’hanno lasciato in inglese. Un po’ come negli anni ottanta quando si voleva far credere di pubblicizzare qualcosa di nuovo e lo battezzavano in inglese per creare più effetto.

Qui di seguito l’intervista per intero.

2 risposte a “Weekbook. Partiamo incontrando Baronciani”

  1. Avatar Chagall

    Nemmeno io conoscevo Baronciani. L’idea di Weekbook mi piace.
    Ma veniamo alla cosa importante: la pubblicità dell’agriturismo! Ci devi mettere una donna discinta se vuoi fare colpo. Non l’hai notato? C’è i qualsiasi pubblicità, non importa quale sia l’oggetto sponsorizzato.
    p.s. Complimenti per l’intervista.

    1. Matteo
      Matteo

      Chagall, stiamo facendo i casting. In questo momento la favorita sembrerebbe la signorina Cecilia Rodriguez, sorella della più nota Belen. Sta attraversando un momento difficile ora che l’hanno INGIUSTAMENTE tagliata fuori da due (mica uno, due!) programmi RAI. Io vorrei rilanciarla con Weekbook.

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sono Matteo

Sono nato a L’Aquila nel 1981.
Adesso vivo a Firenze, insegno ai bambini della scuola primaria e scrivo romanzi definiti “per bambini e ragazzi”, ma io dico non vietati agli adulti…

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